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Bonomi: serve un intervento forte di stimolo sugli investimenti per affrontare le transizioni digitale e green

Il presidente di Confindustria ha spiegato che non esiste un problema salari bassi nell’industria. «Fatto 100 i salari nel 2000, oggi siamo a 120. La produttività ha seguito la stessa dinamica» per cui «i salari sono cresciuti in linea»

Carlo Bonomi: «Vediamo un anno positivo, ma ci sono tre condizioni da rispettare»

2' di lettura

La situazione economica, come indicato anche dalle previsioni Ue, «non era così brutta come si pensava. Il vero problema è che di fronte all’incertezza internazionale c’è un rallentamento forte degli investimenti per affrontare le transizioni digitale e green. Già in legge di Bilancio chiedevamo un intervento molto forte di stimolo» e su questo Confindustria «non è stata soddisfatta» dalla risposta del governo. Lo ha affermato il presidente Carlo Bonomi, ad Agorà su Rai3.

Bonomi: nell’industria italiana i salari non sono bassi

«Si racconta che i salari sono bassi ovunque. Non è così: nell’industria italiana non sono bassi» ha aggiunto Bonomi, che ha spiegato: «Fatto 100 i salari nel 2000, oggi siamo a 120. La produttività ha seguito la stessa dinamica» per cui «i salari sono cresciuti in linea».

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Produttività in Italia più bassa che nei Paesi competitor

Il problema, ha aggiunto, è «la produttività» che nei Paesi competitor come Spagna, Francia e Germania è cresciuta molto più che in Italia. «Quando si dice che i salari sono bassi, si deve dire dove sono bassi», ha specificato Bonomi indicando «la pubblica amministrazione e i settori «commercio, servizi e cooperative». Nell’industria «i contratti collettivi hanno cifre superiori al salario minimo» di 9 euro.

«Serve riforma fiscale organica, non ci siamo se parliamo di 3 aliquote Irpef»

Sul fronte fiscale, per il presidente di Confindustria «è importante una riforma, che fa anche parte del pacchetto del Pnrr, ma deve essere organica. Perché se l’affrontiamo parlando di tre aliquote Irpef allora non ci siamo»

Autonomia, alcuni temi non si possono demandare a regioni

Capitolo autonomia differenziata. «La posizione di Confindustria - ha spiegato Bonomi - è sempre stata chiara. È stata prevista in Costituzione, va applicata. Abbiamo posto come riflessione però che le 23 materie che fanno parte del pacchetto autonomia sono state decise 22 anni fa, gli accadimenti in questi anni fanno capire che alcuni temi non possono essere demandati alle Regioni: le infrastrutture energetiche, le grandi vie di trasporto. Dobbiamo sì avere attenzione all’autonomia ma non dovremmo andare sul frazionamento». Anche perché «abbiamo delle sfide di competitività che richiedono dimensioni sovranazionali» e non si può pensare di «affrontare il commercio estero con una regione rispetto a Stati Uniti o Cina...»

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