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Bitcoin, perché i big della finanza sono in corsa per quotare il primo Etf a Wall Street?

Dopo la richiesta di BlackRock alla Sec sono arrivate anche quelle di Invesco, WisdomTree e, ultima, Fidelity

di Vito Lops

AdobeStock

2' di lettura

Prima BlackRock, poi Invesco e WisdomTree. Seguite ieri da Fidelity. Nel giro di pochi giorni queste quattro case di investimento, simbolo della finanza tradizionale, hanno tutte fatto richiesta alla Sec per quotare il primo Etf sul prezzo di mercato (spot) di Bitcoin. A rompere le acque è stato proprio BlackRock, primo gestore mondiale con masse vicine ai 10mila miliardi di dollari, circa quattro volte il debito pubblico italiano per intenderci. Finora la casa guidata da Larry Fink - che soli tre anni fa definiva Bitcoin come «uno strumento per il riciclaggio» - ha un track record di tutto rispetto con la Sec: su 576 richieste ha ottenuto 575 volte il nulla osta. Questa statistica ha spinto gli investitori nelle ultime sedute a credere che questa volta potrebbe essere la volta buona.

Va detto che negli ultimi anni la Sec ha ricevuto una pioggia di richieste per sdoganare a Wall Street un Etf sul prezzo spot di Bitcoin ma finora ha sempre detto no, dopo vari rimandi. Il fatto però che a questo giro si sia mosso anche BlackRock lascia ben sperare.

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C’è un altro fattore che sta spingendo molti investitori che “questa volta sarà diverso” e che la Sec potrebbe alla fine autorizzare questo Etf: il timing. Questo nuovo pressing da parte di grandi esponenti della finanza tradizionale arriva a pochi giorni dall’attacco della Sec agli esponenti della crypto-finanza, ovvero gli exchange Binance e Coinbase. Come se ci fosse, sostengono i più maliziosi, una sorta di azione coordinata volta a favorire un passaggio del testimone di questo mercato.

A proposito di timing, va detto che i tempi per un’eventuale approvazione potrebbero essere lunghi, ma non lunghissimi. Dopo una prima finestra temporale di valutazione la Sec può rinviare di ulteriori 45 giorni il giudizio. Insomma, entro l’autunno, nel bene o nel male, il verdetto dovrebbe arrivare. Come mai gli operatori tradizionali sono tornati alla carica con la richiesta dell’Etf proprio ora? «Non dobbiamo dimenticare che nella primavera del 2024, a maggio per la precisione, ci sarà l’halving di Bitcoin - spiega Eugenio Sartorelli, risk manager dell’hedge fund Rocket capital Investment -. È un momento importante per Bitcoin perché tecnicamente viene dimezzato il numero di Bitcoin emessi e quindi difatti aumenta l’effetto scarsistà e potenzialmente la spinta verso l’alto del prezzo. Potremo avere un test nelle prossime settimane con l’halving di Litecoin, previsto per il 2 agosto. Litecoin è un fork di Bitcoin, di conseguenza l’andamento di Litecoin post-halving potrebbe essere un segnale leading di quello che potrebbe succedere a Bitcoin il prossimo anno. Recessione e banche centrali permettendo».

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