ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùMultinazionali

Boom mondiale della Difesa, Leonardo ottavo gruppo per fatturato

Fincantieri si attesta al sesto posto per intensità di investimenti. Spesa mondiale per il settore oltre i 2mila miliardi di dollari

di Raoul de Forcade

4' di lettura

Segnano una crescita decisa i numeri delle multinazionali della Difesa nel 2022: il loro giro d’affari aggregato è aumentato del 4% sul 2021 e nel 2023 è atteso un +6% dei ricavi rispetto all’anno scorso. Il tutto con una performance, in Borsa, del +34,6% nel corso del 2022 (rispetto al -11% dell’indice mondiale). Nel comparto, dominato dalle aziende statunitensi, Leonardo risulta l’ottavo player mondiale per fatturato, Fincantieri sesta per investimenti.

Intanto la spesa globale per la difesa ha superato per la prima volta i 2 mila miliardi di dollari nel 2021 (+0,7% sul 2020 e +12% sul 2012, in termini reali). I dati emergono dal report annuale dall’Area studi di Mediobanca che ha esaminato i conti annuali di 240 multinazionali mondiali (che segnano complessivamente, nel 2022 sul 2021, un giro d’affari a +13,3% e investimenti a +17,5%) e ha fatto un focus sui 30 principali gruppi mondiali della Difesa con ricavi individuali superiori a 1,5 miliardi di euro, di cui 15 hanno sede negli Usa, 10 in Europa e cinque in Asia.

Loading...

Spesa da record

La spesa totale per la Difesa, dunque, si legge nel report, ha raggiunto il massimo storico di 2.113 miliardi di dollari (2,2% del Pil globale), pari a 5,8 miliardi di dollari al giorno. Il 37,9% fa capo agli Stati Uniti (801 miliardi ), seguiti da Cina con il 13,9% (293 miliardi), India (3,6%), Regno Unito (3,2%) e Russia (3,1%); l’Italia è undicesima con l’1,5% del totale mondo (32 miliardi, pari a 88 milioni al giorno).

La classifica cambia se si considera l’incidenza sul Pil: primi posti per i Paesi del Medio Oriente e Nord Africa, con la Russia in 11esima posizione (4,1%), gli Stati Uniti in 15° (3,5%), l’Ucraina in 19° (3,2%), la Cina in 63° (1,7%) e l’Italia in 76° (1,5%, era 1,4% nel 2012 e 2,1% nel 1988). Come richiesto dalla Nato nel 2014, l’Italia sta gradualmente innalzando la propria spesa nella Difesa, con l’obiettivo di raggiungere la soglia del 2% del Pil.

Ricavi in salita

Nel 2022 il giro d’affari aggregato dei 30 gruppi mondiali con prevalente specializzazione nella Difesa è stato di 432 miliardi di dollari; di questi, 316 miliardi si stima siano generati esclusivamente dalle attività relative specificamente alla Difesa (+4% sul 2021 e +10,5% sul 2019). Il panorama, sottolinea il report, è dominato dai player statunitensi, con una quota del 74% del totale, seguiti dai gruppi europei con il 22% e da quelli asiatici con il 4%.

Nel 2023, come si è accennato, è atteso un ulteriore incremento dei ricavi del +6% sul 2022, per l’aumento dei budget nazionali in risposta alle crescenti tensioni geopolitiche (determinate dalla guerra russo-ucraina).

Gli Stati Uniti, con i loro 15 big, si aggiudicano il primato, anche a livello numerico, davanti alla Francia, distanziata, con tre società; due gruppi ciascuno per Germania, Gran Bretagna, India e Italia che, con Fincantieri e Leonardo, conta per il 21% del giro d’affari europeo e per il 4,7% di quello mondiale (l’incidenza dei ricavi generati dalla Difesa nel 2022 è stata pari all'83% per Leonardo e al 32% per Fincantieri).

I primi cinque posti per ricavi stimati generati dal comparto della Difesa sono occupati esclusivamente da gruppi statunitensi: Lockheed Martin (57,5 miliardi di dollari), Raytheon Technologies (37,1 miliardi), Boeing (35,6 miliardi), Northrop Grumman (29,5 miliardi) e General Dynamics (25,9 miliardi). In ottava posizione si colloca Leonardo (12,2 miliardi) e in 23° Fincantieri (2,4 miliardi).

Cresce il giro d’affari di Fincantieri e Leonardo

L’incremento dei ricavi vede primeggiare la turca Aselsan (+75% sul 2021), davanti alle tedesche Hensoldt (+15,8%) e Rheinmetall (+13,3%) e alle statunitensi HII-Huntington Ingalls Industries (+12,1%) e Booz Allen Hamilton (+11,8%), tutte in crescita a doppia cifra. Entrambi i gruppi italiani si distinguono per un incremento superiore alla media: Fincantieri con +8,1% e Leonardo con +4,1%.

La redditività appare calante: l’Ebit margin medio scende dall’8% del 2019 al 7,3% del 2022. Tre società a controllo statale riportano i margini più soddisfacenti: la turca Aselsan (25,2%) e le indiane Hindustan Aeronautics (24,7%) e Bharat Electronics (20,6%).

Investimenti a 12 miliardi

In rialzo a doppia cifra, invece, gli investimenti, che sfiorano complessivamente i 12 miliardi di euro (+13,2% sul 2021) e salgono al 2,7% dei ricavi (dal 2,5% del 2021). Il podio, per intensità di investimento, vede in prima posizione la statunitense Bwx Technologies (8,9%), davanti alla turca Aselsan (6,7%) e alle tedesche Hensoldt (5,6%) e Rheinmetall (5,4%). I gruppi italiani sono ben posizionati: sesto posto per Fincantieri (4%) e 12° per Leonardo (3,3%).

La capitalizzazione delle multinazionali della Difesa si attesta a 736 miliardi di euro a fine 2022 (mentre fine marzo 2023 segna 721 miliardi di euro), pari allo 0,8% del valore complessivo delle borse mondiali (0,5% a fine 2021). Mediamente la capitalizzazione risulta quattro volte superiore ai mezzi propri, con le italiane fra le meno valorizzate dalla Borsa: Fincantieri quota 1,5 volte il capitale netto e Leonardo 0,6 volte.

Nel 2022, infine, il rendimento azionario dei player della Difesa (dividendi inclusi) è pari al +34,6%, ben al di sopra del -11% segnato dall’indice azionario mondiale. Nel primo trimestre 2023, il valore aggregato segna +0,2%, con le migliori performance registrate dalla svedese Saab (+51,7%) e dalle tedesche Hensoldt (+50,2%) e Rheinmetall (+46,3%); quarto miglior rendimento per Leonardo (+34,2%) e ottavo per Fincantieri (+11,6%).

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti