Il greggio prende fiato, ma i titoli petroliferi resistono
L'estensione del taglio era attesa ma la sorpresa è provenuta dal periodo, che copre tutto il 2023. Per gli analisti c'è spazio per ulteriori aumenti dei prezzi del barile
di Chiara Di Cristofaro
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Tengono i titoli oil a Piazza Affari, in una seduta di realizzi sul Brent e di calo per il listino principale FTSE MIB, con Eni che segna la performance migliore, mentre Saipem e Tenaris sono sotto la parità. Arabia Saudita e Russia hanno comunicato l'intenzione di estendere i tagli volontari in vigore da luglio da 1,3 milioni di barili al giorno (di cui 1 mln per i sauditi e 0,3 mln per i russi) fino a dicembre. «A differenza degli annunci precedenti, il taglio è stato esteso non solo per il mese successivo ma fino a fine anno e potrà essere incrementato su base mensile», sottolineano gli analisti di Equita. L'estensione del taglio era attesa ma la sorpresa è provenuta dal periodo, che copre tutto il 2023. Dopo l'annuncio, il Brent è salito fin sopra i 90 dollari sui massimi dal novembre scorso e tratta ora a 89,29 (-0,84%).
La notizia, per gli analisti di Mediobanca Securities, «è positiva per il mercato petrolifero. La produzione attuale dell'Opec resterà probabilmente intorno ai 28 mln di barili al giorno circa o meno per il resto dell'anno, un livello al di sotto delle stime di domanda, il che comporta un largo deficit per i prossimi mesi e un ulteriore supporto ai prezzi del greggio», dice Mediobanca Securities che ha come top picks nel settore Tenaris e Saipem. «Anche se i prezzi del greggio hanno registrato un rally di recente, il mercato petrolifero sembra rimanere in deficit nei prossimi mesi e riteniamo ci siano spazi per ulteriori rialzi», dice Mark Haefele di Ubs Global Wealth Management.
«Manteniamo una preferenza per il settore oil nella nostra strategia globale e ci aspettiamo un prezzo a 95 dollari al barile e un Wti a 91 dollari al barile per la fine di dicembre», aggiunge. L'ipotesi di Equita sul 2023 è pari a un Brent di 80 dollari al barile in media durante l'anno, che appare «coerente con uno scenario di rallentamento della domanda», scrivono gli analisti. Le restrizioni produttive dell'Opec+ insieme al recupero della domanda cinese di carburanti «stanno creando un gap tra domanda e offerta che si riflette in un calo delle scorte su livelli inferiori alle medie storiche in particolare sui prodotti raffinati. Tuttavia, i recenti segnali di indebolimento della domanda dovrebbero limitare l`upside del prezzo del greggio». Nel settore oil, Equita preferisce le società integrate ai servizi, i titoli preferiti sono Eni, Galp e D'Amico.
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