Biologico, la Corte dei Conti: accelerare e monitorare i progetti per non sprecare risorse
La relazione dei giudici contabili sull’utilizzo del “Fondo per la ricerca nel settore dell'agricoltura biologica”. Fatturato passato da 2 a 6 miliardi dal 20028 al 2020
di Silvia Marzialetti
2' di lettura
Crescono gli ettari, cresce il fatturato, ma al Piano strategico nazionale per lo sviluppo del biologico occorre un colpo di acceleratore, soprattutto per quel che concerne attuazione dei progetti e monitoraggio degli stessi.
È il tema dominante nella relazione sui “Finanziamenti per la ricerca nell'agricoltura biologica” approvata dalla sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti (delibera 8/2022/G), in cui la magistratura contabile ha esaminato la gestione del “Fondo per la ricerca nel settore dell'agricoltura biologica” che finanzia i programmi di ricerca nel settore, oltreché in quello relativo alla sicurezza e salubrità alimentari.
L'agricoltura biologica – si legge nelle oltre 60 pagine di relazione – si è estesa dagli 1,3 milioni di ettari del 2014, agli oltre 2 milioni del 2020 in termini di superficie coltivata. Il fatturato, tra consumi interni ed esportazioni, è in significativo aumento, ed è passato da 2 a 6 miliardi di euro nell'arco 2008-2020.
Ma l'esame della Corte si è incentrato sulla verifica dei risultati conseguiti (modi, tempi, obiettivi ed attuazione dei progetti) tra il 2016 ed il 2021, a fronte di quanto stabilito nel “Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico” elaborato dal dicastero Patuanelli, in cui il Fondo stesso è ricompreso.Oltre al già citato incremento delle colture biologiche i giudici contabili hanno evidenziato, sotto il profilo gestionale, la necessità di un'accelerazione nell'attuazione dei progetti e l'adozione, da parte dell'amministrazione, di un efficace sistema di monitoraggio degli stessi per attivare una revoca tempestiva del finanziamento, con recupero di quanto anticipato, nei casi di inerzia non giustificata dei soggetti proponenti.
A fronte di ritardi non autorizzati nella presentazione dei rendiconti, la Corte ha, analogamente, raccomandato l'assunzione di iniziative a sollecito di tale adempimento, anche per evitare ulteriori rallentamenti nella procedura di liquidazione.I magistrati contabili richiamano poi l'esigenza di intraprendere iniziative tese a limitare l'immobilizzo delle risorse che, in particolare per gli esercizi più recenti, ha assunto dimensioni “particolarmente significative”: gli anni 2020 e 2021 registrano un pagato pari, rispettivamente, al solo 8 e 4 per cento. Fanno inoltre notare – in merito allo stato di avanzamento dei progetti – come le procedure di liquidazione di alcuni, riferiti agli anni 2016 e al 2017 e terminati nel 2018, non siano state ancora state perfezionate a causa, tra l'altro, della mancata presentazione del rendiconto da parte dei soggetti proponenti.
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