Bis facile per Fedriga, amministratore pragmatico che in regione ha rilanciato la Lega
Segretario provinciale della Lega a Trieste dal 2003. Quando, è giusto ricordarlo, la Lega era un partito dell'1,2 per cento. Fedriga non ha scalato il partito. In Friuli-Venezia Giulia, Fedriga lo ha ricostruito.
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Deputato per tre legislature, capogruppo della Lega per quattro anni, presidente del Friuli Venezia Giulia da cinque, della Conferenza Stato-regioni da due Massimiliano Fedriga, classe 1980, è stato rieletto presidente del Friuli Venezia con un plebiscito sconfiggendo ampiamente il rivale di centrosinistra Massimo Moretuzzo.
Prima di tutto amministratore
Fedriga è uno dei volti nuovi della Lega. In una ipotetica galassia il suo pianeta sarebbe molto vicino a quello di Luca Zaia e del sindaco di Treviso Mario Conte. Leghista sì, e della prima ora. Ma prima di tutto amministratore. Come il collega del Veneto Luca Zaia, Fedriga ha saputo ricavarsi un consenso che va al di là del partito. E prova ne è che per queste elezioni ha, in qualche modo, ricalcato il “modello Zaia”, quello cioè di creare una lista parallela a quella ufficiale di via Bellerio. La lista “Fedriga presidente”, scritta blu su bollino azzurro, campeggia ovunque nelle piazze della regione.
La formazione
Nato a Verona, terminati gli studi superiori al liceo scientifico Galilei della sua città, si è laureato in Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Trieste. Dopo la laurea (con una tesi sulla comunicazione dei tre referendum: aborto, divorzio, fecondazione assistita), ha conseguito un master universitario in gestione e analisi della comunicazione, e si è occupato di consulenza su marketing e comunicazione per diverse aziende dell’Italia Nord-Est
La precoce militanza leghista
Iscritto a soli quindici anni, alla Lega (ci volle l’autorizzazione dei genitori, ndr), è diventato segretario provinciale della Lega a Trieste dal 2003. Quando, è giusto ricordarlo, la Lega era un partito dell'1,2 per cento. Fedriga non ha scalato il partito. In Friuli-Venezia Giulia, Fedriga lo ha ricostruito.
I rapporti con il mondo del lavoro e i sindacati
Alle elezioni politiche ad aprile 2008 viene candidato, ed eletto per la prima volta, alla Camera dei deputati nella circoscrizione Friuli-Venezia Giulia. Riconfermato deputato nel 2013, è stato il vero esperto della Lega in materia di lavoro, di pensioni. Il solo che ha avuto rapporti di studio con i sindacati (di sinistra). Ed è stato il primo a destra ad aprire ai metalmeccanici di sinistra «perché noi leghisti siamo i soli a difendere le loro posizioni».
Capogruppo alla Camera nel 2014
Nel luglio 2014 è stato eletto per la prima volta capogruppo del partito alla Camera dei deputati, succedendo a Giancarlo Giorgetti. Fedelissimo di Salvini, dal settembre 2014 è segretario regionale della Lega in Friuli Venezia Giulia, incarico che mantiene fino al 2019. Mentre nel 2018 è rieletto deputato per la terza volta. Secondo le classifiche della produttività, le scale Openpolis, per anni è stato il secondo deputato più produttivo della Camera, dietro a Donatella Ferranti del Pd .
La prima elezione a governatore del FVG
Nonostante la coalizione di centro-destra avesse, inizialmente, indicato come candidato alla Presidenza della Regione Friuli-Venezia Giulia l’ex presidente Renzo Tondo, il 21 marzo 2018 viene ufficializzata la candidatura di Fedriga a Palazzo del Lloyd Triestino da parte del centro-destra, candidatura su cui il segretario federale della Lega Matteo Salvini ha puntato molto fortemente. Viene eletto Presidente della Regione il 29 aprile con il 57% dei voti contro il 26,9% di Sergio Bolzonello (appoggiato dalla coalizione di centro-sinistra)
Intransigente sul fronte immigrazione
Fin dai primi giorni dopo l’insediamento, si è schierato contro l’accoglienza diffusa dei profughi, sostenendo che va incentivato il rimpatrio volontario degli extracomunitari. Firmando, come primo provvedimento, una delibera che taglia di oltre un milione di euro la spesa sul fronte dell'accoglienza, destina una somma di 50.000 euro per il rientro assistito in patria. Maggiore presidio delle forze dell’ordine, immigrazione controllata, patto strategico con le aziende per incentivare l’occupazione, sistema sanitario efficiente. Queste sono le sue parole d’ordine.
Pro vax nel periodo dell’epidemia
Si è dichiarato favorevole alle vaccinazioni ma contrario agli obblighi vaccinali, affermando: «sono a favore dei vaccini e per raggiungere il risultato è necessaria un’alleanza con le famiglie, non l’imposizione». Ma rispetto ai dubbi sui vaccini di casa negli ambienti leghisti ha anche dichiarato: «Conosco solo una forma di precauzione contro il Covid. Vaccinarsi. Io l'ho fatto quando è arrivato il mio turno». E' anche finito sotto minaccia dei no vax che lo hanno definito “reo”, “impostore”, per la frase «sono stanco delle idiozie. Il vaccino conto il Covid c'è e funziona. E lo dico chiaramente. Non è sperimentale».
Il 9 aprile 2021 è stato eletto, inoltre all’unanimità, Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, al posto di Stefano Bonaccini
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