Logistica

Blocchi Tir, primi stop alle forniture. La Molisana ferma la produzione di pasta

Nulla di fatto al tavolo tra Governo e imprese. I mugnai: filiere a rischio. Ai blocchi dei giorni scorsi si sono aggiunti oggi quelli in Calabria, Campania, Puglia e nel porto di Ravenna

di Marco Morino

(Imagoeconomica)

3' di lettura

Tensione alle stelle nell’autotrasporto, dove le imprese, soprattutto nell’area del centro sud, non sono più in grado di sopportare e assorbire gli extra costi del carburante: gasolio per autotrazione, che ha raggiunto i 2 euro al litro e Gnl (gas naturale liquefatto) per i veicoli più moderni. «Senza aiuti non possiamo andare avanti» dicono le imprese dell’autotrasporto.

Ai blocchi spontanei segnalati nei giorni scorsi in Sicilia e in Puglia, ieri si sono aggiunti ulteriori blocchi nel Lazio, in particolare lungo la statale Pontina (Roma-Latina) e in Molise. Oggi, sulle strade d’Italia - in Calabria, Campania, Puglia ma anche al porto di Ravenna - le proteste dei tir contro il caro-carburante si sono moltiplicate. E anche parte del mondo politico delle Regioni si mobilita per chiedere al governo un intervento urgente e decisivo.

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Stamattina un camionista che stava protestando sulla statale 16, nel Foggiano, è stato ferito al fianco, con un’arma da taglio, in modo non grave da un automobilista esasperato.
Intanto il Codacons si dice pronto a denunciare gli autotrasportatori per le ripercussioni della protesta anche sui consumatori.

La situazione è potenzialmente esplosiva, perché se si ferma la logistica si rischia di non avere merci a sufficienza nei supermercati oppure carenza di materie prime e semilavorati nelle industrie di trasformazione. Va tenuto presente, inoltre, che in Italia l’80% della merce viaggia su gomma (Tir). E i primi allarmi sono già scattati, come quello lanciato ieri da Italmopa, l’associazione industriali mugnai d’Italia.

La Molisana: «Stop produzione»

«La produzione sarà sospesa da domani perché La Molisana affianca lo sciopero degli autotrasportatori» contro il caro-carburante. Lo fa sapere La Molisana, l’azienda italiana produttrice di pasta, precisando che non è ancora stabilita una data per la ripresa della produzione

Pasta e pane a rischio

Secondo Italmopa, le forti proteste nell’autotrasporto stanno minacciando l’operatività delle filiere nazionali di pasta e pane. Dice Emilio Ferrari, presidente di Italmopa: «Le iniziative degli autotrasportatori stanno determinando il fermo produttivo di numerosi impianti molitori che operano nelle regioni in cui è attiva la protesta. Regioni peraltro particolarmente significative, a livello nazionale, nella produzione sia di frumento duro, sia di semole di frumento duro destinate alla produzione di un prodotto simbolo della nostra dieta quotidiana: la pasta». È una situazione che non si era verificata neppure nel corso della fase più acuta della pandemia e che, precisa Enzo Martinelli, presidente della sezione molini a frumento duro di Italmopa, «ha già provocato interruzioni sia nell’approvvigionamento in frumento duro dei nostri molini, sia nella fornitura di semole di frumento duro all’industria pastaria». Italmopa sollecita un intervento urgente dei ministri e delle amministrazioni competenti per superare una situazione particolarmente delicata «non solo per il settore molitorio ma per l’intera economia italiana».

Nulla di fatto al ministero

Ieri l’incontro tra Unatras (il coordinamento delle maggiori associazioni dell’autotrasporto italiane) e governo (nella persona di Teresa Bellanova, viceministro alle Infrastrutture), è terminato con un nulla di fatto, ovvero senza aver individuato soluzioni concrete a favore degli autotrasportatori. La sintesi della giornata è nello stringato commento rilasciato dai diretti interessati al termine della riunione: «Le trattative proseguono a oltranza». Al momento il fermo nazionale dell’autotrasporto, che era stato minacciato da Unatras in caso di esito negativo del confronto, non è stato proclamato. Dunque, si continua a trattare mentre il malcontento nei territori dilaga.

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