Booking fa pace con il Fisco: accordo per i 94 milioni di Iva non versata
La Procura di Genova rende nota l’intesa per la mancata applicazione dell’imposta sui servizi tra il 2013 e il 2022
I punti chiave
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La società olandese Booking.com pagherà all’agenzia delle Entrate 94 milioni di euro, per la mancata applicazione dell’Iva sui suoi servizi tra il 2013 e il 2022, chiudendo così un contenzioso tributario. Un debito col fisco di cui Il Sole 24 Ore aveva già dato notizia nel giugno 2021. Lo rende noto un comunicato della Procura di Genova.
L’applicazione del reverse charge
Le indagini della Guardia di finanza di Chiavari hanno infatti accertato che la società fatturava le sue prestazioni di intermediazione online, in favore degli albergatori, applicando indistintamente a tutti i clienti italiani il meccanismo del reverse charge.
Fatture senza l’imposta
Secondo tale sistema, l’imposta è dovuta dal committente, e non dal fornitore, ma solo se titolare di partita Iva. Booking.com ha però emesso fatture senza l’imposta sul valore aggiunto, anche per gli affittacamere che ne erano privi. L’indagine della Procura di Genova si è sviluppata anche grazie alla documentazione fornita dalla l’autorità giudiziaria olandese.
La ricostruzione dell’indagine
A seguito del mancato versamento dell’imposta veniva instaurato un procedimento penale presso la Procura di Genova, competente per essere stato il primo ufficio giudiziario ad iscrivere la relativa notizia di reato.
Il pagamento delle somme accertate come evase ha consentito a Booking.com di evitare che venisse eseguito un sequestro preventivo in sede penale.
Booking.com, recependo le indicazioni dell’agenzia delle Entrate, e una precisa richiesta della Procura di Genova, per l’anno 2022 ha presentato la dichiarazione a fini Iva in Italia, per un’imposta pari ad oltre 19 milioni di euro.
La nuova procedura per l’Iva
Booking.com ha inoltre adottato un modello organizzativo conforme all’impostazione del fisco Italiano, in ragione del quale se il cliente albergatore non fornisce partita Iva, o se fornisce alla Società un numero di partita Iva non valido per l’Ue, Booking applicherà l’Iva al 22% sulla fattura e provvederà a compilare la dichiarazione Iva e al relativo pagamento dell’imposta in Italia su tutte le transazioni con privati non titolari di partita Iva.
Booking: lieti di aver raggiunto intesa
«In Booking.com - afferma la società in una nota - ci impegniamo a garantire di operare nel rispetto delle leggi in tutti i Paesi in cui siamo presenti. Ciò include la nostra diligenza nel pagamento di tutte le tasse applicate alle nostre attività. Oggi come in passato, riteniamo di essere in regola con le vigenti leggi italiane sull’IVA e possiamo confermare di aver aderito ad un accordo di reciproca soddisfazione con l’Agenzia delle Entrate per il periodo 2013-2021. Siamo quindi lieti di esser giunti a questa risoluzione e di poter continuare a concentrare tutti i nostri sforzi e la nostra attenzione per offrire servizi di massima qualità ai nostri clienti e partner in Italia».
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