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Biscottini a forma di borsa e boutique con ristoranti: la moda diventa gustosa

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di Chiara Beghelli

Abitini in pan di zenzero firmati Dior da Harrods a Londra

2' di lettura

Quelle luci così spettacolari spegneranno i borbottii di chi è convinto che le decorazioni di Natale debbano accendersi minimo un mese prima del 25 dicembre. Sono le luci di Harrods, a Londra, già fieramente scintillanti e firmate quest’anno da Dior, che ha conquistato interno ed esterno dei celebri magazzini britannici. Fino al 3 gennaio tutte le sue 44 vetrine, la facciata illuminata dalle luci (con anima molto italiana poiché i motivi riprendono i bozzetti della direttrice creativa Maria Grazia Chiuri e dell’artista romano Pietro Ruffo) e una mostra interattiva esprimono questa pacifica occupazione, che culmina nello speciale Dior café (le prenotazioni sono già esaurite) dove gustare almeno il dessert (il babà alla pera con crema allo zenzero) e acquistare biscottini sempre allo zenzero con la forma delle borse iconiche della maison.

Il tour fra le nuove delizie di moda e gastronomia, binomio ormai classico del lusso esperienziale, prosegue a Parigi, dove è firmato Louis Vuitton. In attesa che apra il primo hotel del marchio, come annunciato pochi giorni fa dall’ad Michael Burke (ma bisognerà aspettare almeno 10 anni), in uno spazio nel cuore del primo arrondissement, affacciato da un lato sulla Senna e dall’altro sui magazzini La Samaritaine, il 12 dicembre aprirà lo spazio espositivo LV Dream, con sale interattive e una mostra dedicata alle più importanti e spettacolari collaborazioni artistiche, come quelle con Stephen Sprouse, Grace Coddington, Cindy Sherman e Frank Gehry.

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Un allestimento della mostra LV Dream a Parigi

Per il palato ci sarà “Maxime Frédéric at Louis Vuitton”, caffetteria e cioccolateria immerse fra piante tropicali, entrambe supervisionate dallo chef-pâtissier dello Cheval Blanc Paris, già a Le Meurice con il celebre Cédric Grolet e premiato quest’anno come miglior pasticcere da Gault & Millau. In Cina, intanto, sempre Louis Vuitton ha aperto a Chengdu il suo primo ristorante nel Paese (che però è il quinto per la maison), mentre a Tokyo, ad appena un anno dalla sua inaugurazione, la prima stella Michelin è approdata sulla Gucci Osteria al quarto piano del Gucci Namiki Building a Ginza. Merito dell’incontro fra il concept di Massimo Bottura e il giovane chef Antonio Iacoviello, che si diverte a deliziare gli ospiti mescolando cucina italiana e giapponese in piatti come “La Parmigiana che vuole diventare un ramen” e il “Babà a Okinawa”.

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