Bonomi: inflazione in calo, non vedo recessione. Ma servono riforme e investimenti
Per il presidente di Confindustria «il bicchiere è mezzo pieno» ma occorre che non si verifichi una nuova fiammata del costo dell’energia, si facciano gli interventi giusti di politica industriale, si affrontino le sfide della transizione a livello europeo
di Nicoletta Picchio
I punti chiave
3' di lettura
Non ci sono i numeri per parlare di recessione, anzi «vediamo un anno positivo, Confindustria è stata la prima a dire che le previsioni non sono così negative come si pensava». Per il presidente, Carlo Bonomi, «il bicchiere è mezzo pieno» ma ci sono tre condizioni: che non si verifichi una nuova fiammata del costo dell’energia, si facciano gli interventi giusti di politica industriale, si affrontino le sfide della transizione a livello europeo. E anche sull’inflazione l’attesa è di una discesa «molto importante» a partire da settembre, nella seconda metà dell'anno, «perché scontiamo il picco del gas di agosto 2022».
Riforme e investimenti
Ci sono altri due elementi determinanti per la crescita del paese: attuare le riforme previste dal Pnrr e il rilancio degli investimenti. Temi che Bonomi ha affrontato in un'ampia intervista faccia a faccia con il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, al 29° congresso Assiom Forex , prima della tavola rotonda organizzata in collaborazione con Radiocor-Il Sole 24 Ore. Dalle previsioni congiunturali agli scenari internazionali, dalla sostenibilità all’eventuale rischio credit crunch: mezz’ora di domande ad ampio raggio sulle prospettive dell’Italia e dell’Europa.
Una risposta europea
È a livello europeo che occorre dare una risposta alla «sfida di competitività su Industria 5.0» che arriva dagli Usa, con l’Inflation Reduction Act, e dalla Cina. In questa sfida l’industria è l’asset fondamentale, in Europa e in Italia: «lo dicono i numeri, i rimbalzi del 2015, del 2017, del post pandemia e del post shock energetico sono dovuti all’industria manifatturiera. Se hai un asset del paese, devi investire su quello: per questo chiediamo al governo di puntare sugli investimenti, la competitività è fondamentale per il futuro del paese e del continente europeo».
Pnrr
Dal Pnrr arriverà una quota importante di risorse, 200 miliardi: «è importante che gli investimenti siano messi a terra», ma per il presidente di Confindustria la parte più importante del piano sono le riforme, che il paese aspetta da decenni e che vanno fatte per rendere l’Italia efficiente, moderna e inclusiva. Pnrr e investimenti, come aveva sottolineato anche il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto in mattinata.
L’inflazione
Bonomi si è richiamato al Governatore nella sua analisi sull’inflazione: «la nostra, a differenza di quella americana, è inflazione importata. Se si guarda all’inflazione al netto dei costi dell’energia e degli alimentari, il tasso è poco più alto del 5 per cento. Noi stimiamo che possa calare in modo importante da settembre anche tenendo conto anche di questi costi».
I tassi d’interesse
La Bce, per contrastare il caro vita, sta alzando i tassi di interesse: «qualcuno si era illuso di poter vivere con tassi negativi, il che è impensabile. Se un’azienda è sana un tasso del 3% non credo sia un problema. Piuttosto la Bce sulla comunicazione potrebbe migliorare: quello che spaventa è come lo comunichiamo e l’idea che tutti gli Stati membri vivano nella stessa situazione. Il Governatore Visco l’ha fatto percepire: non si può pensare di fare una politica monetaria uguale per tutti».
Il credito
Ad una specifica domanda su una possibile stretta creditizia, Bonomi ha risposto di non percepirne il rischio: «il sistema è liquido, se c’è una politica industriale che sostiene gli investimenti non vedo problemi di questo tipo». Legata alla competitività dell’industria è la transizione ambientale: ineludibile, per Bonomi, ma che va affrontata tenendo conto anche dei tempi, degli impatti sociali ed economici, perché il pericolo è di perdere intere filiere e milioni di posti di lavoro.
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