L’inchiesta

Bologna, nei cantieri il nuovo potenziale della città

Una città ricca, con distretti industriali innovativi, che attrae studenti e turisti, ma da anni non riesce ad attirare investitori (italiani e stranieri) sul fronte immobiliare e a sperimentare progetti di architettura d’avanguardia

di Laura Cavestri

(Adobe Stock)

4' di lettura

La palma della “qualità della vita”, conquistata nell’anno del Covid, ne marca la tempra resistente, la resilienza di strutture pubbliche e private, servizi e opportunità di lavoro che hanno saputo tenere, pur nella difficoltà. Di contro, non sono mancati – anche negli anni precedenti alla pandemia – difficoltà e nodi proprio sul fronte degli investimenti in infrastrutture e cantieri. Inciampi, fallimenti, paralisi di anni e stop&go da cui la città sta gradualmente riemergendo. Ma resta molto da fare.

La settimana scorsa il Comune ha approvato il nuovo Pug (Piano urbanistico generale), privilegiando progetti di rigenerazione ambientale e per la casa in affitto. E sì al bosco ai Prati di Caprara e al Parco nord.

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Il destino di «Fico»

La prima sfida per la primavera che verrà sarà ripensare Fico. Tra restrizioni e lockdown i costi della struttura erano diventati insostenibili e ha preferito chiudere fino alla primavera del 2021. Ma verrà ripensato. Anche perchè non è mai decollato: il 2019 lo ha chiuso con perdite di 3,1 milioni con un valore della produzione in calo del 13,6%, da 38 a 33 milioni di euro. Fico verrà ripensato nell’ottica di un parco divertimenti diversificato in 7 aree tematiche. Di fatto, si parla di un piano quinquennale di rilancio in cui l’intera struttura verrà ripensata in modo tale da avere un’identità più definita. Nascerà un museo della gastronomia italiana, così come proseguirà la costruzione di un albergo. I cantieri verranno avviati nel I trimestre del 2021.

Al di fuori dei cancelli di Fico, ma in linea d’aria poco distante, si è aperto un pre-contenzioso tra il Comune di Bologna e Prelios Sgr, di circa 2,3 milioni di euro, relativo a un intervento di costruzione della Nuova Area Mercatale (il cosiddetto Nam). Palazzo D’Accursio aveva chiesto il pagamento dei contributi concessori relativi al permesso di costruire da parte del fondo “Parchi Agroalimentari Italiani – Comparto B”, gestito da Prelios. Secondo la Sgr, invece, il titolo edilizio doveva beneficiare dell’esenzione perché le opere rientravano tra quelle di interesse pubblico su un’area all’80% di proprietà del Comune. Da quì, la decisione del Comune, a novembre, di inviare un’ordinanza-ingiunzione. Prelios Sgr, dal canto suo, ha dato mandato per presentare ricorso dinanzi al Tar dell’Emilia Romagna.

Prosegue, poi, il progetto relativo al restyling dello stadio Dall’Ara, operazione da 100 milioni che partirà nel 2022. Il club e il Comune dialogano per l’allestimento dell’impianto temporaneo che potrebbe trovare collocazione in zona Fiera o al Caab.

Dal Navile a Bertalia-Lazzaretto

Dopo 5 anni di stop per il fallimento a catena delle cooperative nella crisi edilizia di 10 anni fa, l’anno scorso sono ripartiti i lavori nell’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo, al Navile. A prendere in mano lo scheletro del grande immobile residenziale tra via Delfino Insolera e via Bassani – dopo il fallimento della Cesi – è stata, dalla scorsa estate, la Cims di Imola. L’operazione vale 30 milioni di euro per un immobile da cento alloggi. La consegna è prevista nell’estate 2021. «Operiamo su un lotto di circa 9mila mq ma la superficie utile da riqualificare è di circa 100mila mq – ha spiegato l’ad di First Atlantic Re, Ugo Debernardi – e non escludiamo il nostro interesse per altri lotti. Sinora abbiamo venduto circa il 70% degli appartamenti. Bologna è una città con una forte domanda e con pochi progetti residenziali nuovi, dove non si può costruire bene a meno di 1500-2mila euro al mq».

Poi c’è il nuovo polo Bertalia-Lazzaretto,tra la stazione ferroviaria e l’aeroporto Marconi: 36mila mq destinati a didattica e ospitalità degli studenti, attigui alla nuova sede della Scuola di Ingegneria. Un intervento da 45 milioni di euro e 42 mesi di cantieri per realizzare quattro edifici destinati ai dipartimenti di Ingegneria, con aule, mensa, studentati per 382 ragazzi. Un tassello del puzzle da 200 milioni di euro di cantieri solo a Bologna, per portare fuori dalle mura storiche i corsi tecnologici-scientifici e potenziare la ricerca. Sarà inaugurata tra un anno la nuova cittadella Navile-Battiferro, 142 milioni di intervento finito; dentro al Sant’Orsola, l’ospedale universitario, sono previste opere per 120 milioni e l’ateneo investirà quasi 30 milioni per la Torre Biomedica, il cuore di R&S e didattica biomedicale, da inaugurare nel 2023.

Lo shopping al Monte di Pietà

Prima i ritrovamenti archeologici, poi il covid. Nuovi ritardi per il punto vendita Conad all’ex Monte di Pietà. Un progetto avversato da storici, urbanisti e da Italia Nostra, contraria un supermercato nei locali quattrocenteschi dell’ex Monte di Pietà. Il nuovo “Sapori & Dintorni” in via Indipendenza, accanto alla cattedrale di San Pietro, aprirà entro metà del 2021.

Ex caserme e Prati di Caprara

Infine, ci sono le aree delle ex caserme. Per l’ex Staveco, la settimana scorsa è stato firmato il patto fra il ministero della Giustizia e il demanio, per la trasformazione dell’area nella cittadella giudiziaria. Come ha dichiarato il vice sindaco di Bologna, Valentina Orioli ci vorranno 6 anni. Per l’area residenziale nella ex caserma Mazzoni (rilevata da Cdp) potrebbe volerci meno. Mentre l’intervento urbanistico ai Prati di Caprara (proprietà di Invimit Bosco) – già stralciato dal progetto di rilancio dello stadio Dall’Ara ma che avrebbe dovuto ospitare l’area commerciale – resta al palo, coi comitati che si oppongono al cemento nel bosco urbano.

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