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Borse, Europa chiude in rialzo nell'attesa dell'inflazione Usa. A Milano brilla Stellantis

Nei prossimi giorni verranno pubblicati i dati americani sui prezzi al consumo, sotto la lente della Fed. Venerdì si aprirà anche la stagione delle trimestrali. Intanto Fmi taglia le stime sul pil mondiale del 2023-2024

di Eleonora Micheli e Paolo Paronetto

La Borsa, gli indici del 11 aprile 2023

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Chiusura in rialzo per le Borse europee, che sono partite con il piede giusto dopo il ponte della Pasqua. Sale però l’attesa per l’importante dato americano sull’inflazione di marzo (in calendario domani), capace di influenzare le decisioni della Federal Reserve in tema di politica monetaria. Per altro giovedì sarà esplicitata anche l’inflazione Pce, quella calcolata sulla spesa delle famiglie americane, considerata dalla stessa Fed più affidabile. Venerdì, poi, negli States si apriranno le danze delle trimestrali, vera cartina tornasole per comprendere l’andamento delle economie nel primo scorcio dell’anno. Intanto il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni di crescita per l’economia mondiale 2023-2024, stimando un prodotto interno lordo mondiale in progresso solamente del 3%, ossia al passo più lento dal 1990. Il Fondo ha però alzato le stime sul pil italiano del 2023, da +0,6% a +0,7%, pur limando quelle dell'anno venturo. Milano ha terminato in rialzo dell'1,15%, mentre lo spread è lievemente salito a 185,9 punti (184 giovedì scorso). Il rendimento dei Btp a dieci anni si è portato al 4,14% (dal 4,02%). Parigi (+0,89%) nel durante della seduta ha toccato un massimo a 7.403,67 punti, superando il top precedente toccato il 6 marzo. Dall'inizio dell'anno il listino francese è in progresso di oltre il 14%. Per quanto riguarda invece il Ftse Mib milanese, l'indice resta circa 800 punti al di sotto del massimo storico toccato il 5 gennaio: 28.163 alla chiusura e 28.213 nel durante.

Attesa per l'inflazione Usa. Fmi taglia le previsioni 2023-2024

Le Borse europee si sono mosse al rialzo sin dall'apertura, incoraggiate anche dalla performance positiva registrata nel giorno di Pasquetta da Wall Street, che invece oggi è più cauta (qui le chiusure) visto che sale l'attesa per l'importante dato sull'inflazione Usa di marzo. Se l'indice dei prezzi sarà sotto controllo, la Federal Reserve potrebbe lasciare invariato a maggio il costo del denaro, nell'area 4,75%-5%. Rimane folta, però, la schiera di economisti che scommette su un ulteriore ritocco di 25 punti base del costo del denaro americano (secondo i dati raccolti dal Cme Group sono il 71,7% ). Giovedì, tra l'altro, negli States sarà rivelata anche l'inflazione Pce, quella calcolata sui consumi delle famiglie, considerata molto più attendibile dalla stessa Fed. Intanto dalla Cina sono arrivati segnali incoraggianti: a marzo l'indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2022, in rallentamento dall'1% registrato in febbraio secondo i dati ufficiali dell'Ufficio di statistica cinese. Sempre sul fronte macro, nella zona euro è stato annunciato che le vendite al dettaglio a febbraio sono calate dello 0,8% mensil, dopo una crescita dello 0,8% a gennaio. Su base annua sono calate del 3%. Intanto il Fondo Monetario Internazionale ha ammonito che il prodotto interno mondiale nel biennio 2023-2024 potrebbe procedere al passo più lento dagli anni '90. Secondo l'aggiornamento trimestrale del World Economic Outlook, la crescita globale rallenterà dal +3,4% del 2022 al 2,8% nel 2023, per poi risalire al 3% nel 2024. Entrambe le previsioni sono state riviste in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a quelle di tre mesi fa. Nel medio periodo è prevista una crescita annuale del 3%, la più bassa in decenni. Se all'inizio del 2023 c'erano i segnali di un possibile atterraggio morbido per l'economia mondiale, ora questi si sono affievoliti a causa di un'alta inflazione persistente e dei recenti trambusti nel settore finanziario. Per le economie avanzate, il rallentamento sarà più pronunciato, dal 2,7% del 2022 all'1,3% nel 2023 (dal precedente 1,2%) e all'1,4% (stima confermata) nel 2024. Secondo Fmi l'attuale outlook è influenzato dalle politiche restrittive necessarie per far scendere l'inflazione, dal recente peggioramento delle condizioni finanziarie, dalla guerra in corso in Ucraina e dalla crescente frammentazione geoeconomica. Insomma i rischi per l'outlook sono notevolmente aumentati . La crescita negli Stati Uniti rallenterà dal 2,1% del 2022 all'1,6% nel 2023 e all'1,1% nel 2024 (+0,2 e +0,1 punti rispetto a gennaio). Nell'area Euro, attesi un rallentamento dal 3,5% del 2022 allo 0,8% nel 2023, poi una crescita dell'1,4% nel 2024 (+0,1 e -0,2 punti rispetto a ottobre). Per la Cina, dopo il 3% del 2022, previsto un 5,2% nel 2023 (invariato) e un 4,5% nel 2024 (invariato).

