scommesse illegali

Blocco parziale per Medium in Italia su richiesta delle Dogane. Ma è «eccesso di zelo»

Stop dopo l’aggiornamento dell’elenco dei siti che pubblicano notizie su giochi e scommesse online. Ma ci voleva più tempo

di Alessandro Longo

3' di lettura

Alcuni operatori hanno bloccato Medium.com a partire da martedì 2 marzo, facendo seguito a una richiesta dell'Agenzia delle Dogane, che aveva trovato su questa piattaforma alcuni link per giochi e scommesse illegali.

L’Agenzia delle Dogane ha mandato una richiesta di sblocco agli operatori, il 3 marzo sera (anche dopo la pubblicazione di questo articolo, ndr).

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La vicenda ha sollevato diverse polemiche, dato che Medium.com è una delle principali piattaforme di pubblicazione online al mondo e tra i siti più visitati (88°, secondo la classifica Alexa); utilizzato non solo da studiosi ed esperti ma anche da molte istituzioni per comunicare con i cittadini, tra cui l'italiana PagoPa Spa, che infatti su Twitter ha annunciato di volersi interessare al problema.

A quanto ricostruito, il blocco è stato frutto di «eccesso di zelo» da parte di alcuni operatori telefonici, a quanto riferiscono dall'Agenzia delle Dogane. Tra questi c'è certo il caso di Fastweb, che – al momento della prima pubblicazione di questo articolo, il 3 marzo – rendeva ancora inaccessibile il sito.

Ma Fastweb – il 4 marzo - ha replicati di avere semplicemente eseguito l'ordine in automatico, come di consuetudine, sulla base della lista dei siti da bloccare.

Quanto accaduto ha contorni ancora poco chiari, data la diversa versione dei fatti tra Dogane e Fastweb. Ciò che è chiaro è che tutto è cominciato con una richiesta delle Dogane il primo marzo con l’aggiornamento dell'elenco di siti contenenti servizi illegali di scommesse.

«Nel caso di Medium noi abbiamo rispettato la legge 126/2020 secondo cui la nostra richiesta agli operatori è solo quella di chiedere – a loro volta – alla piattaforma di rimuovere le pagine illecite - spiegano dalle Dogane -. l blocco scatta solo dopo 15 giorni in caso di mancata ottemperamento da parte della piattaforma».

Dall’Agenzia delle Dogane aggiungono che gli operatori si stanno affrettando a sbloccare – almeno temporaneamente, fino al 16 marzo – Medium.com. La replica di Fastweb è che questa richiesta non era di chiedere la rimozione di specifici contenuti illeciti, ma di bloccare l'intero sito.

Dogane insiste nella propria posizione: «Il 3 marzo abbiamo voluto mandare una richiesta più precisa agli operatori per evitare che peccassero ancora di eccesso di zelo».
Né Dogane né Fastweb sono disposti a divulgare il documento della richiesta fatta.

Tra le prime voci critiche, su Twitter, quella di Giorgio Bonfiglio, principal operations fairy di Aws, che parla di una «lista di censura» dell'Agenzia delle Dogane.

Ma anche Simone Piunno, ex componente del Team Digitale presso la presidenza del Consiglio: “Medium è stato usato nel tempo anche da molte agenzie governative per la digitalizzazione, ad esempio pubblicano su Medium lo US Digital Service (l'agenzia che si occupa della trasformazione digitale del governo federale americano, ndr) così come gli equivalenti di Singapore, Hong Kong, Ontario, Australia - scrive su Facebook -.La stessa cosa abbiamo fatto al Team per la Trasformazione Digitale a partire dal 2016 e tutt'ora sta pubblicando su Medium le proprie notizie la società pubblica PagoPA SpA”.

PagoPa via Twitter conferma che la comunicazione via Medium è per loro fondamentale e cercherà di evitare un blocco della piattaforma.

«Storicamente – aggiunge Piunno - gli unici Stati che hanno censurato Medium sono stati: Malaysia nel 2016, Cina nel 2016, Egitto nel 2017, Vietnam nel 2020, Albania nel 2020 (per soli due giorni)».

L'Italia ha occupato solo brevemente questa lista. Resta aperta la questione se la prassi finora usata da Dogane e dagli operatori per i filtri dei siti sia considerabile accettabile. O se non richieda, come chiedono da tempo alcuni esperti, una revisione, anche con un intervento normativo.

L’articolo, pubblicato il 3 marzo, è stato aggiornato il 4 marzo tenendo conto delle reazioni dell’Agenzia delle Dogane e di Fastweb

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