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Bollette, pressing per la rateizzazione alle imprese

È atteso in commissione Bilancio al Senato l’emendamento alla manovra con cui il governo punta ad alleggerire i nuovi rincari in arrivo con il prossimo aggiornamento trimestrale delle bollette di luce e gas

di Celestina Dominelli

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3' di lettura

È atteso mercoledì, in commissione Bilancio al Senato, l’emendamento alla manovra con cui il governo punta ad alleggerire i nuovi rincari in arrivo con il prossimo aggiornamento trimestrale delle bollette di luce e gas che, con tutta probabilità, sarà comunicato il 28 dicembre dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera). L’esecutivo, sotto il pressing della maggioranza, starebbe valutando anche l’ipotesi di una rateizzazione per le imprese. E martedì, intanto, i contorni del nuovo intervento, dopo quelli già messi in pista a luglio e a settembre scorso, sono stati illustrati, nel corso del Consiglio dei ministri, dal titolare dell’Economia, Daniele Franco, che ha confermato innanzitutto la dote complessiva contro il caro-energia, pari a 3,8 miliardi, in pratica il raddoppio del Fondo da 2 miliardi già previsto in legge di Bilancio.

I tasselli enunciati configurano di fatto una misura tampone analoga a quella già realizzata a settembre. Nel dettaglio, ha spiegato Franco, 1,8 miliardi saranno destinati ad azzerare gli oneri di sistema per il settore elettrico andando ad annullare le aliquote applicate alle utenze domestiche e a quelle non domestiche (che, va ricordato, sono microimprese con potenza disponibile fino a 16,5 kilowatt). Seicento milioni, come già avvenuto tre mesi fa, serviranno poi a ridurre l’Iva sul gas al 5% (che spetterà, dunque, sia per i consumi per i quali l’aliquota ordinaria è pari al 10 per cento sia per quelli industriali, assoggettati invece al 22%). Altri cinquecento milioni saranno utilizzati per azzerare gli oneri di sistema sul gas che, lo ricordiamo, a settembre erano stati fortemente ridimensionati ma non annullati del tutto e che comunque pesano molto meno sui costi complessivi della bolletta rispetto all’incidenza per l’elettrico. E, infine, 900 milioni per annullare l’aumento per i beneficiari del bonus sociale, cioè le famiglie in condizioni di disagio economico (con Isee fino a 8.265 euro o fino a 20mila euro con almeno 4 figli a carico) e fisico.

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Su quest’ultimo fronte, se si osserva lo stanziamento di settembre, si nota subito un raddoppio dei fondi (da 450 a 900 milioni), la cui ratio è facilmente spiegabile in quanto le risorse serviranno, come anticipato ieri in audizione anche dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a dare sì più ossigeno ai percettori dello sconto nella fattura energetica, ma anche a compensare questa misura in bolletta perché - pochi lo rammentano -, il bonus sociale è una delle voci pagate da tutti gli utenti finali attraverso gli oneri di sistema (tramite la componente Arim).

Accanto a queste misure, il governo starebbe poi valutando, come detto, anche la possibile rateizzazione delle bollette soprattutto per venire incontro alle imprese, rimaste sostanzialmente fuori dagli interventi finora messi in campo. Il nodo principale restano gli energivori, vale a dire le aziende che consumano grossi quantitativi di energia (dalle acciaierie alle cartiere, alla ceramica) e che rischiano un nuovo bagno di sangue dopo gli aumenti dei mesi scorsi. Un eventuale intervento diretto di alleggerimento per queste imprese sarebbe a rischio cartellino rosso da parte di Bruxelles che mal digerisce le manovre settoriali. Anche in questo caso si tratterebbe di una misura tampone, la cui messa a terra, se l’esecutivo decidesse di azionare tale leva, andrebbe definita con l’Authority presieduta da Stefano Besseghini. L’Arera ha predisposto da tempo per i clienti morosi un meccanismo di rateizzazione che andrebbe quindi rimodulato per ricomprendere anche altre tipologie di utenti.

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