Borse fiacche, Milano chiude in rosso ma Recordati brilla. Istanbul: -6% dopo il voto
La banca centrale cinese ha lasciato invariato al 2,75% il tasso di prestito a medio termine. Wall Street piatta, Spread BTp/bund in lieve calo. Petrolio in rialzo, euro sotto 1,09 dollari
di Flavia Carletti e Stefania Arcudi
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Prima seduta settimanale anonima per le Borse europee vista
l'assenza di dati macroeconomici di rilievo e la cautela espressa dai banchieri centrali sull'inversione di tendenza dell'inflazione: Bostic della Federal Reserve di Atlanta non prevede tagli ai tassi nel 2023 neanche in caso di recessione, Nage l della Bce sottolinea che il contrasto all'impennata dei prezzi deve venire non solo dalla politica monetaria ma anche dalle scelte della politica e delle parti sociali.
Dopo una ottava di movimenti contenuti per gli indici (Stoxx600 e Ftse Mib invariati), anche la prima sessione ha registrato variazioni limitate: Madrid (IBEX 35), complice il tonfo del Banco Bilbao vista la sua esposizione in Turchia, è stata la peggiore cedendo circa mezzo punto percentuale, Milano (FTSE MIB) ha chiuso in rosso a mentre Parigi, Francoforte sono rimaste piatte. In controtendenza Londra e Amsterdam.
Piatti gli indici di Wall Street tra la speranza che si trovi un accordo sul tetto al debito degli Stati Uniti e il crollo sotto la parità dell'indice manifatturiero Empire State (-31,8 punti a maggio, sotto le attese).
Per quanto riguarda le banche centrali, la People’s Bank of China ha dichiarato di aver mantenuto invariato il tasso di prestito a medio termine a un anno al 2,75%, iniettando 125 miliardi di yuan (17,96 miliardi di dollari) di liquidità. Sotto i riflettori le elezioni in Turchia, con il presidente in carica Recep Tayyip Erdogan che si è fermato al 49,24% e il 28 maggio andrà al ballottaggio con lo sfidante, il leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu. L'incertezza che ne deriva - Erdogan è al potere da due decenni e il risultato è giunto a sorpresa - ha inciso sull'andamento della lira turca che ha ceduto mezzo punto percentuale rispetto al dollaro e sull'indice Bist 100 della Borsa di Istanbul ha perso oltre il 6%.
Intanto, gli investitori continuano a guardare alle indicazioni che arrivano dal fronte macroeconomico: in Germania i prezzi di vendita all'ingrosso hanno registrato il primo calo annuale da dicembre 2020 e la produzione industriale europea: a marzo scorso la nell'Eurozona è scesa del 4,1% su mese e dell'1,4% su anno. Si tratta di risultati peggiori delle attese che indicavano un calo del 2% a livello congiunturale e un incremento dell'1,3% a livello tendenziale. I numeri potranno essere utili per cercare di prevedere le prossime mosse delle banche centrali, Fed e Bce in testa.
Wall Street poco mossa: nodo debito e falchi Fed
Poco mossa Wall Street tra il rinnovato ottimismo sulla possibilità che Repubblicani e Democratici trovino un accordo sul tetto del debito ed evitino che gli Stati Uniti finiscano per la prima volta in default. "Sono fiduciosa. Penso che le trattative siano molto attive. Mi e' stato detto che hanno trovato dei punti di accordo", ha commentato la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, in un'intervista pubblicata nel fine settimana dal Wall Street Journal. Dow Jones e S&P 500 sono reduci da due cali settimanali consecutivi, mentre il Nasdaq ha guadagnato, la scorsa settimana, lo 0,4%. Oltre che sul tetto del debito, l'attenzione resta su tassi d'interesse e inflazione: il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha detto di non prevedere un taglio dei tassi d'interesse nel 2023, nemmeno in caso di recessione. La Federal Reserve ha alzato i tassi per 10 volte consecutive dal marzo 2022 nel tentativo di frenare l'inflazione, arrivata - lo scorso anno - ai massimi dall'inizio degli anni '80. Gli ultimi dati, invece, hanno mostrato un rallentamento dell'inflazione, che per alcuni analisti e' il segnale che una recessione e' vicina.
Seduta positiva per Recordati, spicca Saras
A Piazza Affari ancora uno spunto per Recordati dopo la trimestrale: quasi +9% in quattro sedute per l'azienda farmaceutica spinta dai conti. Bene Erg e Prysmian, giù tra gli industriali Pirelli & C e Interpump Group che ha diffuso a metà seduta i conti trimestrali. Sottotono Telecom Italia. Fuori dal Ftse Mib balzo di Saras dopo che Trafigura, multinazionale operativa nel commodity trading, è salita a oltre il 12% del capitale.
Petrolio torna a salire, euro sotto 1,09 dollari
Dopo l'avvio in calo, gira in positivo il petrolio:a 70,8 dollari al barile il Wti giugno, a 75 dollari il Brent luglio. Sul valutario, l'euro resta debole a 1,0875 dollari (1,086 dollari in avvio, da 1,093 venerdì), mentre il cambio euro/yen è a 148 yen (147,842 in apertura, da 146,54). Il cross dollaro/yen è a 136 (da 136,086).
Spread in calo a 188 punti, rendimento sale al 4,18%
Chiusura in lieve calo per lo spread BTp/Bund. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco e' indicato a 188 punti base, due in meno rispetto al livello segnato al closing della vigilia. In leggero aumento, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,18% rispetto al 4,17% del riferimento precedente.
Tokyo chiude in rialzo dello 0,8% con yen debole
Chiusura in rialzo per la Borsa di Tokyo che ha concluso le contrattazioni con il Nikkei in aumento dello 0,8% a 29.626,34 punti. Il mercato giapponese si è mostrato ben orientato fin dall'inizio della seduta nonostante il calo di Wall Street alla fine della scorsa settimana. A sostenere le contrattazione sono stati, in particolare, la caduta dello yen rispetto al dollaro, fattore positivo per le grandi società esportatrici giapponesi, e alcuni buoni risultati delle trimestrali. La Borsa di New York, invece, aveva chiuso in ribasso venerdì dopo la pubblicazione di un indice di fiducia dei consumatori ai minimi da sei mesi e la fermezza delle dichiarazioni di un funzionario della Federal Reserve (Fed) americana.
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