Borse, Europa si assesta dopo il rally. A Milano (-0,3%) realizzi su Telecom
Wall Street in rialzo in scia alla migliore settimana del 2023. Il dollaro resta debole, si impenna il petrolio. Vendite sul gruppo di tlc dopo l'ok a Kkr per la vendita della rete e Vivendi che promette battaglia
di Laura Bonadies e Stefania Blasioli
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3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Si arresta il rally delle Borse europee della settimana scorsa: in calo l’azionario e i titoli di Stato con conseguente lieve risalita dei rendimenti e complice l'alta tensione in Medio Oriente. In questo contesto i principali indici europei archiviano la prima seduta della settimana in negativo: termina in perdita il FTSE MIB in linea con Parigi (CAC 40) e Francoforte (DAX 40). Unica positiva Londra (FT-SE 100). Gli occhi degli investitori sono stati rivolti soprattutto all’andamento di Telecom Italia dopo le riunioni decisive del fine settimana che hanno portato il cda ad approvare l’offerta del fondo americano Kkr per la rete infrastrutturale. Dopo un balzo iniziale che ha portato il titolo a guadagnare oltre il 4%, la quotazione ha frenato portandosi in coda al listino milanese.
A prevalere è stata quindi la cautela soprattutto vista l’opposizione del primo azionista Vivendi(che detiene oltre il 23% della società di telecomunicazioni) che chiedeva un passaggio in assemblea per valutare l’offerta e dunque considera «illegittima» la decisione del board. Nonostante il socio francese abbia ribadito l’intenzione di utilizzare «ogni strumento legale» per contestarla, gli analisti ritengono comunque molto limitate a questo punto le chance di bloccare l’operazione.
Wall Street in rialzo dopo settimana migliore del 2023
Prosegue anche lunedì in lieve rialzo Wall Street, in scia alla miglior settimana del 2023: il Dow Jones sale dello 0,10% a 34.096,19 punti, il Nasdaq avanza dello 0,30% a 13.518,78 punti mentre lo S&P 500 mette e segno un progresso dello 0,18% a 4.366,08 punti. I rialzi tra il 5% e il 6,6% per gli indici sono stati possibili grazie alla decisione della Fed di lasciare fermi i tassi d'interesse per la seconda volta consecutiva e al debole rapporto sull'occupazione. A ottobre, è stato creato un minor numero di posti di lavoro del previsto (150.000, con il consensus a 170.000) e la disoccupazione è aumentata dal 3,8% al 3,9%. A contribuire è stato poi il deciso calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro, con gli investitori che scommettono ora sulla fine dei rialzi dei tassi d'interesse da parte della Fed. Giornata priva di eventi da segnalare, in una settimana nel complesso 'leggera' dal punto di vista macroeconomico.
Bene banche e petroliferi, Ferrari allunga ancora
A Piazza Affari, bene i petroliferi spinti da Tenaris che è stata la migliore del Ftse Mib dopo l’annuncio dell’avvio della prima tranche da 300 milioni di dollari del programma di buyback; ed Eni. Positivo il settore delle banche con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm. Sul fronte opposto Diasorin e Telecom Italia. Domenica il Cda ha approvato la cessione della rete al fondo americano Kkr ma si teme per le azioni che metterà in campo il socio Vivendi dopo che la decisione è stata assunta dal board e non dall’assemblea come richiesto dai francesi. In luce Ferrari le cui azioni hanno aggiornato i massimi storici grazie al supporto che arriva da un report degli analisti di Barclays con una raccomandazione migliorata a "overweight".
Spread torna ad allargarsi a 191 punti base
Seduta pesante per i corsi del reddito fisso sul mercato secondario telematico Mts con lo spread tra i BTp e i Bund che torna a riaprirsi con decisione. Nel finale il differenziale differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari durata tedesco si e' attestato a 191 punti base (187 punti in avvio e 180 punti alla chiusura di venerdì scorso). Dopo l'apprezzamento repentino di venerdì sulla scia dei dati Usa che hanno consolidato l'aspettativa della fine del ciclo di rialzi da parte della Fed, la giornata odierna è stata caratterizzata da un generalizzato ribasso dei corsi con conseguente rimbalzo dei rendimenti. Il decennale italiano benchmark nel finale è indicato al 4,64% dopo un avvio stamani al 4,55% (4,44% al closing di di venerdì).
Euro/dollaro ai massimi da settembre, sale il petrolio
Sul mercato valutario, il cambio tra euro e dollaro è ai massimi da metà settembre a 1,0742 (1,0736 venerdì). Petrolio in rialzo con il Brent gennaio che tratta a 85,75 dollari al barile e il Wti dicembre a 81,55 dollari al barile. Nel week end sia Mosca sia Ryad hanno confermato la riduzione della produzione di greggio (rispettivamente di 300mila e di 1 milione di barili al giorno) fino a fine anno. Il gas naturale in Europa, infine, cede il 5,3% a 45,5 euro al megawattora.
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