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Boldrini, la paladina dei diritti di donne e rifugiati che passa da Leu al Pd

Terza donna a ricoprire lo scranno più alto di Montecitorio, nel corso del suo mandato Boldrini ha tra l’altro istituito l'intergruppo delle deputate per la parità di genere e abolito i vitalizi per gli ex parlamentari condannati per reati gravi. Nelle elezioni 2018 era tornata alla Camera con Liberi e Uguali

di Andrea Gagliardi

2' di lettura

«Vado con il Pd perché vuole aprire un dialogo con tutti quei mondi che, ieri e oggi, non si sentono più rappresentati, e recuperare la fiducia dei giovani che non vanno più a votare». Così l'ex presidente della Camera Laura Boldrini, eletta nelle liste di Leu, in un'intervista a Repubblica ha anticipato il suo passo, spiegandone le ragioni. Ha deciso di lasciare LeU ed entrare nel Pd perché «con la destra peggiore di sempre non è più tempo di piccoli partiti e di fare troppi distinguo». E aggiunge: «A forza di farlo rischiamo solo di estinguerci, mentre la destra va sfidata e contrastata con l'azione di un grande soggetto politico capace di incidere sulla società e che si batta contro ogni forma di disuguaglianza sociale, territoriale e di genere». Poi chiarisce anche che la sua decisione «non è legata affatto all'uscita di Renzi e del suo gruppo».

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Terza donna a ricoprire lo scranno più alto di Montecitorio, marchigiana di Macerata, classe 1961, coniuga gli studi in legge alla Sapienza di Roma con lunghi viaggi in giro per il mondo. Dopo un'esperienza da giornalista e autrice per la Rai, nel 1989 inizia a lavorare con la Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, occupandosi di produzione video e radio.

Successivamente e per cinque anni, lavora presso il Programma alimentare mondiale (Wfp) come portavoce per l'Italia. Dal 1998 al 2012 è portavoce della Rappresentanza per il Sud Europa dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati a Roma (Unhcr), per la quale coordina anche le attività di informazione in Sud Europa. Candidata nel 2013 per Sinistra Ecologia Libertà, viene eletta e il 16 marzo diventa Presidente della Camera.

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Nel corso del suo mandato Boldrini ha istituito due commissioni di studio, composte di deputati, esperti, rappresentanti di organismi sovranazionali e associazioni: la “Commissione internet” che ha adottato la Dichiarazione sui i diritti e i doveri in internet e la “Commissione Jo Cox” sull'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio. Ha introdotto il linguaggio di genere negli atti e nei lavori alla Camera ed istituito l'intergruppo delle deputate per la parità di genere. Ha inoltre introdotto una regolamentazione per le attività di lobbying e abolito i vitalizi per gli ex parlamentari condannati per reati gravi. Nelle elezioni 2018 è tornata alla Camera con Liberi e Uguali. Alle elezioni europee del 2019 ha dichiarato il suo voto per il Partito Democratico, per poi annunciare il suo ingresso nel partito.

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