«Bond convertibili per sfruttare i rialzi di Borsa e difendersi dai tassi»
«Tra le emissioni più interessanti ci sono quelle della svizzera Dufry, dell’Italiana Nexi e della la svedese Spotify»
di Isabella Della Valle
I punti chiave
4' di lettura
Il segmento delle obbligaizoni convertibili è forse meno noto ai risparmiatori, ma tra le sue peculiarità c’è proprio quella di esporsi indirettamente sul mercato azionario cercando di sfruttarne l’andamento positivo e di rendere quindi più dinamico il portafoglio per chi non vuole correre grandi rischi ma nemmeno posizionarsi esclusivamente sui bond tradizionali. Insomma un buon compromesso anche se la selezione dei titoli deve essere accurata e attenta perchè potrebbe esporre a settori e ad aziende più o meno redditizi a seconda della fase congiunturale del mercato.
Di questa asset class ne parla in questa intervista Nicolas Crémieux, è co-responsabile del Convertible Bond Team di Mirabaud AM e Lead Portfolio Manager del fondo Mirabaud Sustainable Convertibles Global. Mirabaud AM è la divisione asset management del gruppo indipendente fondato a Ginevra nel 1819. La società è firmataria dei Pri delle Nazioni Unite dal 2010, ha un rating A+ e pone i principi Esg al centro del proprio patrimonio di valori.
Perché secondo lei bisognerebbe includere obbligazioni convertibili in portafoglio?ncludere obbligazioni convertibili in portafoglio?
L’inclusione di obbligazioni convertibili in un portafoglio bilanciato offre una misura di copertura contro l’inflazione, riduce l’esposizione ai tassi d’interesse e al contempo porta il beneficio aggiuntivo implicito dell’esposizione azionaria.
Nell’attuale contesto di mercato, che vantaggi offrono le obbligazioni convertibili rispetto alle obbligazioni tradizionali?
Le convertibili sono tendenzialmente meno sensibili ai cambiamenti dei tassi d’interesse rispetto alle obbligazioni tradizionali per la duration più breve e le caratteristiche simili alle azioni, poiché l’opzionalità intrinseca tende ad apprezzarsi con i rialzi dei tassi di interesse. Sempre più investitori apprezzano le loro caratteristiche uniche di rischio-rendimento legate alla convessità che è impossibile da replicare combinando singolarmente azioni e obbligazioni. Infatti, quest’asset class cattura tra il 40% e il 70% dei rialzi azionari a seconda di quanto si riducono gli spread, con una volatilità fino a due volte inferiore; di solito perde tra il 20% e il 50% nei ribassi rispetto al titolo azionario corrispondente. Inoltre, riduce il rischio di perdersi una ripresa del mercato o di subirne un calo.
Perché?
Perché è l’unica asset class a offrire una partecipazione immediata e solida ai mercati azionari con una protezione dai ribassi. Man mano che il prezzo di un’azione sale, il delta (o la sensibilità azionaria) aumenta e un investitore può godere di un maggiore tasso di partecipazione alla crescita di mercato. Se i mercati azionari scendono, il delta diminuisce, garantendo una minor esposizione ai cali.
Con quali criteri sceglie i titoli?
Adottiamo un processo di selezione bottom up e selezioniamo solo obbligazioni convertibili di società sostenibili esposte a trend che abbiamo identificato, che presentano un’elevata convessità senza restrizioni di rating, ma con uno spread di credito inferiore a 600 punti base per proteggersi dai ribassi e che offrano almeno il 20% di potenziale per l’aumento del prezzo delle azioni corrispondenti.
E come integrate i principi Esg?
Escludiamo aziende attive in settori controversi come l’estrazione del carbone termico, il tabacco e le armi. Applichiamo uno screening positivo utilizzando l’approccio best-in-universe per ogni regione geografica. Per raggiungere questo obiettivo, sviluppiamo un punteggio interno ed escludiamo il 20% degli emittenti più deboli. Stabiliamo poi un dialogo con le società idonee più sottoperformanti per capire quali rischi e opportunità extra-finanziarie stanno affrontando, ma anche per incoraggiare trasparenza e buone prassi.
Qual è la relazione tra l’andamento delle obbligazioni convertibili e un indicatore come il T-Bond?
Storicamente i bond convertibili presentano una correlazione negativa con i rendimenti dei Treasury. Dal 1994, ogni volta che il rendimento dei titoli Usa a 5 anni è salito di oltre 50 punti base, quello delle convertibili ha rispecchiato i rendimenti azionari positivi 11 volte su 15.
I settori che segue di più?
Prevediamo che i settori più ciclici come quello industriale, dei materiali e dei beni di consumo discrezionali continuino a sovraperformare in quanto siamo fiduciosi sulla campagna vaccinale e la riapertura delle economie. Gli investitori stanno riconoscendo che i titoli growth sono sopravvalutati e considerano quelli value una migliore opportunità, dato che la dispersione di valutazione tra value e growth ha raggiunto il minimo da marzo 2000.
Meglio le aziende medio piccole o le grandi capitalizzazioni?
Ci aspettiamo che le small e mid cap crescano più velocemente quest’anno come succede quando i tassi di interesse aumentano. Potrebbero beneficiare anche dell’attività di M&A che al momento riguarda soprattutto questo tipo di società. Il nostro focus è pertanto su aziende che potrebbero essere obiettivi potenziali e i cui bond convertibili hanno una clausola di protezione dai takeover.
E le aree geografiche?
Consideriamo interessante il Giappone in quanto è oggi la regione con più leva operativa, mentre è valutata in modo attraente oltre a essere la più resiliente a un aumento del costo del debito high yield, dato che il 50% delle aziende gode di una posizione netta di cassa positiva.
Alcune emissioni interessanti?
La svizzera Dufry è un operatore globale nel campo dei duty free con presenza in 63 paesi. La componente azionaria è orientata alla ripresa economica e ha margine di miglioramento. Anche il bilancio sta migliorando, la cedola è buona e il delta è equilibrato al 60%. La fintech italiana Nexi offre sistemi e servizi di pagamento in un mercato con elevate barriere d’ingresso garantite da una forte rete bancaria in un settore che beneficia di driver di crescita strutturali. L’acquisizione da parte di Nexi di Nets che dovrebbe essere completata nel 2° trimestre 2021 e di Sia nel 3° trimestre 2021 potrebbero essere uno stimolo positivo per il titolo convertibile che combina un delta del 44% e un rendimento a scadenza dell’1%. Spotify, leader nello streaming musicale, conta 155 milioni abbonati premium e 345 milioni utenti attivi mensili in 178 paesi. Il bond convertibile scambia il 6% al suo bond floor con un rendimento dell’1,5% alla scadenza e un delta del 40% ed è un veicolo difensivo per un interessante titolo growth nell’universo internet.
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