Borse europee ancora sotto pressione, Piazza Affari -0,3% con nuovo tonfo Mps
Persistono timori per tassi, immobiliare cinese e prezzo del petrolio. Euro ancora debole contro il dollaro. Spread sale oltre i 190 punti. Il mercato guarda agli Stati Uniti e teme uno shutdown delle attività federali
di Flavia Carletti e Chiara Di Michele
3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor)- Chiusura poco mossa per le Borse europee al termine di una giornata incolore. La debolezza degli indici Usa, dopo un tentativo di rimbalzo in avvio a Wall Street, non ha aiutato i listini europei con il Ftse Mib di Milano in calo dello 0,31%, il Cac40 di Parigi dello 0,03% e il Dax40 di Francoforte dello 0,25 per cento. Sul mercato persistono i timori legati ai tassi elevati, all'immobiliare cinese, all'elevato prezzo del petrolio, cui si aggiunge il mancato accordo, al momento, tra repubblicani e democratici negli Stati Uniti per finanziare il governo ed evitare lo shutdown, ovvero la chiusura delle attività federali non essenziali, che scatterebbe il primo ottobre.
A Piazza Affari ancora una seduta di passione per Banca Mps (-6,6%), che paga l'incertezza dettata dai rumor che continuano a rincorrersi sulla vendita di una quota da parte del Tesoro, titolare del 64% del capitale. Deboli anche le utility con Hera (-3,05%) e A2A (-2,91%) in coda. Segno opposto per i petroliferi, Tenaris +2,51%, Saipem +1,57% ed Eni +1,28%, con il greggio in deciso rialzo.
Wall Street tenta rimbalzo dopo peggior seduta da marzo
Seduta stabileo a Wall Street, con gli indici reduci dalla peggior seduta da marzo e avviati verso cali mensili, a settembre, tra il 3% e il 7%. In chiusura Dow -0,20%, S&P 500 +0,02% e Nasdaq +0,22 per cento. Sul fronte macro, sopra le attese il dato sugli ordini dei beni durevoli di agosto, saliti dello 0,2% contro stime per un calo dello 0,5%. Al netto della difesa, il dato segna un calo dello 0,7 per cento. Continua poi a gravare la volontà della Federal Reserve di alzare ancora i tassi d'interesse, che potrebbero restare elevati più a lungo del previsto per combattere l'inflazione. Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis, ha detto: «Prevedo che la Fed tenga fermi i tassi d'interesse, il prossimo anno. La speranza è che la Fed abbia fatto abbastanza sui tassi, ma non lo sappiamo. A guidare le decisioni della Fed saranno i dati»; ha poi aggiunto che comunque «abbiamo fatto molti progressi sull'inflazione». A preoccupare i trader, poi, è il mancato accordo, al momento, tra repubblicani e democratici per finanziare il governo ed evitare lo shutdown, ovvero la chiusura delle attività federali non essenziali, che scatterebbe il primo ottobre. Secondo gli esperti, uno shutdown avrebbe ripercussioni negative sul Pil del quarto trimestre.
A Piazza Affari debole Tim, positive Leonardo e Nexi
Debole Tim (-1,44%), nel giorno in cui è stato convocato il consiglio di amministrazione sulla richiesta del fondo americano Kkr di rinviare di 15 giorni l’offerta sulla rete. Ancora vendite su Moncler (-1,77%), quando Erg ha perso il 2%, Italgas l'1,96% e Unipol l'1,77%. La seduta è stata positiva anche per Leonardo (+1,52%) e Nexi (+1,12%), sostenuta dai numeri che indicano un miglioramento del mercato dei pagamenti digitali. Inoltre, gli acquisti hanno premiato molti titoli del comparto in Europa a partire da Adyen (+3,71%) ad Amsterdam che, in mattinata, è arrivata a salire anche dell'8% dopo che Barclays ha alzato il giudizio sulla società olandese di pagamenti elettronici. A Parigi Worldline ha chiuso in progresso dell'1,4%. Guardando le piazze del Vecchio Continente, l'Aex ha chiuso invariato (+0,04%), così come il Cac 40 (-0,03%), mentre, a Madrid l'Ibex35 è sceso dello 0,36% e a Londra il Ftse100 dello 0,43 per cento.
Risale la tensione sullo spread, si avvicina soglia psicologica
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund che, in un contesto di generale aumento dei rendimenti sulla curva euro, prosegue il suo avvicinamento alla soglia psicologica dei 200 punti base. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il titolo tedesco di pari durata si è attestato a 194 punti base, due in più rispetto al riferimento di ieri. In salita anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,77%, con un balzo di 5 centesimi rispetto al 4,72% segnato al closing della vigilia.
Petrolio continua a correre, euro resta debole
In rialzo il petrolio, con il mercato che si concentra sulla riduzione dell’offerta mentre ci si avvia verso l’inverno e ci si aspetta quindi un aumento della domanda. Il contratto sul Brent consegna novembre guadagna il 2,52% a 96,33 dollari al barile e quello di pari scadenza sul Wti il 3,3% a 93,37 dollari al barile. Ad Amsterdam, il prezzo del gas scende del 2,3% a 39,4 euro al megawattora. Infine, sul mercato dei cambi, l'euro resta debole e passa di mano a 1,0522 dollari (1,0565 in avvio, da 1,0587 ieri), mentre l'euro/yen è a 157,236 (157,565 in apertura da 157,66). Il cambio dollaro/yen è a 149,43 (da 149,13).
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