ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

Le Borse europee pagano l’effetto Fed, Londra in controtendenza con la BoE «colomba». Milano -0,4%

L’aggressività di Powell fa sentire i suoi effetti sui listini del Vecchio Continente. La Bank of England porta i tassi al 3% ma lasciando capire come le aspettative sul picco della stretta monetaria siano eccessive (da qui il ko della sterlina). Euro a 0,97 dollari, spread chiude a 217 punti

di Enrico Miele

Aggiornato alle ore 21:58

La Borsa, gli indici del 3 novembre 2022

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L’aggressività della Fed, in versione “falco” sui futuri rialzi dei tassi, fa sentire i suoi effetti sui listini europei che chiudono quasi tutti con passivi intorno all’1% dopo una seduta segnata, ancora una volta, dai timori di una recessione. Fa eccezione la sola Londra (FT-SE 100) dove la Bank of England ha aumentato il costo del denaro, come da attese, al 3%, il massimo da 14 anni, ma lasciando capire come le aspettative sul picco massimo della stretta monetaria nel Regno Unito siano eccessive (da qui l’immediato ko della sterlina). Si tratta di un «chiaro segnale che i tassi non saliranno tanto quanto il mercato si aspettava» spiegano gli analisti in riferimento alla BoE. Ma intanto il Vecchio Continente deve fare i conti con il rallentamento dell’economia, come sottolineato anche dalla presidente della Bce, Christine Lagarde: «Potrebbe accadere che tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 ci sia una leggera recessione». E così dopo tre sedute di rialzi si è interrotta la serie positiva per l'azionario europeo, con le vendite che hanno penalizzato soprattutto auto, tech e industria. In "rosso" al termine delle contrattazioni il FTSE MIB a Milano, il DAX 40 a Francoforte e il CAC 40 a Parigi.

Chiusura negativa anche per Wall Street: Dow Jones -0,46%, S&P 500 -1,06% e Nasdaq -1,73 per cento.

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BoE alza tassi al 3%, «risposta forte» se inflazione non cala

La Bank of England, al termine della riunione della Monetary Policy Committee (Mpc), ha deciso di alzare i tassi di interesse (bank rate) di 75 punti base, dal 2,25% al 3%. I membri della Mpc si sono espressi con 7 voti favorevoli e 2 contrari (un membro della commissione avrebbe preferito un incremento di 50 punti base al 2,75% e uno avrebbe voluto un aumento di 25 punti base al 2,5%). L'obiettivo, come si legge nel comunicato diffuso dall'istituto centrale, è «fissare una politica monetaria per raggiungere il target di un'inflazione al 2%, in un modo che contribuisca a sostenere crescita e occupazione». La Banca d'Inghilterra, che considera «molto problematico l'outlook economico, viste le previsioni su Pil e inflazione», si è detta «pronta a rispondere con forza» se l'inflazione dovesse «apparire persistente». Secondo la Boe, se le evoluzioni dell'economia andassero nella direzione prevista, «ulteriori incrementi dai tassi potrebbero essere necessari per un ritorno sostenibile dell'inflazione verso i target», pur se a un picco inferiore a quello previsto dai mercati finanziari.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Mossa BoE a due facce: Ftse 100 sulla parità, sterlina ko

Dopo un primo momento di sbandamento in seguito al rialzo (scontato) dei tassi di 75 punti base da parte della BoE, l’indice FT-SE 100 di Londra ha man mano rialzato la testa ed è stato l’unico del Vecchio Continente ad aver conquistato la parità. Direzione opposta, invece, per la sterlina che con un sonoro tonfo ha perso quota 1,11 sul dollaro (-2%). La Banca d'Inghilterra, infatti, ha sì aumentato il suo tasso di riferimento nella misura più alta dal 1989 per contrastare l'inflazione, ma ha anche lasciato intendere che il mercato stia forse sopravvalutando la sua volontà di perseguire sulla via dei rialzi che stanno pesando sull'economia, causando un crollo della sterlina. «La sterlina amplia le perdite per effetto delle indicazioni sui prossimi eventuali rialzi del costo del denaro, il board ritiene che il picco dei tassi sarà probabilmente più in basso di quel che si aspetta il mercato» come spiegano a caldo anche gli analisti di Websim-Intermonte.

In rosso Stellantis dopo conti, Tim in testa su voci opa

Sull'azionario milanese, intanto, è rimasta alta l'attenzione anche sulle trimestrali: a Piazza Affari, il titolo Stellantis ha chiuso il terzo trimestre con ricavi netti in crescita del 29% a 42,1 miliardi di euro e la conferma della guidance per l'intero 2022. In calo Ferrari all'indomani della trimestrale, così come nel settore auto Iveco Group e Pirelli & C. Dopo un iniziale recupero è stata colpita dalle vendite Moncler. In testa al listino invece Telecom Italia sulle voci di opa, assieme a Banca Mediolanum ed Eni. Fuori dal segmento principale, tonfo per Banca Mps nell’ultimo giorno utile per sottoscrivere le opzioni rimaste inoptate in relazione all'aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro.

Usa, meno richieste di sussidi per disoccupati

Negli Stati Uniti, il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, nella settimana terminata il 29 ottobre, è diminuito di 1.000 unità a 217.000, secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro; le attese erano per un dato a 220.000. Il dato della settimana precedente è stato rivisto da 217.000 a 218.000. Nel pieno della pandemia, gli Stati Uniti avevano registrato un massimo di 6,9 milioni di nuove richieste settimanali. La media delle ultime 4 settimane e' di 218.750, in calo di 500 unita' dalla media della settimana precedente.

Wall Street chiude negativa. Il Dow Jones perde lo 0,46% a 32.001,25 punti, il Nasdaq cede l’1,73% a 10.342,94 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,06% a 3.719,89 punti.

Sterlina in netto calo dopo la BoE, frena il petrolio

Sul mercato valutario, l'euro scende a 0,978 dollari (da 0,9863 della chiusura del 2 novembre). Perde quota in particolare la sterlina dopo la mossa sui tassi della Banca d'Inghilterra, con la divisa inglese che scambia a 1,11 dollari (-2%) e a 0,87 per un euro. Sul fronte energetico, frena il petrolio con i timori per la domanda in Cina: il Brent scende sotto 95 dollari mentre il Wti scivola a 89 dollari. Sale ancora il prezzo del gas e torna a 130 euro al Mwh.

Andamento dello spread Btp / Bund
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Spread chiude poco mosso, rialzo rendimento al 4,42%

Chiusura poco mossa, infine, per lo spread tra BTp e Bund in un contesto di generale rialzo dei rendimenti dei titoli europei dopo le mosse della Fed. In chiusura, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il titolo di pari scadenza tedesco è indicato a 217 punti base, uno in più rispetto all'ultimo closing. Decisamente sensibile, invece, il rialzo del rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,42% dal 4,32% del finale della vigilia del 2 novembre. Il rendimento del Bund è salito al 2,25% mentre quello dei bonos spagnoli al 3,32 per cento.

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