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Biotech, ecco la Pmi che salva principi attivi e concilia vita e lavoro

Nanomnia ha sede nel Veronese e produce capsule biodegradabili
ha registrato un'accelerazione con la messa al bando Ue delle microplastiche

di Valeria Zanetti

Gli esordi nel garage. Marta Bonaconsa con Michele Bovi e Pietro Vaccari. Nel 2017 hanno fondato la start up innovativa che è nata nel garage di Michele. I tre si sono conosciuti al dipartimento di Biotecnologie dell'università di Veronaon Michele Bovi e Pietro Vaccari

3' di lettura

Il nome rivela immediatamente l’ambito in cui opera l’impresa. Nanomnia è una società del settore biotech con sede a Campagnola di Zevio, nel Veronese, orientata a valorizzare la dimensione d’origine di ogni materiale, perché - spiega la ceo, Marta Bonaconsa - «nanometrico è l’ordine di grandezza di tutti gli esseri viventi, al momento del concepimento».

L’azienda offre infatti servizi di nano, micro e macro incapsulamento organico, biodegradabile e microplastic-free ad aziende nei settori agrochimico, cosmetico, nutraceutico, farmaceutico e dei materiali intelligenti.

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La Pmi innovativa, al sesto anno di vita, ha messo a fattor comune le competenze e la tecnologia di giovani ricercatori e si è data insieme l’obiettivo di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. «Con Michele Bovi e Pietro Vaccari, incontrati al dipartimento di Biotecnologie dell’università di Verona, abbiamo fondato nel 2017 la startup innovativa, che è letteralmente nata nel garage di Michele. Allora non avevamo idea della dimensione che avrebbe potuto assumere il nostro viaggio e provavamo anche qualche timore e incertezza», racconta. Ora Nanomnia aspira a diventare centro di ricerca industriale d’eccellenza, a promuovere e investire in trasferimento tecnologico, a valorizzare i risultati ottenuti in laboratorio, trasformandoli in opportunità di mercato, a diventare un polo attrattivo per giovani ricercatori.

Il core business consiste appunto nell’incapsulamento, che permette di proteggere i principi attivi fino allo specifico uso; la tecnologia è modulabile e versatile. Come primo approdo al mercato, l’impresa ha scelto l’agritech, dove è più urgente ridurre l’impatto ambientale causato da agenti chimici come agrofarmaci e fertilizzanti, per accelerare sulla sostenibilità in campo.

La Pmi, che impiega nove professionisti, collabora con un nutrito gruppo di atenei: Verona, Padova, Venezia, Firenze. «Sviluppiamo inoltre progetti in partnership con Università della Tuscia, Sapienza di Roma, Politecnico di Torino. Il fatturato è in crescita e ha raggiunto nel 2022 i 350mila euro», prosegue Bonaconsa, che evidenzia come già da start up, la società abbia dovuto affrontare il mercato. «Non siamo nati come spin off e quindi abbiamo subito dovuto prestare attenzione a posizionarci sul market del biotech. Una scelta che ci ha fatto crescere in consapevolezza», ammette.

Lo sviluppo ha registrato una rapida accelerazione da quando l’Ue ha messo al bando le microplastiche. «Ci siamo trovati immediatamente in posizione di vantaggio, perché eravamo già specializzati. Sono quindi iniziate le collaborazioni con multinazionali in diversi ambiti e ora abbiamo all’attivo 23 progetti di ricerca interna ai quali si sommano quelli in conto terzi affidati da partner industriali», precisa.

I primi sono stati finanziati anche attraverso due iniziative di crowdfunding, alle quali è seguito un fundraising con privati per reperire ulteriori risorse. Tra le tante attività, Nanomnia collabora anche con la chirurgia pediatrica sperimentale al Prometeo NanoLab, che ha sede al Lurm (Laboratorio universitario di ricerca medica) dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, applicando le nanotecnologie alla medicina rigenerativa e all’ingegneria tissutale.

L’attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro e l’ampio coinvolgimento di professionalità al femminile ha permesso l’anno scorso alla Pmi di aggiudicarsi la menzione speciale «Nuova imprenditoria femminile» nel Women Value Company di Intesa Sanpaolo, che dà visibilità alle realtà disposte a investire su donne, gender equality e welfare aziendale.

Infine Nanomnia ha appena completato la seconda Elite Lounge 2022 di Intesa Sanpaolo dedicata a 21 start up italiane selezionate per un percorso di accelerazione finanziaria, focalizzato sui temi dell’innovazione e sostenibilità.

Riproduzione riservata ©

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