Piazza Affari (+0,4%) in testa all’Europa, Mps chiude in volata a +5,7%
In una settimana segnata dalle tensioni per la guerra in Israele, non si allentano le pressioni inflazionistiche, come confermano i dati Usa sui prezzi alla produzione. Euro a 1,06 dollari, brusca frenata del petrolio. Spread chiude in calo a 194 punti
di Enrico Miele e Chiara Di Michele
Le ultime da Radiocor
Uk: Indice Pmi manifatturiero in miglioramento a 47,2 a novembre (RCO)
E20: indice Pmi manifatturiero in rialzo a 44,2 a novembre (RCO)
Germania: indice Pmi manifatturiero risale a 42,6 a novembre (RCO)
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La volatilità resta la parola d’ordine sui mercati azionari europei segnati dal conflitto in Israele e dalle pressioni inflazionistiche. Tuttavia, i listini si confermano in recupero per la seconda seduta consecutiva, ad eccezione di Parigi appesantita dal comparto del lusso dopo i conti del colosso francese Lvmh.
In una settimana segnata dalle tensioni per la guerra in Israele, non si allentano così i timori per la corsa dell'inflazione, come confermano i dati americani sui prezzi alla produzione (Ppi), che si sono rivelati superiori alle attese (+0,5% nel mese e +2,2% annuo), mentre domani 12 ottobre uscirà l’altro dato cruciale sull’andamento dell’indice dei prezzi al consumo.
Intanto, prosegue il calo dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi e si continua a scommettere sulla possibile tregua sui tassi a novembre, mentre in serata sono stati pubblicati i verbali dell'ultima riunione della Fed (durante la quale i banchieri avevano deciso di lasciare i tassi al 5,25%-5,50%) da cui emerge che c’è accordo all’interno della Fed sul fatto che si debba “procedere con attenzione” sui tassi.
Il FTSE MIB chiude così in rialzo sostenuto dalle banche, poco sopra la parità il DAX 40 di Francoforte, più indietro il CAC 40 di Parigi con il crollo di Lvmh che traina al ribasso tutto il settore del lusso europeo. Fiacchi l'IBEX 35 di Madrid, l'AEX di Amsterdam e il FT-SE 100 di Londra.
Wall Street chiude positiva, ancora giù i rendimenti Treasury
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dello 0,19% a 33.804,55 punti, il Nasdaq avanza dello 0,71% a 13.659,68 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,43% a 4.376,94 punti. Prosegue il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro, che avevano toccato i massimi dal 2007 la scorsa settimana, a causa del nuovo conflitto in Medio Oriente. A contribuire al rialzo degli indici e dei prezzi dei titoli del Tesoro sono anche i commenti, negli ultimi due giorni, di diversi esponenti della Federal Reserve, che hanno ipotizzato la possibilità di non procedere con altri rialzi dei tassi d'interesse per combattere l'inflazione. Per questo, ora, sono fortemente calate le probabilità di un aumento dei tassi a novembre, secondo il FedWatch Tool del Cme Group.
Mps chiude in volata, giù Moncler in scia a Lvmh
A Piazza Affari in luce il settore bancario. In particolare brilla a fine seduta Banca Mps dopo l'assoluzione anche in Cassazione per l'ex presidente dell'istituto, Giuseppe Mussari, e l'ex direttore generale, Antonio Vigni. In una Europa "zavorrata" dai big del lusso, che trascinano al ribasso l'intero comparto europeo, sul Ftse Mib Moncler è stata tra le peggiori, arrivando a perdere anche più di 4 punti, dopo che Lvmh (-6,5% a Parigi) ha annunciato il rallentamento delle vendite nel terzo trimestre. Il fatturato del colosso francese è cresciuto dell'1% (+9% a cambi e perimetro costanti) dopo mesi di progressi a doppia cifra. Vendite anche su Diasorin, in un settore pharma europeo che guarda al successo di un farmaco anti diabete di Novo Nordisk (+4,9% a Copenaghen) anche per il trattamento dell'insufficienza renale. In rialzo Stellantis dopo l'annuncio della seconda gigafactory che sarà realizzata negli Usa nell'ambito della jv con Samsung. Bene anche Iveco Group, Banca Pop Er e Saipem. Sul fronte opposto, vendite su Davide Campari, Inwit e Cnh Industrial.
Prezzi a produzione Usa salgono più delle stime
A settembre, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,5% rispetto al mese precedente, contro attese per uno 0,3%. Lo ha reso noto il dipartimento del Lavoro. Il dato di agosto è stato mantenuto allo 0,7%. La componente "core" - quella depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari, energetici e dei servizi commerciali - è aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente, contro attese per una conferma dello 0,2% di agosto. Rispetto a un anno prima, i prezzi sono aumentati del 2,2%, contro attese per un +1,6%, dopo il 2% del mese precedente. Per il dato 'core', rialzo del 2,8%, dopo il 2,9% dei due mesi precedenti.
Spread chiude in calo a 194 punti, rendimento al 4,66%
Prosegue la discesa dello spread tra BTp e Bund che chiude ben sotto alla soglia psicologica di 200 punti base. Alle ultime battute, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco si attesta, infatti, a 194 punti base, due in meno rispetto al riferimento della vigilia. In calo anche il rendimento del BTp decennale benchmark che chiude a 4,66% rispetto al precedente closing di 4,74 per cento.
Euro sopra 1,06 $, in ribasso il petrolio
Sul mercato valutario, l'euro difende le posizioni sopra 1,06 dollari ed è indicato a 1,0603 da 1,0606 ieri in chiusura. La moneta unica vale anche 157,90 yen (da 157,76), mentre il rapporto dollaro/yen è a 148,92 (148,72). In ribasso i prezzi del petrolio: il future novembre sul Wti segna -2,5% a 83,14 dollari al barile, mentre la consegna dicembre per il Brent cala del 2,1% a 85,77 dollari. Scende infine il prezzo del gas naturale, che alla vigilia aveva toccato i massimi da sette mesi alla luce degli scontri in Medio Oriente e dei timori di sabotaggio a una condotta in Finlandia: sulla piattaforma Ttf di Amsterdam il future per novembre perde il 2,8% a 48 euro al megawattora.
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