ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

Wall Street negativa alla vigilia della Fed. A Milano sprint Mps

Restano dubbi sulla crescita mondiale, Cina in testa. Petrolio in rialzo, a Piazza Affari bene Tim. Spread BTp/bund chiude sotto 180 punti base

di Stefania Blasioli e Flavia Carletti

Aggiornato il 19 settembre alle 22:07

La Borsa, gli indici del 19 settembre 2023

3' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Gli indici europei chiudono contrastati, nel giorno in cui ha preso il via la riunione del board della Federal Reserve che comunicherà il 20 settembre la decisione sui tassi d’interesse. Attenzione anche ai dati sui prezzi, dopo i numeri dell'Eurozona in calo (ad agosto è stato del 5,2% dopo 5,3% a luglio) e le previsioni dell'Ocse, secondo cui l'inflazione complessiva è in calo, ma quella core rimane persistente in molte economie, sostenuta dalle pressioni sui costi e da margini elevati in alcuni settori. Alla luce di tutto questo, il membro del consiglio direttivo della Bce, Francois Villeroy de Galhau, ha detto che «il 4% è un buon livello» per i tassi, che andranno mantenuti «al 4% per un periodo sufficientemente lungo». A Milano il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,60%, a Parigi il Cac40 dello 0,08% e a Londra il Ftse100 dello 0,09%, quando a Francoforte il Dax40 ha perso lo 0,41 per cento. Prosegue debole Wall Street, quando il mercato dà per scontata una pausa nella stretta monetaria. Il Dow Jones perde lo 0,31%, il Nasdaq lascia lo 0,23%, mentre lo S&P 500 registra un calo dello 0,21%.

Infatti, l'attenzione degli investitori è tutto sulle scelte della Fed. Come detto, il mercato si aspetta uno stop al ciclo dei rialzi arrivati in 11 delle ultime 12 riunioni, ma il punto sarà capire se prima della fine dell’anno ci sarà o meno una nuova stretta. «Ci aspettiamo una Fed che deciderà di lasciare i tassi di interesse invariati nel range 5,25% - 5,50%, mantenendo aperto uno spiraglio per un possibile aumento del costo del denaro entro fine anno», hanno commentato gli analisti di Ig. «Ci aspettiamo una comunicazione hawkish sia da parte del presidente della Fed, Jerome Powell, sia da parte dei membri del Fomc che nel grafico dotplot manterranno la scelta di un ulteriore rialzo dei tassi a fine anno», aggiungono, concludendo che «con un’economia più resiliente del previsto se le pressioni inflazionistiche dovessero mostrare nei prossimi mesi una nuova infiammata dei prezzi core il Fomc sarebbe pronto a rialzare nuovamente il costo del denaro a novembre/dicembre».

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Occhi sulle banche, in rosso Cnh Industrial e Diasorin

Tra i titoli a Piazza Affari in luce i bancari con Mps in cima al listino principale che chiude con un guadagno del 6,3%, seguita da Banco Bpm (+2,2%) e Bper (1,6%). Bene anche Mediobanca (+1,28%), con la partita sulla governance. Acquisti su Tim che chiude a +2,97%, in attesa di novità sull'offerta vincolante di Kkr sulla rete. Tra i comparti migliori figurano l’energia (+1% l'Euro Stoxx 600 di settore), le banche (+0,95%) e le auto (+0,87%) che non sembrano penalizzate dallo stallo nelle trattative sul rinnovo di contratto di lavoro negli Stati Uniti. Deboli i farmaceutici: Diasorin e Cnh industrial cedono rispettivamente il 5,08% e il 4,62 per cento.

Spread chiude in calo a 178 punti, rendimento al 4,52%

Chiusura in lieve ribasso per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il titolo tedesco di pari durata ha terminato gli scambi in flessione di 2 punti a 178 punti base. In leggero rialzo, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha chiuso al 4,52% dal 4,51% dell'ultimo riferimento.

Il cambio euro / dollaro
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Euro ai minimi da marzo sul dollaro, petrolio resta forte

Sul valutario, l’euro resta sui minimi da marzo contro il dollaro a 1,068 (da 1,0685 ieri in chiusura) e vale inoltre 157,87 yen, mentre il biglietto verde scambia a 147,8 contro la divisa giapponese. Ad Amsterdam, gas in rialzo a 37,19 euro al MWh (+7,8%). Continua a correre il prezzo del petrolio con il contratto sul Brent consegna Novembre che scavalla la soglia dei 95 dollari al barile, per la prima volta da novembre, e il contratto Wti scadenza Ottobre che scambia a 92,64 dollari. «Una chiusura settimanale del Brent oltre i 95 dollari aprirebbe lo spazio a un’accelerazione potenziale verso area 100 dollari», dicono gli analisti di Mps.La produzione di shale oil negli Stati Uniti, sottolineano gli analisti di ActivTrades, è di 9 milioni di barili al giorno, il livello più basso da maggio. Se a questo si aggiungono i tagli alla produzione dell'Opec+ per sostenere il mercato, «i rischi, in questa fase, sono per eventuali ulteriori aumenti che potrebbero riportare i prezzi sopra i 100 dollari». Anche per Vontobel, è possibile un ulteriore rialzo dei prezzi del petrolio, mentre il ribasso è protetto non solo dall'Opec, ma anche dal governo statunitense, che intende ricostituire le sue riserve di emergenza di petrolio un po' alla volta, puntando a un prezzo intorno ai 70 dollari, che essenzialmente fornisce un altro strato di sostegno a un possibile prezzo minimo. «Pertanto, il petrolio potrebbe effettivamente rappresentare una minaccia per le tendenze disinflazionistiche a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi - dice Vontobel - considerando che è stata proprio la componente energetica a contribuire maggiormente alla disinflazione negli ultimi mesi».

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