Borse, Europa chiude in positivo settimana difficile tra incognita tassi e Israele. Milano +1,5%
Mercati sotto pressione tra l'alta tensione in Israele e le mosse future delle banche centrali. Balza il prezzo del greggio. Spread BTp-Bund torna sopra 200 punti
di Stefania Arcudi e Stefania Blasioli
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Borse europee al palo nell'ultima seduta della settimana. A frenare gli indici continentali sono stati i timori sull'inflazione americana, i dubbi sulla tenuta dell'economia (il Fmi aveva rivisto al ribasso le stime e Bankitalia ha tagliato le previsioni sul Pil italiano) e le banche centrali apparentemente intenzionate a non fare marcia indietro sulla strategia aggressiva (da Marrakech la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha detto che l'Eurotower resta ferma sulla stretta ed è pronta a fare di più se necessario). A questo si aggiunge l'escalation delle tensioni in Medio Oriente, con la paura di un allargamento della minaccia terroristica anche fuori da Israele. Così il FTSE MIB di Milano, ha chiuso in calo dopo avere brevemente recuperato terreno fino a un -0,1%, poco sopra i minimi di seduta, ma archivia comunque la settimana con un rialzo attorno all'1,5%. In rosso anche Parigi (CAC 40), Francoforte (DAX 40), Madrid (IBEX 35), Amsterdam (AEX) e Londra (FT-SE 100). A poco sono serviti l'aumento della produzione industriale dell'Eurozona e l'avvio brillante della stagione delle trimestrali americane con alcuni dei colossi finanziari che hanno battuto le previsioni degli analisti (JPMorgan, Citigroup, Wells Fargo e BlackRock hanno visto salire utili e ricavi).
Europa chiude settimana positiva nonostante incertezze
Nonostante il calo di venerdì, con i timori su inflazione, crescita e azioni delle banche centrali che sono tornati a tenere banco, le Borse europee hanno archiviato un'ottava positiva, grazie ai guadagni di inizio settimana. Pur se in un contesto di forte apprensione e incertezza, i mercati non hanno eccessivamente subito il contraccolpo delle tensioni in Medio Oriente, con il conflitto in Israele in primo piano. Gli investitori, soprattutto nel finale di settimana, hanno piuttosto guardato alle possibili azioni delle banche centrali, in un contesto di economia in rallentamento (il Fmi e, nel nostro Paese, Bankitalia hanno tagliato le stime di crescita). Piazza Affari, che ha chiuso la seduta di venerdì in ribasso dello 0,9%, nell’ottava ha registrato un aumento dell'1,5% per il Ftse Mib, cosa che porta l'aumento da inizio anno al 19,1%. Più incerto il passo delle altre piazze continentali: Parigi -0,3% nella settimana e +9,1% da inizio anno, Francoforte -0,8% nelle cinque sedute e +8,2% nel 2023, e Madrid, invariata nella settimana e +12% da inizio anno. Hanno fatto meglio Amsterdam (+1% nella settimana e +6,5% da inizio anno) e Londra (+1,4% nell'ottava e +2% nel 2023). In Europa bene quasi tutti i settori, con le performance migliori per gli energetici (+6,1%), le utilities (+3,4%) e i titoli del settore farmaceutico/sanitario (+2,2%). Per quanto riguarda i titoli, in Italia le small cap (+0,2% il Ftse Italia Small Cap Index) e le utility (+2,3%) hanno segnato la performance migliore, mentre le banche sono rimaste al palo (-0,1%). Sul Ftse Mib, su base settimanale i rialzi maggiori sono stati quelli di Saipem (+8%), Leonardo (+7,9%), Tenaris (+7,8%), Eni (+5,9%) e Stellantis (+4,6%), mentre i ribassi più sostenuti sono stati quelli di Moncler (-5,1%), Diasorin (-4,8%) e Campari (-4,3%). Sul fronte dei cambi, l'euro si è indebolito sul biglietto verde, chiudendo la settimana in calo dello 0,8%.
