Borse, seduta di rimbalzo in Europa. Milano chiude a +2,3%, spread sotto i 200
Torna la propensione al rischio dopo le dichiarazioni dei membri della Fed. Il petrolio arresta la corsa, in rialzo ancora il gas. A Milano salgono le banche e Tim
di Flavia Carletti e Martina Soligo
3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Seduta di sollievo per le Borse europee che rimbalzano dopo la recente debolezza e all’indomani di una giornata segnata dalle tensioni per l’attacco di Hamas a Israele e la risposta di Tel Aviv. Rallentano la corsa i prezzi del petrolio. Sale ancora il gas naturale vicino ai 47 euro al megawattora. Il Ftse Mib ha guadagnato il 2,3%, a Parigi il Cac40 il 2,01% e a Francoforte il Dax40 l'1,95%. Auto, banche, tecnologia i settori più interessati dal rimbalzo. Gli occhi degli investitori sono puntati anche sulle politiche monetarie delle banche centrali, dopo le dichiarazioni di alcuni membri della Fed che hanno lasciato intendere che i tassi resteranno fermi nella riunione di novembre. A dare sostegno ai listini, secondo gli analisti, anche l'indiscrezione riportata da Bloomberg, secondo cui la Cina sta valutando l’emissione di almeno 1 trilione di yuan (137,1 miliardi di dollari) di debito sovrano aggiuntivo da spendere in opere infrastrutturali per rilanciare la sua economia in difficoltà. Positiva Wall Street, con i rendimenti dei titoli del Tesoro ai minimi da marzo, dopo aver toccato i massimi dal 2007 la scorsa settimana.
Focus su interventi pubblici di Lagarde e Fed
Dopo le parole di ieri del presidente della Fed di Dallas, oggi Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta ha affermato: «Non abbiamo bisogno di alzare ancora i tassi d'interesse». «L'economia sta chiaramente rallentando», ha aggiunto. «Credo che la nostra politica sia sufficientemente restrittiva per tornare a un'inflazione al 2%, ma ci vorrà ancora molto tempo per raggiungerla». La presidente della Bce Christine Lagarde, intervenendo a Marrakech alla riunione del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale, ha sostenuto che il contributo principale che la Bce può dare alle principali sfide globali è «assicurare la stabilità dei prezzi, perché senza stabilità nessuno investirà, in particolare sul cambiamento climatico che richiede stabilità anche sul lungo termine». Giovedì poi sarà la volta del dato clou della settimana sull’inflazione Usa. In questo scenario restano anche i timori per la crescita economica, in particolare, in Italia, sulla tenuta dei conti pubblici. Sul fronte macro la produzione industriale italiana ad agosto ha segnato una crescita dello 0,2% mensile e un calo tendenziale del 4,2 per cento.
A Milano rimbalzo di Tim
A Piazza Affari seduta di forti acquisti su Nexi (+4,82%), seguita da Tim (+4,72%), che ha toccato i minimi da due mesi sulle incertezze relative alle mosse del primo socio Vivendi sul piano di riassetto del gruppo. Il titolo recupera mentre le indiscrezioni riportate da Radiocor ipotizzano un nuovo confronto tra i francesi e il ministero del Tesoro una volta che sul tavolo di Tim ci sarà l'offerta definitiva del fondo Kkr per la rete infrastrutturale. In evidenza anche Bper (+3,89%), migliore tra i bancari, quando i petroliferi sono rimasti più indietro sul rallentamento del prezzo del greggio.
BTp, spread scende sotto i 200 punti
Si riduce lo spread tra BTp e Bund, scendendo sotto quota 200 punti. Sul mercato secondario Mts il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco che era indicato nei primi scambi a 204 punti base rispetto ai 206 punti della vigilia, ora prosegue il ribasso toccando i 198 punti base. Il rendimento del decennale italiano è al momento al 4,78% rispetto al 4,80% dell'apertura e al 4,83% del riferimento precedente.
Petrolio rallenta, sale il gas. Euro sopra 1,06 dollari
Per quanto riguarda il petrolio, il contratto consegna Dicembre sul Brent scende dell'1,04% a 87,23 dollari al barile e quello scadenza Novembre sul Wti dell'1,03% a 85,49 dollari al barile, quando ad Amsterdam il prezzo del gas sale dell'11,7% a 49,1 euro al megawattora. Secondo il presidente finlandese Sauli Niinisto, la perdita che domenica scorsa ha causato la chiusura del gasdotto che rifornisce la Finlandia dall'Estonia potrebbe essere un atto di deliberato sabotaggio. Infine, sul mercato dei cambi, la moneta unica si rafforza e passa di mano a 1,0606 dollari (1,055 in avvio e 1,047 ieri in chiusura) e a 157,757 yen (157,3 in avvio), quando il rapporto dollaro yen si attesta a 148,717 (149 questa mattina).
loading...