Biraghi punta su export e snack Investimenti per 20 milioni
L'azienda cuneese leader di mercato nel formaggio grattugiato spinge i porzionati e i prodotti a fette in Italia e all'estero. Ampliamento della stabilimento per raddoppiare la produzione
di Filomena Greco
2' di lettura
Essere uno degli sponsor della Nazionale di calcio italiana fino al 2026 è una scelta di campo per la piemontese Biraghi, una delle principali aziende attive nel settore dei formaggi. «Vogliamo essere sempre più conosciuti dalle famiglie italiane – racconta Claudio Testa consigliere d’amministrazione di Biraghi – e promuovere la nostra realtà, al 100% Made in Italy».
L’azienda di Cavalermaggiore, in provincia di Cuneo produce 40 milioni all’anno di buste di formaggio grattugiato e sta investendo per aumentare la propria capacità produttiva e sostenere il trend di crescita delle diverse linee di prodotto sul mercato. «Stiamo investendo per una nuova linea di produzione dei Biraghini snack, per i Petali Biraghi e per la linea del grattugiato, dove siamo leader di mercato in Italia». In questi anni l’azienda ha lavorato molto su porzionato e nuovi stili di consumo con linee di prodotti «che stanno crescendo bene – aggiunge Testa – e che necessitano di linee di confezionamento ad hoc». Il programma industriale di Biraghi punta ad ottenere il 20% in più di produttività nel comparto del grattugiato, si punta invece al raddoppio per i Biraghini snack e per la linea dei Petali. L’ampliamento dello stabilimento è in corso, si tratta di un intervento che rientra nel piano di investimenti da 20 milioni per i prossimi anni, per sostenere la crescita sul mercato italiano e per sostenere la fase di internazionalizzazione dell’azienda che può contare su una forte riconoscibilità in Italia.
Biraghi ha costruito il suo percorso industriale per garantire qualità dei prodotti e attrattività del marchio. «Il Gran Biraghi è un prodotto italiano al 100%, senza conservanti, cerchiamo di stagionarlo 12 mesi per garantire un gusto costante e apprezzato dal consumatore, adatto al consumo quotidiano» spiega Claudio Testa. Questa capacità di collocarsi nel mercato dei formaggi stagionati puntando al consumo quotidiano e alle diverse tipologie di porzionato rappresentano il successo della realtà cuneese che conta 250 dipendenti e un fatturato che nel corso del 2022 ha raggiunto i 158 milioni di euro. Confezioni ad alto contenuto di servizio, chiusure salvafreschezza ed aperture facilitate rappresentano il biglietto da visita per il brand Biraghi.
L’azienda ha puntato, tra i nuovi prodotti, sulle Biraghette, formaggio a fette ricavato da una tipologia di formaggio italiano. «Quello del formaggio affettato è un mercato importante – spiega Testa – con produzioni che arrivano perlopiù dall’estero. Noi vogliamo portare avanti un prodotto italiano, tagliamo il nostro formaggio a sette mesi per garantire caratteristiche di morbidezza».
Biraghi è il prodotto più venduto nel comparto dei grattugiati e rappresenta la quarta referenza più venduta nel lineare freschi, dopo prodotti come le Sottilette o la Mozzarella Santa Lucia. Il mercato nelle mini porzioni dei Biraghini è più piccolo e in quell’ambito Biraghi ha più del 60% di quota, quanto invece ai Biraghini Snack l’azienda è la prima referenza in Piemonte e l’obiettivo è allargare il mercato all’Italia intera. L’azienda produce anche linee di formaggi tipici del Piemonte, dal Gorgonzola alla ricotta, oltre al burro, prodotti la cui produzione sarà potenziata. Il burro, in particolare, sarà proposto sul mercato in una confezione da due panetti da 100 grammi in un astuccio richiudibile.
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