Wall Street in rialzo, bene le banche dopo conti sopra le stime
Procede in rialzo Wall Street: le attenzioni sono sulle trimestrali delle grandi banche, che sono state positive: per questo, guadagnano il titolo di JpMorgan Chase, quello di Citigroup e quello di Wells Fargo. I risultati di JPMorgan «sono stati solidi nel terzo trimestre», con un incremento dei profitti, dei margini e degli indicatori patrimoniali. Tuttavia, la congiuntura macroeconomica e geopolitica globale fa sì che «questo potrebbe essere il periodo più pericoloso che il mondo ha visto in decenni», ha commentato l'amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon. A spingere gli indici è anche il calo dei rendimenti dei Treasury, dopo i massimi dal 2007 registrati la scorsa settimana. Alla vigilia, seduta in calo a Wall Street: a pesare sono stati i dati sull'inflazione, più alti del previsto (sia i prezzi alla produzione, sia i prezzi al consumo).
A Piazza Affari ancora in luce i petroliferi, giù Diasorin
Le trimestrali delle banche americane sono tenute sotto osservazione anche dalle controparti italiane, che però sono rimaste alla finestra, con i titoli che non si sono mossi in modo particolare. Si è messa in luce solo Banca Pop Er, premiata da una raccomandazione degli analisti di Barclays. La performance migliore è stata quella dei petroliferi (Tenaris, Eni e Saipem) stanno beneficiando della nuova corsa dei prezzi del petrolio a causa della guerra in Israele e delle nuove sanzioni sull'export imposte dagli Stati Uniti alla Russia. Male Diasorin che sconta il profit warning nel settore del gruppo tedesco Sartorius. tra i titoli più colpiti dalle vendite ci sono le società del risparmio gestito come Banca Generali, Finecobank e Azimut, ma la peggiore è stata Prysmian. In calo Banca Mps nonostante l'upgrade da parte di Barclays: il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato la volontà di uscire dal capitale da parte del Tesoro precisando che questo avverrà quando il prezzo e le condizioni di mercato saranno «congrue». Sotto i riflettori Telecom Italia (dopo essere arrivata a guadagnare anche più di 3 punti) a due giorni dalla scadenza per la presentazione dell'offerta vincolante di Kkr per la rete infrastrutturale. Il titolo di Cnh Industrial e rimasto sostanzialmente indifferente sia al completamento dell'acquisizione di Hemisphere Gnss per 175 milioni di dollari, annunciata lo scorso marzo, sia alla conferma che la società intende completare la sesta tranche del programma di riacquisto di azioni proprie per 300 milioni di dollari, con acquisti aggiuntivi per circa 21,8 milioni. Fuori dal listino principale, in rally Eprice e rialzi significativi per Gequity e Bioera, mentre tra le peggiori sono finite Illa, Vantea Smart e Sg Company.
Spread sale in chiusura a 202 punti, rendimento stabile
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund che ha terminato la seduta oltre la soglia psicologica dei 200 punti base. A fine contrattazioni il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari durata tedesco si e' attestato a 202 punti base dai 196 punti di ieri. Stabile, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,75%, invariato rispetto al precedente closing.
Corrono i prezzi di gas e greggio. Euro/dollaro a 1,05
Forte volatilità sul gas naturale ad Amsterdam: dopo aver cambiato più volte fronte i prezzi nel finale salgono del 4,07% a 55,16 euro. Con l'accelerazione del gas anche il prezzo del greggio è stato favorito, quando i report mensili dell'Iea hanno evidenziato i primi segnali di distruzione della domanda, soprattutto nei paesi emergenti, a causa delle elevate quotazioni, con la produzione complessiva dell’OPEC+ destinata a diminuire nel 2023, mentre Russia e Arabia Saudita hanno ribadito l’intenzione di continuare a supportare il mercato con i tagli. Così il Brent in scadenza a dicembre scambia intorno a quota 89 dollari al barile. Si rafforza il dollaro che è scambiato a 1,05 per un euro. Lo spread chiude a 202 punti, contro i 196 della vigilia.
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