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Bonus 200 euro, verifica aggiuntiva per i neo assunti

Uno dei grattacapi maggiori per i datori di lavoro è quello della gestione delle dichiarazioni dei lavoratori

di Antonio Cannioto e Giuseppe Maccarone

(AdobeStock)

2' di lettura

Alcuni lavoratori potrebbero aver già ricevuto i 200 euro di bonus previsti dal decreto legge 50/2022 nella busta paga di giugno, ma la maggioranza dei dipendenti lo troverà nel cedolino di luglio. Di conseguenza, escludendo una replica dell’erogazione nei prossimi mesi , l’operazione bonus si avvia verso il suo epilogo. Dal punto di vista operativo, uno dei grattacapi maggiori per i datori di lavoro è quello della gestione delle dichiarazioni dei lavoratori.

Vuoi per l’ingente mole dei documenti da reperire, analizzare e catalogare, vuoi in conseguenza dell’allargamento del periodo di osservazione utile a determinare la titolarità allo 0,80% che, identificato dalla legge nei primi quattro mesi del 2022, è stato poi esteso al 23 giugno per volontà congiunta del ministero del lavoro e dell’Inps (circolare Inps 73/2022).

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Quando l’ampliamento del periodo temporale è stato reso noto, molte aziende e consulenti – per avvantaggiarsi - avevano già identificato i beneficiari dei 200 euro (in base alle disposizioni della norma) e trasmesso loro la dichiarazione da sottoscrivere. L’inserimento, a sorpresa, dell’addendum temporale, ha reso superata la dichiarazione già consegnata, costringendo i datori di lavoro a riaprire l’operazione e a includere tra i destinatari del bonus (e quindi della dichiarazione), alcuni che, dalla prima scrematura, erano rimasti esclusi.

Peraltro, in caso di una nuova erogazione dei 200 euro nei prossimi mesi, la possibile variazione dei parametri, determinerebbe una ripetizione del complesso delle operazioni, rendendo il tutto un cantiere sempre aperto.

I lavoratori neo assunti dal 1° luglio

Va, inoltre, osservato che, nonostante i numerosi interventi dell’Inps (unico soggetto che si è pronunciato), alcuni dubbi sono rimasti senza soluzione come, per esempio, il caso dei lavoratori assunti dal 1° luglio in poi. In tale evenienza, se il lavoratore, nel primo semestre del 2022 non ha avuto alcun rapporto di lavoro, resta a bocca asciutta, ma se ha lavorato e, in relazione alle retribuzioni percepite, ha avuto titolo all’esonero contributivo dello 0,80% (ricordiamo che è sufficiente un solo mese), è potenzialmente destinatario anche dei 200 euro. A parere di chi scrive, integrando opportunamente l’attestazione che il lavoratore deve rendere e facendogli dichiarare di aver avuto diritto allo 0,80% nonché di non aver già chiesto il bonus ad altri, il datore che ha in forza il dipendente a luglio potrebbe procedere all’erogazione dell’una tantum.

La dichiarazione firmata

Un’altra questione aperta riguarda, in genere, la riconsegna della dichiarazione firmata da parte dei dipendenti. È acclarato che se il lavoratore non rende l’attestazione, resta senza bonus; potrebbe anche restituirla a paghe chiuse ma prima del 31 agosto (scadenza di trasmissione dell’uniemens di competenza di luglio). In tal caso, la riapertura del Lul è ancora possibile e anche il pagamento del bonus.

La faccenda, però, si complica in quanto, nel frattempo, il datore, oltre a poter aver già inviato il flusso, ha ormai sicuramente effettuato il pagamento dei contributi con il modello F24. In tal caso, il maggior credito emergerà, mettendo a confronto il saldo dell’uniemens, che contiene il recupero del bonus erogato tardivamente, con quanto effettivamente versato all’Inps e potrà essere recuperato secondo le regole previste dall’istituto di previdenza.

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