conti pubblici

Bonus 18enni, trasporti e agenzia delle Entrate: le voci «salvate» nell’assestamento di bilancio

Nella correzione dei conti anche 1,15 miliardi di maggiori spese rispetto al previsto

di Gianni Trovati

2' di lettura

Dal gruppo di misure messe in campo dal governo per correggere i conti ed evitare la procedura d'infrazione arrivano anche buone notizie. Tre le principali. Nelle classiche “pieghe del bilancio”, il ministero dell'Economia è riuscito a recuperare 500 milioni di euro da dedicare ai progetti legati al fondo di sviluppo e coesione. Altri 300 milioni servono a evitare i tagli al trasporto pubblico locale, che erano stati previsti a dicembre nella clausola della spesa da due miliardi.

Diciottenni e fisco
Cento milioni, poi, vengono girati al rifinanziamento del bonus diciottenni. Di interesse più specifico un altro assegno: si tratta di 50 milioni di euro, infilati alla voce «funzionamento dell'agenzia delle Entrate».

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Le cifre
Nel bilancio “assestato”, insomma, spuntano insomma maggiori spese per 1,154 miliardi (204 milioni sono etichettati come «altre spese»). Rese possibili, ovviamente, dal complesso delle risorse raccolte per riportare il deficit intorno alla quota 2% concordata con Bruxelles a novembre. La spinta più importante arriva dai 2,9 miliardi di maggiori entrate fiscali, alcune più strutturali come quelle prodotte dalla fatturazione elettronica altre invece una tantum e figlie di operazioni specifiche di lotta all'evasione, a partire da quella che ha portato il gruppo Kering (proprietario di Gucci) a concordare con il fisco un versamento da 1,25 miliardi. Altri 600 milioni aggiuntivi rispetto alle previsioni del Def arrivano da entrate contributive, grazie anche alla ripresa dell'occupazione registrata negli ultimi mesi, mentre il resto (2,74 miliardi) è figlio dei dividendi di Bankitalia, Cdp e delle altre partecipate dello Stato.

Deficit al 2%
Il quadro si completa con gli 1,5 miliardi di minori spese stimate per reddito di cittadinanza e pensioni, con un “risparmio” blindato dalla clausola di salvaguardia che punta a tagliare la spesa dei ministeri se le uscite delle due misure bandiera dovessero tornare a correre. Tirata la riga in fondo, i saldi migliorano di 7.606 milioni di euro, una cifra che vale lo 0,4% del Pil e che serve a riportare il deficit 2019 al 2 per cento.

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