CREATO PER ENI

Biocarburanti, una soluzione pratica per una transizione energetica sostenibile

3' di lettura

Il settore del trasporto, dati dell’International Energy Agency (Iea), produce da solo circa il 24% delle emissioni globali di CO2, una quota che in assenza di misure di contenimento, arriverà al 30% entro il 2050. Quella delle merci rappresenta la voce più rilevante del trasporto globale (in termini di volume vale circa l’80%), mentre il segmento stradale contribuisce alla maggior parte delle emissioni di CO2, che contano per 17% di quelle totali legate all’energia, diretta conseguenza della dipendenza del settore da combustibili fossili come il petrolio e dell’alto consumo di carburante.
In Italia, dove i trasporti rimangono quasi del tutto dipendenti dal petrolio (90,5%), nel 2021 sono stati consumati poco più di 36 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia, pari al 32% dei consumi energetici totali (Eurostat).
Per contribuire a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Onu e quelli europei del pacchetto ‘Fit for 55’, che prevedono appunto la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti al 2030 e il loro azzeramento entro il 2050, è necessario dunque accelerare il processo di transizione, partendo proprio dalla mobilità.
Per questo Eni lavora già da tempo all’ obiettivo della decarbonizzazione dei trasporti utilizzando, secondo il principio della neutralità tecnologica, tutte le soluzioni e i vettori energetici disponibili. Tra questi, i biocarburanti oltre a essere un esempio di economia circolare applicata alla mobilità, hanno un ruolo fondamentale perché possono dare un contributo immediato alla riduzione delle emissioni non solo su strada, ma anche per il trasporto aereo, marittimo e ferroviario, in quanto già disponibili lungo le infrastrutture esistenti, capaci quindi di accompagnare la transizione verso altre tecnologie come la mobilità elettrica.

Biocarburanti, una domanda in aumento
Secondo gli analisti di Barclays, entro la fine del decennio la domanda globale di biocarburanti triplicherà raggiungendo i 30 milioni di tonnellate. Per questo motivo Eni ha deciso di raddoppiare la capacità di bio-raffinazione dei suoi impianti, fra cui Venezia e Gela, e di costruirne di nuovi in Italia, Usa e Malesia. L’obiettivo è passare dagli attuali 1,1 milioni di tonnellate all'anno di capacità di bio-raffinazione ad oltre 3 milioni di tonnellate entro il 2025, per arrivare a oltre 5 milioni di tonnellate entro il 2030. La produzione è alimentata da scarti e residui della lavorazione di oli vegetali, grassi animali, oli di frittura esausti e anche da olii vegetali estratti da coltivazioni in terreni degradati, che Eni sta sviluppando in particolare in Africa, dove punta ad espandere le iniziative agricole necessarie a garantire gli approvvigionamenti. La strategia della società, leader mondiale del settore energia, prevede di coinvolgere oltre 700 mila agricoltori nei prossimi tre anni, per triplicare la produzione di biocarburanti nel continente africano e, in misura minore, in quello asiatico. L'obiettivo è produrre circa un quinto delle materie prime agricole per il fabbisogno di biocarburanti atteso dal mercato entro il 2025. Il Cane a sei zampe scommette sulla crescente domanda di carburanti a base di materie prime rinnovabili. Secondo le compagnie del settore, questi vettori energetici svolgeranno nei prossimi anni un ruolo chiave per de-carbonizzare il settore dei trasporti pesanti, come camion e aerei e navi.

Biometano e bioGPL
Anche la produzione di biometano, che consente la valorizzazione di scarti agricoli, organici, zootecnici e agroindustriali, rientra nell’economia circolare. E attraverso la società Enibioch4in, Eni Sustainable Mobility prosegue nella riconversione degli impianti di produzione di energia elettrica da biogas a biometano, con l’obiettivo di raggiungere i 200 milioni mc l’anno entro il 2026.
Infine, ci sono le circa 40.000 tonnellate l’anno di bioGPL prodotte dalle bioraffinerie di Venezia e Gela, che in Sicilia fornisce la rete di stazioni di servizio Eni che erogano Gpl. E poiché il bioGPL può essere miscelato con quello di origine fossile, basta utilizzare le infrastrutture di stoccaggio, trasporto e distribuzione già esistenti, senza necessità di ulteriori investimenti. Un modello di sviluppo sostenibile che il Gruppo sta estendendo alla rete di Eni Live Station, ormai veri e propri hub per la mobilità presenti in tutta Italia, per la distribuzione dei nuovi vettori energetici, a cominciare dai biocarburanti.

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