La guerra in Israele frena le Borse. Milano chiude a -0,4%, lo spread sale a 206
Rally di Leonardo. La Banca centrale di Tel Aviv vende 30 miliardi di dollari di valuta estera. Euro debole, in deciso rialzo i prezzi di petrolio e gas
di Stefania Blasioli e Flavia Carletti
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il sensibile incremento dell'avversione al rischio dopo l'attacco di Hamas a Israele e la conseguente escalation nell'area ha alimentato la volatiltà delle Borse europee, che hanno chiuso la seduta in rosso, anche se sopra i minimi della mattinata. A Piazza Affari il Ftse Mib è sceso dello 0,46%, frenato dai bancari, quando i titoli del settore difesa e i petroliferi hanno registrato buoni progressi. A Parigi il Cac40 ha perso lo 0,55%, a Francoforte il Dax40 lo 0,67% e a Madrid l'Ibex35 lo 0,98%, quando ad Amsterdam l'Aex è scivolato dello 0,10% e a Londra il Ftse100 dello 0,03 per cento. In Europa, sotto pressione i comparti vendite al dettaglio (-2%) e viaggi (-2,36%), mentre gli acquisti hanno premiato soprattutto il settore energia (+2,91%).
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dello 0,59% a 33.604,48 punti, il Nasdaq avanza dello 0,39% a 13.484,24 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,63% a 4.335,65 punti.
Intanto, la Borsa di Tel Aviv ha recuperato una piccola parte dello scivolone accusato nella seduta di domenica. Il listino Ta-35 ha chiuso in progresso dello 0,95% dopo il -6,5% accusato la vigilia. Gli acquisti hanno premiato in particolare Energix (+8,74%), Kenon (+7,13%) e Opc Energy (+6,97%).
Sul fronte macroeconomico, dopo il dato sul mercato del lavoro americano migliore delle previsioni la scorsa settimana cresce l'attesa per le indicazioni sull'inflazione: mercoledì è in calendario l'indice dei prezzi alla produzione mentre giovedì toccherà ai prezzi al consumo. Resta inoltre da capire se la nuova fiammata dei prezzi dell'energia potrà influenzare le aspettative di inflazione a medio termine, portando le banche centrali a varare nuove strette.
Banca d'Israele vende 30 mld di dollari in valuta estera
Tornando a Israele, la Banca centrale del paese venderà fino a 30 miliardi di dollari in valuta estera per assicurare la stabilità dello shekel dopo l'attacco di Hamas. Si tratta della prima vendita di questo tipo mai effettuata dall'istituto. «La banca opererà sul mercato nel prossimo periodo per limitare la volatilità dello shekel e per garantire la liquidità necessaria al funzionamento corretto dei mercati», ha spiegato la banca centrale, che fornirà inoltre liquidità fino a 15 miliardi di dollari attraverso meccanismi di swap. L'istituto «continuerà a monitorare gli sviluppi, seguendo tutti i mercati e agendo con gli strumenti disponibili se necessario».
Banche deboli, in rialzo Leonardo e i petroliferi
Tra i principali titoli a Piazza Affari, tiene banco il rally dei titoli oil, sostenuti dall’andamento del greggio: Tenaris guadagna il 3,93%, Eni il 2,27% e Saipem l'1,8 per cento. Maglia rosa per Leonardo che beneficia dell’incertezza geopolitica e chiude in rialzo del 4,79% sulla prospettiva di eventuali commesse che la società potrebbe ottenere nell'ambito della difesa e della sicurezza. Segno opposto per Banca Mps (-6,25%), Bper (-4,67%), Amplifon (-4,07%) e Iveco Group (-4,05%).
Al di fuori del paniere principale forti vendite sul titolo Juventus (-8,5%) dopo l'annuncio del bilancio 2022-2023 e del nuovo aumento di capitale da 200 milioni di euro.
Spread chiude a 206 punti, rendimento in calo al 4,83%
Lo spread tra Btp e Bund si consolida sopra l'asticella dei 200 punti base in avvio di settimana. Nel finale di contrattazioni sul mercato secondario Mts il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco è indicato a 206 punti base, stesso livello dell'apertura e tre punti al di sopra del finale di venerdì. Nel week-end, in un'intervista a un giornale britannico, il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha detto, con un esercizio di parresia da fine mandato, di non credere che il rialzo dello spread sia componente di un attacco speculativo contro il Paese ma certamente, ha aggiunto, c'è un segnale di una preoccupazione dei mercati da non trascurare che Visco lega alla prospettive del tasso di crescita potenziale italiano a lungo termine.
L'apprezzamento generalizzato dei corsi dei titoli sovrani sul mercato secondario Mts ha comunque portato oggi a una riduzione dei rendimenti: il decennale italiano rende nel finale il 4,83% dal 4,90% di stamani e dal 4,91% del closing di venerdì
Euro in calo, corrono petrolio e gas
Sul valutario pesano le tensioni in Israele: il cambio tra euro e dollaro torna a 1,0547 dopo la debolezza generalizzata del biglietto verde dovuta ai il dato sul lavoro americano della scorsa settimana migliore delle attese che lo aveva spinto in area 1,06 nel fine settimana. Ancora in forte flessione lo shekel israeliano, nonostante il programma di vendite della Banca centrale fino a 45 miliardi di dollari per limitare la volatilità sul mercato: la valuta israeliana scambia a un minimo da oltre sette anni e mezzo a 3,95 per un dollaro. in deciso rialzo il prezzo del petrolio sulla scia dei timori di un’estensione del conflitto all’Iran con ripercussioni sulla produzione: il contratto sul Brent consegna Dicembre scambia in rialzo del 4% a 88 dollari al barile; in progresso anche il contratto sul Wti in scadenza a Novembre a 86.36 dollari (+4,3%). Torna a salire il prezzo del gas ad Amsterdam a 43,56 euro al megawattora (+13,93%) con i rischi di un nuovo sciopero in Australia che si sommano a una perdita sospetta in un gasdotto sottomarino tra Finlandia e Estonia.
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