Borse fiacche. A Piazza Affari (-0,7%) l'addio turbolento di Cnh: balza sul buyback, poi affonda sui conti
I listini voltano pagina dopo i recenti recuperi. Pesano i dubbi sulle future mosse della Fed, la frenata della bilancia commerciale cinese e il conflitto in Medio Oriente. Brusca frenata del petrolio Wti che torna a 78 dollari (-3%). Spread chiude in calo a 188 punti
di Enrico Miele e Stefania Blasioli
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Auto Italia: +16,19% immatricolazioni novembre, +9,8% per Stellantis (RCO)
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Borsa: dicembre parte con sprint, Milano (+0,6%) resta ai massimi
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee voltano decisamente pagina dopo le brillanti performance di inizio novembre e registrano un’altra seduta di vendite, come quella della vigilia, dopo i cinque rialzi precedenti. A quasi una settimana dallo stop al ritocco dei tassi deciso della Fed, infatti, sui mercati tornano a pesare i timori sul conflitto in Medio Oriente, mentre prosegue a ritmo serrato la stagione delle trimestrali. E c'è anche attesa per l'intervento che farà il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, in calendario per il 9 novembre. A fine seduta, bilancio quindi in "rosso" per il FTSE MIB di Milano, l'indice peggiore del Vecchio Continente, assieme al CAC 40 di Parigi, l'IBEX 35 di Madrid e il FT-SE 100 di Londra. Si salva la sola Francoforte (DAX 30).
Tra i migliori settori a livello continentale spiccano tecnologia (con il sottoindice Stoxx 600 di settore che segna +1,5%), servizi finanziari (+0,9%) e vendita al dettaglio (+0,75%); tra i peggiori, energia (-2,4%) e materie prime (-2,3%), che vedono prese di profitto generalizzate, dopo i dati sull’export cinese inferiori alle attese. Deboli anche auto (-1,17%) e banche (-0,55%).
Enel: utile 9 mesi 4,253 mld e risultato netto ordinario a 5 mld, alza guidance (Rco)
Wall Street chiude in rialzo, per Nasdaq serie migliore da gennaio
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dello 0,17% a 34.152,80 punti, il Nasdaq avanza dello 0,90% a13.639,86 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,28% a 4.378,38 punti. Alla vigilia il Nasdaq ha registrato la serie positiva più lunga da gennaio con sette sedute di fila in rialzo, dopo la settimana migliore del 2023, frutto della decisione della Federal Reserve di lasciare fermi i tassi d'interesse, del debole rapporto sull'occupazione e del conseguente calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro.
A Milano scivola sui conti Cnh, al top Poste e Nexi
A Piazza Affari scivola sulla trimestrale Cnh Industrial dopo una prima parte di seduta positiva in scia alla conferma del delisting da Milano e l'annuncio di un nuovo maxi buyback da un miliardo di dollari (pensato anche per compensare eventuale volatilità innescata dal delisting). Bene Nexi e Poste Italiane, dopo i conti dei nove mesi e la revisione al rialzo delle guidance sull'Ebit dell'intero anno. In coda i petroliferi, con Saipem e Tenaris tra le peggiori a causa della debolezza del greggio. Soffre Telecom Italia all'indomani della sigla del contratto per la vendita della rete a Kkr e di una seduta negativa. Perdono quota dopo la trimestrale anche Finecobank. Al top Recordati e Davide Campari.
Borsa portoghese giù (-2,8%) dopo l'addio del primo ministro
L'indice PSI 20, intanto, scende del 2,8% dopo che il primo ministro portoghese, Antonio Costa, ha annunciato le sue dimissioni dall'incarico martedì. Le dimissioni di Costa arrivano dopo che la polizia ha fatto irruzione nella sua residenza ufficiale per una presunta indagine di corruzione. La decisione, che è stata accolta dal presidente del Portogallo, porterà allo scioglimento dell'assemblea nazionale e alla convocazione di elezioni anticipate.
Per Ubs primi conti in "rosso" in quasi 6 anni
Spicca la trimestrale di Ubs che ha registrato la sua prima perdita in quasi sei anni, a causa dell’integrazione in corso del Credit Suisse. La banca di Zurigo ha dichiarato una perdita netta di 785 milioni di dollari per i tre mesi fino a settembre. L’unità chiave di gestione patrimoniale ha registrato un utile ante imposte di 1,01 miliardi di dollari, inferiore alle stime. L’amministratore delegato di Ubs Sergio Ermotti sta cercando di tracciare un percorso attraverso la più grande fusione finanziaria degli ultimi decenni, tagliando più di 10 miliardi di dollari di costi e preparando la banca combinata per un rinnovamento strategico che dovrebbe essere annunciato a febbraio. Le azioni della banca hanno guadagnato circa un terzo quest’anno, grazie al sostegno degli investitori al piano di Ermotti di integrare le attività redditizie del Credit Suisse e di smantellare le altre.
Spread chiude in calo a 188 punti, rendimento flette al 4,55%
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund in un contesto di generale flessione dei rendimenti sulla curva euro sulle attese per un raffreddamento della dinamica rialzista dei tassi in Europa. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari durata tedesco si è attestato a 188 punti base, in calo rispetto ai 191 punti del closing precedente. In flessione il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,55% dal 4,64% della vigilia.
Euro sotto 1,07 dollari, brusca frenata del petrolio
In calo, come detto, il prezzo del petrolio: il Brent di gennaio tratta intorno agli 82,7 dollari al barile (-2,8%) e il Wti di pari scadenza a 78,3 dollari (-2,8%). Sul mercato valutario, invece, il cambio tra euro e dollaro scende a 1,0689 (1,0742 in chiusura alla vigilia); la moneta unica vale anche 160,836 yen (da 160,96), mentre il rapporto dollaro/yen è a 150,475 (149,8). Sale sui 46,7 euro al megawattora (+4,3%) il prezzo del gas sulla piattaforma di Amsterdam.
In Cina brusco calo del surplus commerciale
A impattare sui mercati, il dato del surplus commerciale della Cina che accusa a ottobre un brusco calo a 56,53 miliardi di dollari a fronte degli 82,35 miliardi di 12 mesi fa, dei 77,71 miliardi di settembre e degli 82 miliardi attesi alla vigilia. Il dato, secondo le statistiche delle Dogane cinese, è il più basso da febbraio 2023 e segnala le persistenti difficoltà dell’economia. L’export è in contrazione annua (per il sesto mese di fila) del 6,4%, a fronte di stime a -3,3% e del -6,2% di settembre. L’import, invece, beneficia della ripresa della domanda interna e sale a sorpresa per la prima volta da febbraio: +3% contro il consenso a -4,8% e il -6,2% di settembre.
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