Lagarde frena le Borse europee, Wall Street in rally
Settimana fiacca per i listini del Vecchio Continente, complice l'alta tensione in Medio Oriente, la stagione delle trimestrali segnata da alti e bassi e i messaggi delle ultime ore da parte dei banchieri centrali, che hanno chiarito come il percorso contro l’inflazione non sia ancora concluso
di Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I dubbi sulla fine della stretta monetaria tengono in ansia le Borse europee che chiudono in “rosso” l’ultima seduta della settimana pur recuperando sul finale in scia a Wall Street. A chiarire come il percorso delle Banche centrali contro l’inflazione non sia ancora concluso è stato alla vigilia Jerome Powell (Fed), che ha lasciato la porta aperta a ulteriori ritocchi al costo del denaro, seguito a stretto giro da Christine Lagarde (Bce) convinta che i tassi al 4% «abbastanza a lungo» domeranno l’inflazione, spegnendo così le speranze di chi si attendeva una rapida discesa. Indicazioni che si sommano alla debolezza dei dati macro emersi in Uk e in Italia, mentre in Europa ancora non c’è un accordo sul nuovo Patto di stabilità. Ma per Piazza Affari si è trattato di una giornata soprattutto di vigile attesa, visto che in serata è atteso il verdetto di Fitch sul rating del nostro Paese. Nel frattempo, il FTSE MIB chiude sopra i minimi di seduta mentre fanno peggio Londra (FT-SE 100), Francoforte (DAX 30) e Parigi (CAC 40).
Settimana incolore a Milano (-0,6%), brillano Nexi e Bper
È quindi una settimana (6-10 novembre) decisamente fiacca per le Borse europee, complice l'alta tensione in Medio Oriente, la stagione delle trimestrali segnata da alti e bassi e, soprattutto, i messaggi delle ultime ore da parte di Jerome Powell (Fed) e Christine Lagarde (Bce) che hanno chiarito, pur con toni sfumati, che il percorso delle Banche centrali contro l’inflazione non è ancora concluso. Nella settimana che si è appena chiusa, la piazza finanziaria migliore è così quella di Madrid, che raccoglie lo 0,8%, seguita da Francoforte (+0,3%) e Parigi che si ferma sulla parità esatta. Va peggio, nel bilancio delle cinque sedute, a Londra (-0,8%) e Milano (-0,6%).
Stringendo lo sguardo sui singoli titoli del Ftse Mib, la settimana registra sul podio dei migliori il trio composto da Nexi (+7,6%), al centro di scenari di risiko nel settore dei pagamenti digitali e reduce dalla conferma della guidance per l'intero 2023. Secondo e terzo gradino a pari merito per Bper e Banco Bpm (entrambe a +4,4%) spinte da una trimestrale sopra le attese del mercato in scia alle altre big del credito. In fondo al listino, infine, addio amaro a Piazza Affari per Cnh (-13,6%) che proprio in settimana ha ufficializzato il delisting da Milano per restare quotata solo negli Usa.
Wall Street accelera, Microsoft verso altra chiusura record
Accelerano gli indici a Wall Street, con i listini avviati verso una settimana positiva. L'economia statunitense, infatti, continua a mostrarsi solida, ma in queste ore si registra il quarto calo mensile consecutivo della fiducia dei consumatori (Università del Michigan), tra l'incertezza sui tassi d'interesse e le preoccupazioni per le tensioni geopolitiche, e da cui emergono anche rinnovati timori sull'inflazione. Alla vigilia, non a caso, si è interrotta la striscia migliore degli ultimi due anni per S&P 500 e Nasdaq, capaci di inanellare rispettivamente otto e nove rialzi consecutivi. Sull'azionario, il titolo di Nvidia sale del 2,6%, dopo che il Financial Times ha scritto che la società ha sviluppato tre nuovi chip per la Cina, con l'obiettivo di rispettare le nuove regole statunitensi sull'esportazione e garantire, al tempo stesso, la fornitura di tecnologia per l'intelligenza artificiale a un mercato in espansione. E proprio l'entusiasmo relativo all'intelligenza artificiale spinge il titolo di Microsoft, in rialzo del 2,2% e avviato verso la terza chiusura record nelle ultime quattro sedute e un rialzo di oltre il 4% in settimana, così come chiuderà la settimana in rialzo di oltre il 4% il titolo di Apple.
