Blackstone, flop in Africa. Marcia indietro sugli investimenti
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Blackstone, il più grande gruppo al mondo di private equity, ha deciso di fare marcia indietro in Africa. L'azienda newyorchese ha ridimensionato le sue ambizioni in quel continente, dove voleva investire miliardi di dollari.
È il Wall Street Journal a riferire che circa un anno fa Blackstone ha deciso di vendere Black Rhino Group, specializzato in progetti per le infrastrutture energetiche e pensato per essere il principale veicolo con cui Blackstone avrebbe investito in Africa. Della cessione, ancora da completare, non era stata mai data notizia. Allo stesso tempo, scrive il Wsj citando un portavoce, Blackstone ha venduto i diritti per lo sviluppo e la gestione di un impianto energetico nigeriano a cui Black Rhino Group sta lavorando; a comprarli è stata Globeleq, un’azienda britannica che possiede vari impianti energetici in Africa e che è controllata da CDC Group, gruppo controllato dallo stato britannico e che investe in Africa dal 1940 circa. Blackstone prese il controllo di Black Rhino Group nel 2014 scommettendo sull'Africa.
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Il problema, sembra, è che Blackstone non ha trovato grandi operazioni da finanziare. E la competizione cinese ha complicato la situazione. Anche KKR incontrò difficoltà simili tanto da smantellare nel 2017 il team di persone dedicate al continente africano e vendere il suo unico asset in quella regione, un produttore etiope di rose. L'anno prima Bain Capital perse il controllo di un retailer sudafricano (Edcon Holdings) in uno swap tra debito e partecipazioni con alcuni creditori. Stando alla portavoce di Blackstone, il gruppo «ha una lunga storia di successi nello sviluppo di impianti per la generazione di energia in tutto il mondo. Continuiamo a guardare al settore energetico in generale in America Latina, Asia e Africa».
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