Boccia: preoccuparsi dello spread, un punto percentuale vale 20 miliardi
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«Bisogna ritornare ai fondamentali dell’economia per darsi grandi obiettivi politici. Serve un primato della politica: più politica e non meno. Ma una politica delle soluzioni, della consapevolezza dell’interesse nazionale non quella che solo con le dichiarazioni è capace di far aumentare lo spread». Così, dall’assemblea di Unindustria a Roma, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
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Boccia: preoccuparsi dello spread
Il numero uno degli industriali esorta: «Puntare sulla crescita vuol dire anche evitare battute gratuite tipo “chi se ne frega dello spread, il popolo è con noi”. Solo un punto percentuale di spread vale 20 miliardi a regime. Quindi «bisogna preoccuparsi dello spread, lo dico nell’interesse di chi deve finanziare il debito pubblico». E ancora: «Il futuro non si costruisce cavalcando ansie» ma «con una visione» e «recuperando fiducia». Il tutto rivendicando nel suo intervento all’assemblea di Unindustria il «ruolo dei corpi intermedi: chiediamo di essere valutati per le nostre idee, le nostre proposte».
«Se ci sarà crescita avrà avuto ragione il Governo»
«La manovra noi l'avremmo fatta in maniera totalmente diversa ma non siamo al Governo del Paese. Lo dice il Governo stesso, la crescita rende sostenibile la manovra, allora il Governo dimostrasse che la crescita rende sostenibile questa manovra» chiarisce il presidente di Confindustria a margine dell'assemblea di Unindustria. E aggiunge: «Se tra qualche mese avremo più occupazione e crescita avrà avuto ragione il Governo, altrimenti dovremo pensare dei correttivi».
«Per la crescita i cantieri vanno aperti, non chiusi»
Dal palco dell'assemblea di Unindustria Boccia manda un messaggio al Governo: per stimolare la crescita in Italia «i cantieri vanno aperti, non chiusi, come la Tap, la Tav, la Torino-Lione e l'Aeroporto di Firenze: se volete crescere dovete aprire i cantieri, se li chiudete la crescita non arriva». Secondo il Presidente di Confindustria è poi «importante capire che la dotazione di infrastrutture non è solo cantieri e occasioni di lavoro ma costruire un Paese competitivo sulle infrastrutture».
«Se deficit senza sviluppo ovvio Ue bocci manovra»
Quanto alle critiche del presidente Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue alla legge di bilancio, con l'Europa «c’e' un dibattito che il Governo ha messo nel conto, è evidente che ha sforato. Il punto è se abbiamo sforato per crescere e, quindi, il debito pubblico scende con la ricchezza che abbiamo creato e possiamo dire che c'è una spiegazione. Se invece facciamo deficit solo per spese ordinarie, la manovra ce la bocciano».
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