Il Dow Jones chiude in rialzo dell’1,15% a 34.283,50 punti, il Nasdaq avanza del 2,05% a 13.798,11 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,56% a 4.415,28 punti
Bene Leonardo, tengono le banche. Diageo affonda a Londra
Tornando ai titoli di Piazza Affari, Leonardo - Finmeccanica ha beneficiato della pubblicazione dei conti trimestrali e del giudizio positivo degli analisti. Debole invece Pirelli & C dopo il rinvio dell'aggiornamento del piano industriale a causa del contesto economico incerto. Vendite anche su Moncler, Cnh Industrial e Davide Campari. Tengono le banche, sostenute dalla prospettiva di tassi di interessi elevati per un periodo di tempo prolungato. Il settore è anche sotto i riflettori dopo la pubblicazione di una serie di trimestrali tutte superiori alle previsioni del mercato. Si mette in luce in particolare Generali, Eni e Banca Pop Er. Nel resto d'Europa il colosso degli alcolici Diageo affonda a Londra dopo il taglio della guidance sul 2023 a causa del rallentamento della performance in America Latina e nei Caraibi.
Buona domanda e rendimenti in calo nell'asta sui BTp
Il Tesoro, intanto, ha ottenuto una buona domanda e rendimenti in calo per l'odierna asta di BTp. Assegnata in particolare la settima tranche del BTp a 3 anni per 3 miliardi a fronte di una richiesta pari a 4,618 miliardi. Il rendimento è sceso di 18 centesimi attestandosi al 3,75 per cento. Collocata anche la quinta tranche del BTp a 7 anni: a fronte di richieste per 3,006 miliardi l'importo emesso è stato pari a 2 miliardi mentre il rendimento, in calo di 15 centesimi sull'asta del mese scorso, si è attestato al 4,21%. Collocata poi la decima tranche del BTp a 15 anni per 1,5 miliardi (richieste per 2,18 miliardi) con un rendimento lordo del 4,84% e la 26ma tranche del BTp a 15 anni off-the-run scadenza per 1,5 miliardi a fronte di una domanda pari a 2,445 miliardi, con un rendimento lordo del 4,07%.
Sul fronte macro, il Pil del Regno Unito non ha mostrato alcuna crescita nel terzo trimestre dopo un aumento dello 0,2% nel periodo precedente, mentre oggi sono attesi i dati sulla produzione industriale dell’Italia. L’agenzia Dbrs ha poi tagliato il rating della Cina a A da A (high) con trend stabile, notando che il «downgrade riflette la valutazione sul deterioramento di bilancio e sulle sfide di crescita strutturale che l’economia si trova ad affrontare. Dbrs ritiene che la debolezza del settore immobiliare, l’invecchiamento demografico e le elevate tensioni con gli Stati Uniti si tradurranno in una più bassa crescita economica nel medio termine».
Nel finale spread cala a 185 punti, rendimento al 4,56%
Si riduce lo spread tra i BTp e i Bund nella seconda parte di seduta sul secondario telematico Mts. Dopo l'avvio negativo in mattinata, la flessione dei corsi del reddito fisso si è allargata a tutto il comparto dei sovrani dell'Eurozona ed ha coinvolto anche i decennali tedeschi. Nel finale, quindi, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari durata tedesco si è ridotto a 185 punti base dai 187 dell'avvio (186 punti il closing della vigilia). Il rendimento del decennale italiano si attesta al 4,56% (dal 4,51% del closing precedente). Sul fronte dei cambi, l’euro debole a 1,0670 (da 1,0710 al closing precedente). La moneta unica vale anche 161,67 yen (161,76), mentre il cambio tra il biglietto verde e la divisa nipponica si attesta a 151,49 (151,01). In calo il gas sui 46,5 euro al MWh (-3,4%) mentre corre il petrolio: il future gennaio sul Wti scambia a 77 dollari al barile (+1,7%) e l'analoga consegna del Brent a 81,3 dollari (+1,6 per cento).
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