ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùEconomia circolare

Bioplastiche, il riciclo degli imballaggi compostabili cresce al 60,7%

Trattate nel 2022 46.600 tonnellate di imballaggi: +9% sul 2021. «Italia all’avanguardia in questa filiera, si potrebbe esportare»

di Sara Deganello

Riciclo, Versari: “Ad oggi 64% popolazione fidelizzata a Biorepack”

3' di lettura

Nei 155 impianti di trattamento italiani è stato riciclato nel 2022 il 60,7% degli imballaggi in bioplastiche compostabili immesse sul mercato: 46.600 tonnellate su 76.800. La crescita rispetto al 2021 è stata del 9 per cento. Sono i risultati contenuti nella relazione annuale relativa alle attività 2022 di Biorepack, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile che riunisce 218 imprese (produttori, trasformatori, utilizzatori e riciclatori) e ha convenzioni con 3.777 Comuni (il 47,8% del totale) in cui vivono 38 milioni di persone (il 64,4% della popolazione nazionale). Grazie a queste nel 2022 Biorepack ha corrisposto ai comuni 9,3 milioni di euro, a copertura dei costi di raccolta, trasporto e trattamento di questi imballaggi (1,8 milioni di euro in più rispetto al 2021).

Superati i target europei della plastica

«La bioplastica compostabile va raccolta insieme all’umido. Come dice anche la normativa italiana. Nasciamo con questa consapevolezza», spiega il presidente di Biorepack, Marco Versari. Anche se i target che il consorzio ha fissato nel suo statuto sono quelli relativi al riciclo della plastica del 50% al 2025 e del 55% al 2030. Numeri già superati: «Punto di partenza per raggiungere rapidamente ulteriori traguardi. Le differenze di copertura regionale sono ancora troppo marcate, nonostante la raccolta differenziata dell’umido urbano con all’interno le bioplastiche sia obbligatoria in tutta Italia dal 1° gennaio 2022», racconta il presidente. Le convenzioni con Biorepack coprono il 90% della popolazione delle regioni nord-orientali, mentre nelle regioni meridionali si fermano al 53% e nelle isole scendono al 30%.

Loading...

In Italia grande diffusione di impianti

La filiera del riciclo del packaging compostabile ha come prodotto finale del trattamento il compost ma non solo: dai cicli integrati di digestione anaerobica in aggiunta al compostaggio si può generare il biometano e l’anidride carbonica, che può essere utilizzata per le bevande. «L’Italia ha generato sistemi evoluti di trattamento della frazione organica perché ha saputo creare un sistema complesso, con una grande varietà di impianti su tutto il territorio.

A parte Roma dove manca il trattamento dell’organico e alcune zone della Campania, l’Italia è forse il Paese con la maggiore diffusione di impianti per la frazione umida dei rifiuti. E in questi la parte di produzione legata all’energia è sempre più importante», osserva il presidente: «È stata un’evoluzione, una crescita, che è andata di pari passo con quella della raccolta differenziata dell’umido, iniziata a metà degli anni Novanta con il Decreto Ronchi. Milano è la città che raccoglie più umido pro-capite di tutta Europa: è un sistema che funziona, in cui non c’è stata una sostituzione, ma tutto è nato conseguentemente, in un ciclo che lega la produzione di bioplastiche, per cui l’Italia ha una tradizione, l’utilizzo, nei sacchetti dei supermercati per esempio, e la raccolta dei rifiuti organici».

Vantaggio competitivo per le aziende

Per Versari questa situazione dà un vantaggio competitivo alle nostre aziende: «È un sistema che si può portare anche fuori, all’estero. Spero si possano diffondere le tecnologie. È un’opportunità per la filiera italiana».

Il presidente di Biorepack commenta anche la recente proposta della commissione europea sulla gestione dei rifiuti da imballaggio: «È un atto normativo che viene discusso adesso, ma la raccolta della frazione umida diventerà obbligatoria per tutti in Europa solo dal 1° gennaio 2024. Sono cose che non si parlano. L’Europa vede gli imballaggi ma non vede o si dimentica la raccolta dell’umido e il riciclo organico, che è la base del nostro operare. Il sistema italiano ha messo in piedi un sistema che merita di essere studiato per quello che è. Ha creato connessioni: sembra invece che il regolamento europeo abbia generato cortocircuiti», conclude il presidente di Biorepack.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti