Borse europee strappano una chiusura positiva, Piazza Affari +0,5% dopo fiammata Spread
Gli occhi degli investitori sono puntati sull'inflazione e sulle mosse delle banche centrali. La Bce conferma il rallentamento dell'aumento dei prezzi, che restano comunque sotto pressione. Permangono i rischi di crescita al ribasso. Negli Usa si conferma l'aumento del Pil nel secondo trimestre
di Paolo Paronetto e Chiara Di Michele
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee riescono a strappare una chiusura positiva dopo una seduta volatile, mentre l'attenzione degli investitori resta concentrata sull'andamento dell'inflazione e sulle mosse delle banche centrali. A settembre i prezzi al consumo in Germania hanno rallentato il passo più delle attese, mentre la Bce ha confermato che l'inflazione continua a diminuire, anche se le pressioni rimangono elevate. Negli Usa, intanto, il dato sul Pil del secondo trimestre (+2,1%) è stato lievemente inferiore alle previsioni. In attesa dell'intervento pubblico del presidente della Fed, Jerome Powell, in calendario nella serata italiana, i listini del Vecchio Continente sono riusciti a terminare la giornata in generale progresso trainati dagli acquisti sui titoli delle materie prime (+2,19% il sottoindice Stoxx), delle banche (+1,06%) e del settore auto (+0,84%). Restano sotto pressione invece i titoli di Stato, con un conseguente incremento dei rendimenti. Lo spread BTp-Bund, dopo la presentazione della Nota di aggiornamento al Def da parte del Governo, ha così toccato un massimo a 200 punti base con rendimenti al top da 12 anni, prima di tornare non lontano dai livelli della vigilia attorno a quota 195 punti. Il Ftse Mib di Piazza Affari ha guadagnato lo 0,54%. Anche Wall Street chiude positiva: il Dow Jones guadagna lo 0,35 per cento.
A Milano guadagna Bper, in coda Telecom
Tra i principali titoli milanesi, Bper ha guadagnato il 3,15% mentre il mercato si interroga sulle mosse dell'azionista Unipol (+0,35% e -0,69% UnipolSai), salito vicino al 20% della Banca Popolare di Sondrio (+1,51%). In rosso Tim (-2,52%) dopo il rinvio al 15 ottobre del termine per l'offerta vincolante sulla rete. In generale progresso le banche, con l'eccezione di UniCredit (-0,42%): Banco Bpm è salita dell'1,38%, Intesa Sanpaolo dell'1,09% e Mps dello 0,71%. In rialzo dello 0,32% Mediobanca, mentre sembrano attenuarsi le preoccupazioni del mercato sulla governance. Gli acquisti hanno premiato anche Prysmian (+2,94%), Moncler (+2,25%), Ferrari (+2,05%) e Stmicroelectronics (+1,77%). Bene anche Stellantis (+1,71%) dopo la nomina di Antonio Filosa come ceo di Jeep: si tratta del primo italiano alla guida del marchio Usa. In rosso invece Pirelli (-1,79%), Amplifon (-1,71%) e Azimut (-1,24%) e hanno perso quota anche le utility, con Hera (-1,38%), Italags ( -1,67%) e Terna ( -1,24%). Al di fuori del paniere principale si sono messi in luce Fenix Entertainment (+62,5%), Elsa Solutions (+50%) e Bioera (+19,7%). Giù invece Pozzi Milano (-13,82%), Illa (-18,52%) e Aton Green Storage (-19,87%).
Bce, inflazione in calo ma restano pressioni
«L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende ancora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo prolungato». Allo stesso tempo, «le pressioni interne sui prezzi restano forti». E' quanto si legge nel consueto bollettino economico Bce in cui si evidenzia anche che «i rischi per la crescita economica sono orientati al ribasso». Secondo le nuove proiezioni dello staff Bce annunciate al termine della riunione del consiglio direttivo del 14 settembre, l'inflazione dovrebbe scendere dall’8,4% del 2022 al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. L’espansione economica, secondo la banca centrale, «potrebbe risultare più lenta se gli effetti della politica monetaria saranno più intensi delle attese o in caso di indebolimento dell’economia mondiale, ad esempio per effetto di un’ulteriore decelerazione della Cina". Al contrario, «potrebbe invece rivelarsi maggiore del previsto se, grazie alla vivacità del mercato del lavoro,all’incremento dei redditi reali e alla minore incertezza, cittadini e imprese riacquisteranno fiducia e aumenteranno i consumi». Intanto, in Germania a settembre il tasso di inflazione non armonizzato scende al 4,5%, il più basso da febbraio. In Spagna invece l'inflazione continua a salire, ma meno delle attese: i prezzi al consumo sono aumentati, a livello armonizzato, del 3,2% a settembre rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, secondo i dati diffusi dall'ufficio statistico spagnolo Ine.
Cala la fiducia nell'economia nell'Eurozona a settembre
A settembre l’indice europeo che misura la fiducia nell’economia è calato di 0,3 punti portandosi a quota 93,3 punti nell’area euro e di 0,4 punti portandosi a quota 92,8 nell'Unione europea. Lo indica la Commissione europea. Le attese sull’occupazione sono aumentate nell’area euro di 0,5 punti portando l’indice a quota 102,7; nella Ue 0,6 punti a quota 102,4.
In Italia, l'Istat stima una diminuzione a settembre sia del clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 106,5 a 105,4) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 106,7 a 104,9. Il peggioramento del sentiment da parte delle imprese «si estende a tutti i settori di attività, con l’eccezione delle costruzioni. L’indice complessivo si attesta sullo stesso valore di ottobre 2022» commenta l'istituto. «L’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno. Si evidenzia un deciso peggioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, un aumento delle attese sulla disoccupazione e un miglioramento delle valutazioni attinenti la situazione finanziaria della famiglia» osserva l'Istat.
Petrolio inverte rotta, l'Euro torna a salire
Sul valutario, l'euro torna sopra quota 1,05 dollari dopo essere sceso a un minimo dal dicembre 2022 a 1,0496. La moneta unica vale 1,0506 dollari da 1,0522 della precedente chiusura ed è indicata a 157,72 yen (da 157,24), mentre il rapporto dollaro/yen è a 149,37 (da 149,43). Ha invertito la rotta il prezzo del petrolio dopo aver aggiornato i massimi dell'anno: il future novembre sul Wti cede ora l'1,15% a 92,60 dollari al barile, mentre l'analoga consegna sul Brent perde lo 0,79% a 95,79 dollari. Gas in salita dell'1% ad Amsterdam a 39,7 euro al megawattora. Gas in salita ad Amsterdam attorno ai 40 euro al MWh.
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