Blitz a Caivano, fermi per corruzione ed estorsione. Mantovano: quando c’è la volontà i risultati arrivano
Emessi provvedimenti nei confronti di nove indagati. Sopralluogo del sottosegretario alla presidenza al Centro sportivo Delphinia
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Operazione dei carabinieri tra Caivano (Napoli), San Marcellino (Caserta), Aversa (Caserta) e altri luoghi: i militari del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna stanno dando esecuzione a un decreto di fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di nove indagati. Sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, corruzione ed altro aggravati dalla finalità mafiose. Coinvolti anche alcuni esponenti della precedente amministrazione del Comune di Caivano.
Sopralluogo di Mantovano al Delphinia
«In appena 14 giorni il Genio Militare dell’Esercito ha movimentato al Centro Delfinia oltre 300 metri cubi di materiale, che è stato eliminato, su un’area superiore a 50mila metri quadrati, il che significa che quando c’è la determinazione sia a livello di volontà politica, sia la collaborazione di tutte le istituzioni, i risultati si possono raggiungere e i tempi si abbattono». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano parlando con i giornalisti al termine del sopralluogo effettuato stamani al Centro sportivo Delphinia, oggetto di un’operazione di bonifica e riqualificazione. Mantovano ha posto poi l’attenzione, oltre che sui numeri, anche «sulla qualità della bonifica», riferendosi a «quello che può essere il simbolo del degrado, questo alimentatore di acqua che è stato trovato aperto durante i lavori; il che vuol dire che per anni e anni l’acqua ha infiltrato il terreno e ha posto in crisi alcune strutture portanti, su cui sono in corso gli accertamenti». Altri dati dell’operazione di bonifica del Centro realizzati dall’Esercito sono le 168 ore di lavoro complessivo, pari a 12 ore al giorno, le 810 unità impiegate con 45 tra mezzi e attrezzature usati.
I nomi coinvolti
Figura anche l’ex assessore comunale di Caivano Carmine Peluso tra i destinatari dei provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Napoli (procuratore aggiunto Rosa Volpe) e notificati dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna tra Caivano (Napoli), San Marcellino (Caserta) e Aversa (Caserta). I provvedimenti emessi riguardano un ex consigliere comunale, Giovanbattista Alibrico, l’esponente politico Armando Falco e il tecnico comunale Martino Pezzella, insieme con il dirigente comunale Vincenzo Zampella. Gli altri destinatari sono Raffaele Bervicato (luogotenente del boss Antonio Angelino), Raffaele Lionelli (che recuperava e custodiva armi, e gestiva le estorsioni e il welfare per i detenuti) Domenico Galdiero (che si occupava tra l’altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, incaricato di attuare le direttive di Angelino. Alibrico, Falco e Peluso (Italia Viva) erano componenti la maggioranza della precedente amministrazione comunale di Caivano, che ora è retta da un commissario straordinario.
Le contestazioni della Procura
Agli amministratori pubblici di Caivano, la Procura di Napoli e i carabinieri contestano di avere fornito in vari modi appoggio all’organizzazione malavitosa guidata da Antonio Angelino (ritenuto elemento di spicco del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano e capo del gruppo Gallo-Angelino, arrestato dai carabinieri lo scorso luglio a Castel Volturno) con il quale interagivano per fornirgli informazioni riguardo i lavori pubblici assegnati alle imprese e anche per gestirne l’aggiudicazione a imprenditori vicini al clan. Erano quest’ultimi, secondo quanto emerso dalle indagini, a versare mazzette, sia agli amministratori, sia al clan. Zampella, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, nella veste di dirigente del settimo settore lavori pubblici del comune di Caivano, firmava le determine di affidamento.
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