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Corrono Saipem e Mps, bene Stellantis e galassia Agnelli

A Piazza Affari Saipem (+3,32%) si è messa in evidenza, beneficiando del giudizio positivo degli analisti in vista della pubblicazione dei conti trimestrali la prossima settimana. Gli acquisti hanno premiato anche il Banca Mps (+3,33%) e i titoli della galassia Agnelli, con Stellantis che ha chiuso in rialzo del +3% e Cnh Industrial +2,88%.Enel ha guadagnato dello 0,94% dopo le dismissioni in Perù e in attesa della nomina dei nuovi vertici delle partecipate pubbliche. Sono rimaste sotto la lente le Telecom Italia (+0,68%) mentre si avvicina il termine per presentare le offerte sulla rete e i francesi di Vivendi tornano in pressing sul cda. In rosso invece Terna(-0,93%) e Inwit (-0,72%). Fuori dal Ftse Mib, è stata una seduta brillante per Coinbase Global (+18,9%), Redelfi (+16,21%) ed Eems (+15,69%), mentre hanno perso quota Abc Company (-9,09%) e Bioera (-9,91%). In progresso del 4,53% il produttore di yacht San Lorenzo, che ha firmato un accordo non vincolante per acquisizione Simpson Marine.

Euro stabile a 1,09 dollari, petrolio in rialzo

Sul fronte dei cambi, l’euro è stabile sul biglietto verde: passa di mano per 1,0912 dollari da 1,0920 giovedì in chiusura. In discesa lo yen dopo la conferma della politica monetaria ultra accomodante della Banca centrale. Un euro vale 145,75 yen (da 143,83), mentre il rapporto dollaro/yen è a 133,56. In rialzo il prezzo del petrolio: il Wti consegna maggio sale dell'1,67% a 81,07 dollari al barile, mentre il Brent per giugno guadagna l'1,24% a 85,22 dollari. Infine è rialzo del 2,6% a 44,25 euro per megawattora il gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam

Bitcoin ai massimi da 10 mesi sopra 30mila dollari

Bitcoin, principale criptovaluta al mondo, ha sfondato il livello chiave di 30mila dollari per la prima volta in dieci mesi, aggiungendo ai suoi guadagni costanti le scommesse degli investitori sul fatto che la Federal Reserve statunitense terminerà presto la sua aggressiva campagna di inasprimento monetario. Il Bitcoin ha raggiunto un picco di 30.438 dollari negli scambi asiatici ed è salito del 2% a 30.262 dollari. Dall’inizio del mese ha guadagnato circa il 6%, dopo essere salito del 23% a marzo. L’impennata del token segue l’atteso rapporto di venerdì sui salari non agricoli degli Stati Uniti, che ha mostrato che i datori di lavoro hanno mantenuto un forte ritmo di assunzioni a marzo, indicando un’economia ancora resistente. Il valore del Bitcoin rimane tuttavia ben distante dal massimo di 69.992 dollari toccato nel novembre 2021.

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