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Bonduelle investe 10 milioni di euro negli stabilimenti italiani

L’Italia è la prima realtà europea del gruppo francese a ottenere la certificazione B Corp

di Micaela Cappellini

(Imagoeconomica)

2' di lettura

Bonduelle investirà 10 milioni di euro in Italia nei prossimi tre anni. L’azienda francese, che proprio a San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo, ha il più grande stabilimento europeo per i prodotti di IV gamma, vuole aumentare l’automazione dei propri impianti, ma anche ridurne l’impatto ambientale: «A monte e a valle delle linee produttive - spiega Federico Odella, ad di Bonduelle Italia - installeremo dei sistemi robotizzati per le operazioni di carico e scarico delle materie prime e per la gestione finale delle buste. Nei nostri due stabilimenti italiani, quello della Bergamasca e quello campano di Battipaglia, processiamo 180 milioni di buste all'anno». I nuovi investimenti aumenteranno anche la sostenibilità ambientale degli impianti: «Sui tetti di entrambi gli stabilimenti - spiega l’ad - monteremo pannelli fotovoltaici che ci consentiranno di produrre 1 Giga di energia elettrica ciascuno, pari al 15% del nostro fabbisogno».

L’attenzione per le performance green ha appena fruttato a Bonduelle Italia la certificazione B Corp: «L’Italia - racconta Odella - è la prima realtà europea del gruppo ad aver ottenuto questa certificazione delle performance sociali e ambientali dell’azienda». Il nostro Paese rappresenta una quota importante degli affari del gruppo francese: vale il 10% del fatturato mondiale e nel settore delle insalate in busta è il primo paese in Europa a per volume e per valore.

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Negli ultimi due anni Bonduelle Italia ha ridotto le emissioni di CO2 del 9%, il consumo di acqua del 12% e quello energetico del 9%, mentre il 100% dei packaging è diventato riciclabile. Tra gli obiettivi futuri di sostenibilità ambientale che si è data l’azienda ci sono la riduzione del 38% delle emissioni di gas serra entro il 2035 e l'abbandono dell'utilizzo di plastica di origine fossile vergine entro il 2030. Inoltre, entro 7 anni l’80% dei coltivatori fornitori di materia prima sarà impegnato nell'agricoltura rigenerativa, mentre il 100% della superficie coltivata utilizzerà un piano di protezione per gli insetti impollinatori.

E la direttiva Ue sugli imballaggi, che rischia di cancellare dal mercato il segmento delle insalate in busta? Come tutti gli operatori del settore, anche Bonduelle è preoccupata: «per ora è una proposta - dice Odella - siamo fiduciosi che Bruxelles la modificherà dopo aver ascoltato i dubbi del comparto. Il rischio è di allontanare i consumatori da un prodotto sano, che ormai ci siamo abituati a consumare già lavato. Possiamo ridurre il quantitativo di plastica utilizzata, possiamo aumentarne la quota riciclata, ma altra tecnologia rispetto alla plastica non c’è, se vogliamo garantire la sicurezza alimentare del prodotto».

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