BolognaFiere va in Borsa, sbarco sull’Egm nel 2023
La giunta del Comune di Bologna approva due delibere: via all’iter
I punti chiave
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Sarà un aumento di capitale da 15 milioni di euro ad accompagnare BolognaFiere all’altare di Piazza Affari. Il debutto in Borsa è previsto «presumibilmente entro la fine dell’anno. La quotazione avverrà nel mercato EGM (Euronext Growth Milan) nel segmento Pro, dove le azioni possono essere acquistate esclusivamente da investitori professionali», recita la nota diffusa ieri dal Comune di Bologna, primo azionista della società fieristica, che ha approvato in Giunta due delibere relative alla quotazione e all’aumento di capitale sociale della Spa che passano ora al vaglio del Consiglio.
I conferimenti
Palazzo d’Accursio contribuirà al suddetto aumento attraverso il conferimento del Parco Nord, l’enorme area tra tangenziale e A14, adiacente al quartiere fieristico, destinata a diventare un polmone verde di 17 ettari con un’arena da oltre 20mila posti a sedere, che verrà ceduta alla fiera per trent’anni in diritto di superficie per un controvalore di 4,8 milioni di euro. Cifra cui si sommano 82mila euro di altri due piccole porzioni stradali che il Comune guidato da Matteo Lepore cederà in piena proprietà all’expo a completamento dell’aumento di capitale del 2022 (con cui erano stati conferiti il Palazzo dei congressi, il Padiglione polivalente e terreni).
Il puzzle
Prende così forma definitiva il puzzle a lungo progettato da BolognaFiere per arrivare a Piazza Affari e affiancarsi ai vicini romagnoli di Ieg e di Fiera Milano - i due possibili partner con cui da anni si discute di aggregazioni – con una stazza di tutto rispetto, complice anche l’arrivo di Informa PLC, il colosso britannico delle fiere B2B, che nel maggio 2022 ha sottoscritto un prestito obbligazionario convertibile da 25 milioni di euro destinato ora, con la quotazione, a trasformarsi in quote azionarie (fino al 15% del capitale).
«Il patrimonio immobiliare della Fiera nel 2016 era di 350mila mq, oggi il perimetro sotto la responsabilità della società sfiora il milione di mq. A spanne parliamo di 200 milioni di euro di valore», precisa alla Dire il direttore generale di BolognaFiere, Antonio Bruzzone. E aggiunge: «La Borsa è il quarto tassello del nostro piano di sviluppo post-pandemia: l’aumento di capitale in denaro, l’equity e i conferimenti in natura. Siamo usciti dalla pandemia meglio di altri quartieri, compresa Milano, con un fatturato da 209 milioni di euro, dai 175 milioni del 2019. Oggi siamo il primo operatore italiano per attività estere e vogliamo essere un motore di sviluppo per l’economia e anche per la città».
L’azionariato
La quotazione in Borsa e l’apertura a investitori terzi per la parte inoptata dei 15 milioni di euro di aumento di capitale non intaccheranno il controllo pubblico. Oggi il 65% del capitale sociale di BolognaFiere (157,2 milioni di euro al 31 dicembre scorso) è in mano a quattro enti locali: il Comune ha il 26,34% delle azioni (che saliranno con la cessione del Parco Nord); la Camera di commercio è seconda con il 19,77%, la Regione Emilia-Romagna terza con il 9,44 e Lepore gestisce anche il 9,1% della Città metropolitana di Bologna. La quotazione consentirà di «aumentare la visibilità sul mercato, fornire ai soci un valore trasparente della società e favorire l’ingresso di nuovi investitori per supportare i progetti di sviluppo e rafforzamento del gruppo - precisa la nota di Palazzo d’Accursio -. Il termine finale di sottoscrizione sarà fissato al 31 dicembre 2024. Il CdA di BolognaFiere avrà la delega per il numero di azioni di nuova emissione e il prezzo, che sarà stabilito tenendo conto anche delle condizioni del mercato generale».
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