Borse, pesa la manifattura Ue ai minimi da 38 mesi. Milano (+0,2%) si salva con l'auto
Sul Ftse Mib pesa “l’effetto cedola” per -0,38%. La delusione per gli indici Pmi, in realtà, potrebbe indurre la Bce ad allentare la sua stretta monetaria, anche se i mercati danno già per scontato un ulteriore incremento dei tassi da 25 punti. Euro torna sotto 1,11 dollari, gas a +8%
di Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il calo della manifattura europea zavorra i listini del Vecchio Continente, che vedono soprattutto nella frenata della locomotiva tedesca il segnale di una possibile recessione più estesa. La delusione per gli indici Pmi, in realtà, potrebbe indurre la Bce ad allentare la sua stretta monetaria, anche se i mercati danno già per scontati ulteriori incrementi dei tassi da 25 punti da parte di Fed (il 26 luglio) e Bce (il giorno dopo), nella speranza che il ciclo rialzista stia per terminare (come dimostra il rally del Dj a Wall Street). A peggiorare il clima c’è l’esito delle elezioni spagnole, che apre scenari incerti sul futuro governo di Madrid. In questo clima, a salvare il FTSE MIB a Milano è il settore auto, con l’indice che chiude poco sopra la parità al netto dell'effetto legato allo stacco cedole, tra gli altri di Enel e Pirelli (che pesa per circa lo 0,38%). Nel resto d'Europa, la peggiore è proprio Madrid (IBEX 35) sconta appunto l'incertezza seguita all'esito delle urne, mentre migliorano sul finale Londra (FT-SE 100), Francoforte (DAX 40) e Parigi (CAC 40).
Wall Street in rialzo guardando a Fed e conti Big Tech
In rialzo la seduta a Wall Street (il Dow Jones avanza dello 0,52%, il Nasdaq dello 0,19%, lo S&P 500 dello 0,40%), in quella che si annuncia un'intensa settimana per i mercati, con gli utili delle Big Tech alle porte e le decisioni della Fed, in calendario mercoledì 26 luglio. Gli investitori prevedono che la Banca centrale aumenterà i tassi di un quarto di punto percentuale al termine del suo incontro di due giorni che inizia domani. La conferenza stampa di Jerome Powell, a conclusione, indicherà le posizioni della Banca Centrale sul futuro, dopo che la politica restrittiva sembra avergli dato ragione, nonostante l'inflazione resta un punto percentuale sopra il 2% stabilito. Il risultato dei mercati azionari riflette la speranza che il raffreddamento dell'inflazione consentirà alle banche centrali di interrompere presto le loro politiche di aumento dei tassi e che qualsiasi recessione economica causata dalla stretta monetaria non avrà un impatto troppo negativo sugli utili aziendali. Questa settimana oltre alla Fed, anche la Banca centrale del Giappone e la Banca centrale europea presenteranno le loro decisioni sui tassi. Intanto stamanti l'attività economica nazionale statunitense misurata dalla Fed di Chicago è tornata a scendere in giugno passando dai -0,28 punti di maggio ai -0,32 di giugno, contro attese per un leggero rialzo.
A Milano "maglia rosa" Hera, corrono Pirelli e Stellantis
In questo clima, come detto, a salvare il FTSE MIB a Milano è stato il settore auto con Pirelli & C che si piazza tra i titoli in testa a Piazza Affari approfittando delle indicazioni positive arrivate da Michelin e Nokian. Sul podio anche Hera e Stellantis che ha siglato l'accordo con Samsung per la costruzione di una nuova gigafactory negli Usa per la produzione di batterie. Acquisti anche su Saipem. In fondo realizzi su Recordati dopo la corsa di venerdì 21 luglio legata all'accordo con Gsk. Deboli a fine seduta Inwit e Banca Generali.
Il Pmi manufatturiero dell'Eurozona ai minimi da 38 mesi
Nuova frenata a luglio degli indicatori anticipatori dell'attività economica, le indagini presso i responsabili acquisti delle pmi nell'eurozona. L'indice pmi manifatturiero Hcob redatto da S&P Global cala a luglio a 42,7 da 43,4 a giugno, il dato peggiore da 38 mesi. Male anche l'indice composito della produzione dell'eurozona a 48,9, valore minimo da 8 mesi. Il peggioramento degli indicatori, si legge in una nota, mostra per i prossimi mesi un possibile inasprimento della contrazione spingendo quindi le aziende a rinunciare ai loro piani di assunzione del personale. I prezzi di vendita delle aziende manifatturiere, a causa del crollo della domanda, sono calati ad un tasso mai osservato dal picco della crisi finanziaria del 2009, mentre l’inflazione dei prezzi di vendita del terziario è diminuita al livello minimo da 21 mesi. L'economia tedesca è entrata in territorio di contrazione a luglio, in coincidenza con un peggioramento della produzione manifatturiera sostenuto nella crescita dell'attività dei servizi, mentre quella francese ha iniziato il terzo trimestre del 2023 con la più netta riduzione dell'attività dal novembre 2020.
L'indice Usa a luglio sale invece oltre le stime
L'indice sull'attività manifatturiera statunitense è salito a luglio, superando le attese, ma è rimasto a un livello associato a una contrazione del settore. Il dato - stilato da Ihs Markit - che ne misura l'andamento è salito, in lettura preliminare, a 49 punti dai 46,3 punti di giugno. Le attese erano per un dato a 46 punti. Un dato al di sopra dei 50 indica un’espansione del settore, mentre uno al di sotto dei 50 indica una contrazione.
Euro sotto quota 1,11 dollari. In rialzo petrolio e gas
Sul mercato dei cambi, l'euro scivola sotto quota 1,11 dollari per la prima volta dal 12 luglio e passa di mano a 1,1099 dollari da 1,1122 venerdì in chiusura. La moneta unica vale anche 156,73 yen (da 157,51), mentre il rapporto dollaro/yen è a 141,17 (da 141,65). Sul fronte dell'energia, in rialzo il prezzo del petrolio: il contratto consegna settembre sul Brent sale dell'1,51% a 81,48 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti dell'1,55% a 76,49 dollari. Il prezzo del gas naturale ad Amsterdam segna infine +8% a 28,9 euro al megawattora.
Spread chiude a 160 punti, rendimento cala al 4,02%
Chiusura, infine, in lieve ribasso per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il titolo tedesco di pari durata è indicato a fine giornata a 160 punti base, un punto in meno rispetto al closing di venerdì scorso. Si restringe il rendimento del BTp decennale benchmark, al 4,02% dal 4,06% del riferimento precedente. Per quanto riguarda la Spagna, l'esito incerto delle elezioni generali non si è riverberato sull'andamento dei Bonos, che hanno tenuto le posizioni, con uno spread di 101 punti rispetto al Bund e un rendimento in leggero calo al 3,43 per cento.
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