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Borsa: banche rialzano la testa in attesa delle mosse del Governo e delle trimestrali

Attesa per i numeri di gennaio-marzo di Unicredit

di Eleonora Micheli

(ANSA)

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Banche in recupero a Piazza Affari, dopo gli scivoloni della scorsa settimana, che hanno mandato ko l’intera Piazza Affari, l’unica in Europa a registrare una performance negativa nel mese di aprile, seppur solamente dello 0,1%. In rialzo Banca Mps, Banco Bpm, Banca Pop Emlia Romagna,Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit.

La scorsa settimana a penalizzare i titoli delle banche italiane, oltre ai timori sulla tenuta del sistema bancario a seguito dell'annuncio che l'americana First Republic ha annunciato una fuga di capitali per circa 100 miliardi di dollari nel primo trimestre, sono state le indiscrezioni circolate in base alle quali il Governo avrebbe allo studio una tassazione sul settore. Domenica scorsa la stampa è tornata rilanciare la possibilità che l’esecutivo possa introdurre un prelievo addizionale sugli utili di banche e assicurazioni, facendo leva anche sulle recenti dichiarazioni del ministro, Giancarlo Giorgetti, che hanno aperto in tal senso. Il ministro ha infatti dichiarato che il Governo non trascurerà i benefici risultanti dalla dinamica dei tassi sulla redditività delle banche alla luce di un non adeguato riconoscimento degli interessi ai clienti sulla raccolta.

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Gli analisti, comunque, ritengono che se effettivamente sarà introdotta una tassa, sarà di lieve entità. «Sebbene una misura possa essere allo studio, questa non è stata introdotta comunque con il decreto del primo maggio come inizialmente ipotizzato», hanno osservato gli esperti di Equita, che inoltre ricordano che ad oggi i dettagli di una eventuale extra tassazione non sono noti. Gli analisti della sim, comunque, ritengono che sia probabile al limite un prelievo di natura temporanea e che questo debba essere visto come 'one-off', sulla falsa riga di quanto già avvenuto in Spagna. «Se ipotizzassimo un tax rate addizionale tra il 2,5% e il 5% sull’utile pre-tasse del 2023, stimiamo un impatto medio sull’utile per azione in area 3%/5%, mentre il peso sulla capitalizzazione sarebbe contenuto (-1%/-2%)», hanno aggiunto gli esperti, evidenziando che quindi gli impatti dovrebbero essere eventualmente «limitati». D'altra parte, hanno aggiunto, «una imposizione fiscale addizionale sarebbe una notizia negativa per il settore in quanto comporterebbe un aumento del rischio regolatorio e di conseguenza del Cost of Equity sulle banche, alla luce di un incremento degli utili che verrebbe maggiormente percepito come aggredibile». Equita osserva che sarà ad ogni modo da valutare «se una maggiore pressione politica possa spingere gli istituti ad accelerare il rialzo dei tassi alla clientela, che ad oggi è ancora molto limitato e riteniamo ben al di sotto delle guidance ipotizzate dalle banche (deposit beta in area 30-40%)».

Tassazione a parte, gli istituti di credito sono sotto la lente anche perché sta per aprirsi la stagione delle trimestrali. Martedì 2 maggio si riunisce il cda di Unicredit per l’approvazione dei conti gennaio-marzo, che saranno diffusi mercoledì 3 maggio. Gli analisti di Intermonte consigliano un Neutral sulle azioni, per le quali prevedono un target di prezzo a 20,5 euro. «Ci attendiamo un margine in crescita del +39% su base annua, ma in calo del 6,5% su base trimestrale, commissioni in calo annuo del 8,7% (+3,7% sul trimestre), trading solido ma in calo (-32%), ricavi complessivi per circa 5.477 milioni», hanno commentato gli esperti, aggiungendo: «I costi operativi sono previsti in crescita del +2,5% e pari a 2.402 milioni, accantonamenti sui crediti pari a 426 milioni, accantonamenti per rischi sistemici pari a 745 milioni». Secondo Intermonte l’utile netto del primo trimestre di Unicredit dovrebbe essere di 1,3 miliardi, in linea con il consensus. «Il CEt1 ratio dovrebbe essere al 15,1%», hanno infine concluso. Bestinver, invece, consiglia di comprare le azioni di Unicredit (Buy), ritenendo che l’istituto pubblicherà conti buoni del primo trimestre. «Stimiamo un utile netto a 1,3 miliardi, contro i 300 milioni dell’anno scorso, quando si fece sentire l'impatto della guerra in Ucraina», hanno spiegato gli analisti, ricordando che «sarà importante monitorare i trend sulla liquidità e sui depositi dell’istituto ala luce della turbolenza dei mercati».

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