Bombardamento israeliano a Gaza: oltre 50 morti e 150 feriti
Dopo il bombardamento nel campo profughi di Jabalia, Hamas esorta i paesi arabi e musulmani a prendere posizione decisiva per fermare Israele. Fatah annuncia giornata della rabbia
I punti chiave
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È di oltre 50 morti e 150 feriti il bilancio dell’enorme esplosione avvenuta martedì nel campo profughi di Jabalia , nel nord della Striscia di Gaza a seguito del bombardamento israeliano. È quanto ha dichiarato il direttore dell’Ospedale indonesiano di Gaza ad Al Jazeera. Intervistato anche dalla Cnn, Atef al-Kahlout, parlato di “centinaia” tra morti e feriti arrivati in ospedale. «Molti sono ancora sotto le macerie», ha aggiunto. Nel bombardamentosul campo profughi di Jabalia sarebbero morti sette ostaggi, tra cui tre stranieri. Lo afferma Hamas.
Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha parlato di «20 edifici completamente distrutti da un bombardamento israeliano che ha colpito un quartiere di Jabalia», un campo profughi densamente popolato. La Cnn sottolinea che le foto del sito mostrano alcuni enormi crateri, circondati da macerie ed edifici danneggiati. «Quello che si vede è una scena che non si può immaginare», ha dichiarato all’emittente americana un altro dottore dell’ospedale, Mohammad alRann, spiegando che i feriti sono ovunque «nei letti, sul pavimento, nei corridoi e nell’area della reception» e sottolineando che la maggioranza delle ferite sono provocate da esplosioni.
Giornata della rabbia
Secondo il ministero dell’Interno di Gaza, guidato da Hamas , i raid israeliani che hanno colpito il campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza ha causato un bilancio di 400 persone morte o ferite. Il portavoce del ministero Ayed al-Bazm ha detto in una conferenza stampa che sei bombe hanno colpito martedì l’area. «Il campo profughi di Jabalia è stato completamente distrutto», afferma il direttore della difesa civile di Gaza, Ahmad al-Kahlout, ai giornalisti davanti a un ospedale di Khan Younis nella Striscia. «Il distretto è stato distrutto da sei bombe di fabbricazione Usa», ha detto citato da al Jazeera.
Dopo il bombardamento nel campo profughi di Jabalia, Hamas esorta i paesi arabi e musulmani «a prendere una posizione storica e decisiva per fermare i massacri» commessi da Israele, e quello che descrive come un “genocidio” contro il popolo palestinese. Lo riferisce Al Jazeera online, secondo cui in un comunicato Hams afferma inoltre che «il massacro dell’occupazione terroristica sionista nel campo di Jabalia è tollerato da tutti i paesi, governi e organizzazioni che sostengono questa entità terroristica sionista».
Il partito Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas ha annunciato una «giornata della rabbia mercoledì» nella parte settentrionale della Cisgiordania, a seguito degli attacchi aerei attribuiti da Israele nel campo profughi di Jabalia a Gaza. Lo riferisce Haaretz.
Intanto, il Qatar ha avvertito che gli attacchi israeliani su larga scala a Gaza “minano” la sua mediazione.
Idf: Strutture terroristiche sotto edifici civili
Dal canto loro, le forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver ucciso il comandante del battaglione centrale Jabalia di Hamas, Ibrahim Biari, nel corso di un raid aereo sulla zona. Lo riporta The Times Israel citando la stessa Idf secondo cui l’attacco ha provocato il crollo di alcuni tunnel sotterranei e di diversi edifici vicini. Diversi miliziani di Hamas sarebbero morti nel raid. Biari era considerato responsabile di aver guidato i membri delle forze di èlite Nukhba di Hamas nel corso dell’invasione del 7 ottobre.
«A Yihia Sinwar (il leader di Hamas a Gaza, ndr) non importa della popolazione della Striscia. Lui ha costruito intenzionalmente infrastrutture terroristiche sotto abitazioni civili, per farsene scudo»: lo ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari. Riferendosi all’attacco a Jabalia, «in cui l’esercito ha conquistato una roccaforte di Hamas», l’attacco all’edificio del comandante locale «ha provocato un crollo di edifici civili sotto ai quali si trovava una grande infrastruttura di Hamas». Hagari ha consigliato a quanti sono nel nord della Striscia di passare al più presto nel settore meridionale, per la loro sicurezza.
Msf “inorridita”
Medici Senza Frontiere ha condannato l’attacco israeliano. L’organizzazione si è detta «inorridita» dalle notizie provenienti dal campo profughi, denunciando «l’ultimo episodio di violenza insensata». «Dopo l’attacco, molti feriti sono arrivati all’ospedale di Al Shifa, dove le nostre équipe hanno contribuito a fornire cure di emergenza», ha reso noto. «Bambini piccoli sono arrivati in ospedale con ferite profonde e gravi ustioni. Sono venuti senza le loro famiglie. Molti urlavano e chiedevano dei loro genitori. Sono rimasto con loro fino a quando non siamo riusciti a trovare un posto, perché l’ospedale era pieno di pazienti», ha detto Mohammed Hawajreh, un infermiere di Msf citato da Ha’aretz.
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