Bioedilizia, dallo scarto della canapa il mattone che isola la casa
Progetto di Enea e Politecnico di Milano
di Davide Madeddu
2' di lettura
Il biomattone per case a risparmio energetico, ossia costruite con mattoni realizzati attraverso una miscela di calce e canapulo. Il cosiddetto “scarto” legnoso della canapa, un materiale che abbina basso impatto ambientale, alte prestazioni energetiche, traspirabilità, ottime capacità isolanti, protezione dall'umidità e comfort.
Il progetto è frutto di uno studio condotto dall'Enea e Politecnico di Milano nell’ambito del progetto “Riqualificazione energetica degli edifici pubblici esistenti: direzione nZEB”, finanziato dalla Ricerca di Sistema Elettrico del Ministero dello Sviluppo Economico.
Il biomattone, come rimarcano dall'Enea «è in grado di mantenere in casa nei periodi di grande caldo una temperatura media di 26 gradi ed evitare così il ricorso alla climatizzazione». La sperimentazione portata avanti dai ricercatori si sviluppa attraverso varie fasi che mettono assieme studio in laboratorio ed esperienza sul campo.
Primo passo la “valutazione delle prestazioni ambientali del “calcecanapulo” mediante l’analisi del ciclo di vita (Lca), con prove in laboratorio in camera climatica a 23 e a 35 gradi».
Secondo step, “in situ” con una campagna di misurazioni su edifici costruiti con le stesse tecnologie in Sicilia e in Veneto.
Poi, attraverso una serie di calcoli e modelli matematici la previsione del comportamento “termoigrometrico di edifici in condizioni climatiche reali”.
Infine il confronto tra i dati della sperimentazione e quelli ottenuti attraverso le simulazioni numeriche.
«Lo studio ha evidenziato nel complesso un bilancio ambientale molto positivo per quanto riguarda l’impronta di carbonio – dice Giovanni Dotelli del Politecnico di Milano–. In pratica la parete in blocchi in calcecanapulo funziona come un sistema in grado di sottrarre CO2 dall'atmosfera e tenerla bloccata per un tempo sufficientemente lungo».
Non solo, come argomenta Patrizia Aversa del centro Ricerche Enea di Brindisi, «dai primi dati sperimentali emerge la buona performance termoigrometrica della parete che, indipendentemente dalle oscillazioni di umidità e temperatura esterne, si assesta su valori interni constanti, senza l'utilizzo di condizionatori e per l’intero periodo di misura effettuato nei mesi più caldi».
I risultati della ricerca sono stati recentemente presentati al convegno internazionale Resilient Built Environment for Sustainable Mediterranean Countries (SBE 2019).
«Per il mercato italiano dell'edilizia, l’introduzione delle normative in ambito energetico ha rappresentato un forte stimolo a innovare materiali e componenti per garantire prestazioni più elevate in linea con i nuovi standard – dice Vincenza Luprano, ricercatrice del Centro Ricerche Enea di Brindisi –. La canapa, come materiale naturale, e i suoi sottoprodotti agricoli, hanno un ruolo importante per la nascita di nuove filiere, incentivate anche da leggi nazionali, per l'ampia disponibilità sul territorio e per il basso impatto del ciclo produttivo sull'ambiente, in un'ottica di economia circolare».
La svolta green, sia nella costruzione sia nella riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale, secondo i ricercatori dell’Enea, «potrebbe migliorare l’efficienza energetica nell’edilizia dei paesi a climacaldo-temperato, caratterizzati dall'elevato fabbisogno di energia nei periodi estivi, e far risparmiare il 50% di energia».
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