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Biotecnologie in agricoltura, legge entro l’anno

Verso la sperimentazione in Italia delle tecniche genomiche e di evoluzione assistita che nel 2018 la Corte di giustizia europea aveva equiparato agli Ogm

di Alessio Romeo

(Adobe Stock)

2' di lettura

La legge per consentire la sperimentazione in campo delle nuove biotecnologie applicate all’agricoltura sarà approvata entro l'anno. Ad annunciarlo è stato il segretario della commissione Agricoltura della Camera, Raffaele Nevi – che ha ripreso il progetto dell'ex presidente della commissione Filippo Gallinella –, in occasione della presentazione del documento sulle nuove tecniche genomiche “genome editing” e “cisgenesi” redatto da Crea (il Consiglio per la ricerca in agricoltura), Clan (Cluster agrifood nazionale) e Federchimica Assobiotec.

All'incontro hanno partecipato la vicepresidente di Federchimica Assobiotec, Elena Sgaravatti, il presidente di Assosementi, Eugenio Tassinari, Francesco Ferreri della giunta Coldiretti, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti e il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

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I rappresentanti del mondo produttivo da tempo chiedono lo sblocco delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea), equiparate da una sentenza della Corte di giustizia europea nel 2018 agli Ogm di vecchia generazione e quindi sostanzialmente vietati (con le eccezioni di Belgio e Spagna che hanno avviato la sperimentazione in campo) mentre tutto il mondo le ha già autorizzate distinguendole dai vecchi Ogm.

Sul tema sono giunte oggi le rassicurazione del mondo delle istituzioni, con il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio La Pietra che ha definito le nuove tecnologie «fondamentali per affrontare le nuove sfide ambientali dell’agricoltura, anche alla luce del nuovo Green Deal europeo».

Il documento presentato da Luigi Cattivelli del Crea ha rimarcato la distinzione tra organismi geneticamente modificati e le nuove tecniche, che non contemplano mutazione genetica né l'inserimento di geni esterni ma riproducono, con maggior precisione, quanto avviene in natura.
Sgaravatti ha ricordato i risultati raggiunti con l’uso delle nuove biotecnologie in campo medico definendole «un’innovazione straordinaria che permette di produrre di più utilizzando meno risorse e inquinando meno. In questo campo non possiamo permetterci di perdere terreno aumentando il gap competitivo con i paesi che già fanno ricerca in campo».

Posizione ripresa dal presidente di Assosementi che ha ricordato l'importanza della Tea per ridurre tempi e costi della ricerca. Anche Giansanti ha chiesto di «sbloccare al più presto la ricerca in campo, stiamo perdendo quote di autosufficienza e su alcune colture sarà difficile recuperare», mentre per il presidente di Federalimentare «l’Italia deve guidare il percorso di riforma della normativa europea, garantendo la corretta informazione ai consumatori».

Al Crea, ha detto il direttore generale Stefano Vaccari, «abbiamo i “vasetti” con le nuove varietà, a esempio di vite resistente alle malattie, pronti da sperimentare in campo, quindi attendiamo fiduciosi un progetto nazionale sulle biotech che finanzi la ricerca agricola».

L’Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, le ha di fatto già approvate. Finora, ha detto il presidente della commissione Industria, Commercio, Turismo e Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, “la politica è stata fortemente condizionata dagli slogan sul tema, ma la crisi attuale ci deve insegnare ad affidarci alla ricerca”.


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