S&P conferma il rating “BBB” dell’Italia con outlook stabile. Borse, quinta settimana di rialzi ma Milano delude
Nell'ottava Piazza Affari ha perso lo 0,5%, zavorrata da Tim e Stellantis. Lo stacco del dividendo peserà in apertura di contrattazioni per il Ftse Mib -1,36%
di Flavia Carletti e Andrea Fontana
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L’agenzia S&P conferma il rating “BBB” dell’Italia con outlook stabile. È quanto emerge dalle tabelle pubblicate sul sito dell’agenzia. «La crescita economica decelererà nel 2023 con l’inflazione e la stretta delle condizioni di credito, prima di recuperare nel 2024». Lo afferma S&P, sottolineando che il consolidamento di bilancio sarà probabilmente graduale e contingente alla crescita e alle pressioni politiche. L’agenzia di rating prevede un pil in aumento quest’anno dello 0,4% dopo il +3,7% del 2022. L’elaborazione della legge di bilancio 2024 «sarà importante per valutare l’impegno del bilancio alla prudenza fiscale». Lo afferma S&P in una nota, sottolineando come, da quando è stata eletta, la premier Giorgia Meloni abbia «seguito un approccio moderato e pragmatico in relazione all’Europa e alla politica di bilancio». S&P ritiene inoltre che le attuali preoccupazioni sulla salute di Silvio Berlusconi abbiano “limitati rischi politici”.
Quinta settimana di fila di rialzi per le Borse europee mentre Milano frena a causa di alcune cadute di rilievo come Stellantis e Tim. Pur in una ottava non brillante, i listini azionari europei sono stati sostenuti dagli acquisti sulle utility, sul lusso e sugli assicurativi: lo Stoxx600 ha guadagnato un altro 0,4% portando a +10,4% il bilancio da inizio anno mentre, tra le varie piazze, Parigi è salita dello 0,8%, Madrid dello 0,6%, Francoforte e Londra dello 0,5%. Il Ftse Mib di Milano è invece calato dello 0,5% ma resta comunque il migliore del 2023 insieme a Parigi (+17% da inizio anno). Restando a Piazza Affari, lunedì 24 staccheranno la cedola 8 big del segmento principale.
Lo stacco dei dividendi peserà il -1,36% sul Ftse Mib
Lo stacco di dividendo per otto società quotate sul Ftse Mib comporterà un calo tecnico all’apertura delle contrattazioni calcolato nell'1,36% sull'indice delle 40 big del listino. A trattare ex dividendo saranno innanzi tutto tre istituti bancari: Banca Mediolanum, che pagherà il saldo della cedola 2022 a 0,26 euro per azione (3% il rendimento lordo rispetto alla chiusura odierna); Banco Bpm, che distribuirà 0,23 euro per azione (4,235%); Unicredit che pagherà 0,9872 euro per azione per un yield del 5%. Tempo di dividendi anche per i titoli della galassia Exor-Agnelli: Stellantis riconoscerà ai soci 1,34 euro per azione (8,4% rendimento), Cnh Industrial 0,36 euro (2,7%) e Ferrari 1,81 (0,7%). Gli altri due titoli che staccheranno la cedola relativa al 2022 sono Davide Campari (0,06 euro per azione pari allo 0,5% di dividend yield) e Prysmian (0,6 euro di dividendo per un rendimento dell'1,57%).
Milano strappa chiusura positiva venerdì (+0,43%)
Le Borse europee chiudono l'ultima seduta della settimana con una performance positiva sostenuta dagli acquisti su farmaceutici e tecnologici dopo i dati contrastanti arrivati dagli indici Pmi di marzo per l'Eurozona (in calo il manifatturiero, brillanti i servizi). Le performance in discesa dei titoli minerari hanno frenato Madrid (-0,4% l'Ibex35) e Londra (+0,15% il Ftse100), mentre gli altri indici azionari hanno terminato le contrattazioni con incrementi intorno al mezzo punto percentuale e non lontani dai massimi di giornata. Piazza Affari è salita dello 0,43% con il caso Tim al centro dell'attenzione: il nuovo braccio di ferro con il primo azionista Vivendi, che nell'assemblea degli azionisti ha dato evidenti segnali di bocciatura del piano industriale vigente, ha fatto scivolare il titolo di un altro 4,3 per cento. Nell'intera settimana, dopo le nuove offerte per la rete infrastrutturale, il titolo ha perso quasi il 14 per cento. A Parigi il Cac40 è salito dello 0,51%, a Francoforte il Dax40 dello 0,54% e ad Amsterdam l'Aex dello 0,14 per cento.
Indici Pmi segnalano espansione in Europa e Usa
Sul fronte macroeconomico, il miglioramento dell'indice Pmi della zona euro nel mese di aprile ha rassicurato sulla tenuta della ripresa, ma d'altra parte ha anche fornito nuovi argomenti ai falchi per chiedere ulteriori strette della politica monetaria. Se infatti l'indice per il settore manifatturiero è sceso a 45,5 punti dai 47,3 di marzo, quello per il settore dei servizi si è portato a un massimo da 12 mesi a 56,6 dai 55 del mese precedente. L'indice composito della produzione, una media ponderata del Pmi dei servizi e della produzione manifatturiera, è salito quindi a un massimo da 11 mesi a 54,4 punti dai 53,7 del mese precedente.
Negli Stati Uniti, intanto, l'indice sull'attività manifatturiera è cresciuto ad aprile più delle attese, tornando a un livello associato a un'espansione del settore. Il dato è salito a 50,4 punti dai 49,2 punti di marzo. L'indicatore del settore servizi, d'altra parte, si è portato a 53,7 punti dai 52,6 di marzo e contro attese per un dato a 52 punti.
Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones sale dello 0,07% a 33.809,03 punti, il Nasdaq avanza dello 0,11% a 12.072,46 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,10% a 4.133,52 punti.
A Milano in evidenza Recordati, bene EssiLux a Parigi
Tra i titoli del Ftse Mib, bene Recordati (+5,4%) grazie alla trimestrale e Banco Bpm (+4,3%) ancora al centro della speculazione di un eventuale risiko bancario che può coinvolgere anche la partecipata Anima (+1,4%). Fuori dal segmento principale, giù del 6% circa Salvatore Ferragamo a causa della frenata dei ricavi nel primo trimestre, mentre a Parigi si è distinta EssilorLuxottica (+6%) grazie ai ricavi oltre le attese nel periodo gennaio-marzo.
Spread chiude stabile a 187 punti, rendimento in rialzo
Chiusura stabile per lo spread tra BTp e Bund. Al termine degli scambi, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco è indicato a 187 punti base, invariato rispetto alla chiusura di ieri. Sale, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha terminato la seduta a quota 4,35% dal 4,31% della seduta precedente.
Cambio euro/dollaro stabile, petrolio sale
Sul mercato valutario, l'euro passa di mano a 1,0974 dollari (ieri a 1,0970) e a 147,4 yen (147,06), mentre il rapporto tra il biglietto verde e la divisa nipponica si attesta a 134,3 (134,06). Gas naturale in calo e sotto quota 40 euro al megawattora nel contratto marzo sul Ttf: -1,6% a 39,9 euro. Petrolio in lieve risalita: il contratto sul Wti consegna Giugno vale 77,7 dollari al barile, quello sul Brent di pari scadenza 81,4 dollari al barile.
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