Borse, settimana fiacca in attesa della Fed. Btp Valore da record a 18,1 mld
Gli indici hanno limato, fatta eccezione di Milano, salita dello 0,3%. Sono però andate male le azioni di Mps, dopo il crollo di oltre il 10% accusato venerdì, con la speculazione in uscita, dopo che Bper ha escluso un'aggregazione
di Eleonora Micheli
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(Il Sole 24 Ore - Radiocor) - Nell’ultima settimana le Borse europee hanno limato i guadagni registrati da inizio anno. L’unica eccezione è stata Milano, che è riuscita a salire dello 0,3%, portando la performance del 2023 al 14,6%, a pari merito con Francoforte, che tuttavia ha perso lo 0,6%. E’ andata male Parigi, lasciando sul parterre lo 0,8% (+11,4% da inizio anno), mentre Madrid ha arginato le perdite allo 0,1% (+13,1%). Infine Londra ha registrato un ribasso dello 0,6% (+1,5% da inizio anno).
A Piazza Affari il titolo migliore della settimana è stato Stmicroelectronics (+5%), complice sia il varo da parte della Commissione Ue per il sostegno del settore dei chip, sia l’annuncio dell’accordo siglato dalla società con la cinese Sanan Optoelectronics per la creazione di una joint venture manifatturiera per dispositivi al carburo di silicio (Sic) da 200 mm a Chongqing in Cina. Sono inoltre andate bene le Amplifon (+4,5%), le Tenaris (+3,9%), le Recordatii (+3,6%) e leA2a (+2,6%). Per contro sono andate male le Banca Mps (-2,9%), salite nei primi quattro giorni della settimana e poi crollate di oltre il 10% nell'ultima seduta, dopo che l’ad di Bper, Piero Montani, ha dichiarato di non essere interessato a un’aggregazione con Rocca Salimbeni. Hanno battuto in ritirata anche le Unicredit (-2,7%), le Banca Pop Er (-2,4%), le Hera (-2,4%) e le Nexii (-2,3%).
In Europa si sono distinte le Vanovia (+4,7%), mentre sono andate male le 'Muenchener Rueckversicherungs Gesellschaft in Muenchen AG (-5,6%).
Quanto alla seduta di venerdì, le Borse europee hanno registrato un andamento fiacci, risentendo dell'incertezza creata dall’attesa per le decisioni sui tassi di interesse che la settimana ventura adotteranno sia la Federal Reserve, sia la Banca centrale europea. Gli ultimi dati macro, deludenti sia in Europa, sia negli States, hanno reso più numerosi gli economisti che propendono per una linea soft degli istituti centrali. Milano ha chiuso in calo dello 0,4%, con lo spread a 172,8 punti (da 179 punti della vigilia) e il rendimento del Btp a dieci anni già al 4,1% (dal 4,21%). Si è inoltre concluso il collocamento del Btp valore, con una raccolta record di 18,191 miliardi.
Nel resto d'Europa Parigi ha segnato un ribasso dello 0,12%, Francoforte dello 0,25%, Amsterdam dello 0,21%, Madrid dello 0,31% e Londra dello 0,49%.
Chiusura in rialzo per la borsa di Wall Street nell’ultima seduta della settimana. Il Dow Jones chiude a +0,13% a 33.877,24 punti, lo S&P 500 sale dello 0,17% a 4.301,08 punti e il Nasdaq chiude a +0,16% a 13.259,14 punti.
Investitori in attesa delle mosse di Fed e Bce
Le Borse europee hanno aperto in lieve calo e hanno "vivacchiato" per tutta la seduta. Del resto gli investitori preferiscono prendere tempo: prima di decidere una chiara strategia di investimento, attendono le decisioni di politica monetaria che la prossima settimana annunceranno la Federal Reserve (mercoledì) e la Banca centrale europea (giovedì). I recenti dati macro fanno presupporre che entrambi gli istituti possano adottare un atteggiamento meno aggressivo nella lotta contro l’inflazione, che tuttavia rimane elevata sia in Europa, sia Oltreoceano. Nel dettaglio negli ultimi giorni è emerso che la zona euro è entrata in recessione tecnica, visto che il pil per due trimestri di fila, quello da ottobre a dicembre 2022 e quello da gennaio a marzo 2023, ha segnato in entrambi i casi un calo dello 0,1%. Inoltre gli indici Pmi hanno evidenziato un’economia in rallentamento, con l’attività manifatturiera in contrazione. Non va troppo meglio negli States, dove ieri è stato annunciato che il numero di richieste alla disoccupazione si è spinto ai massimi dall’ottobre 2021. Oggi, in più, Istat ha certificato che in Italia ad aprile l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dell’1,9% rispetto a marzo e del 7,2% su base annua. Tali dati, tra l'altro, hanno messo in ombra le notizie confortanti provenienti dalla Cina, dove l’inflazione rallenta il passo: i prezzi al consumo a maggio hanno segnato un calo dello 0,2% su base mensile (-0,1% ad aprile) e un aumento su base annua dello 0,2 per cento. In più il governatore della Banca Popolare cinese ha detto che la crescita economica della Cina sarà «relativamente alta» nel secondo trimestre. L'incertezza, comunque, regna sovrana, anche se per gli economisti è probabile che la Fed prenderà una pausa di riflessione, dopo dieci rialzi consecutivi dei tassi, mentre la Bce ritoccherà ancora in alto il costo del denaro.
Tonfo di Banca Mps, deboli anche altre banche
.A Piazza Affari sono crollate le Banca Mps(-10,8%), dopo la corsa registrata nelle ultime sedute. Sono stati consistenti anche i volumi: è infatti passato di mano il 2,2% del capitale sociale. Del resto gli investitori sino a oggi hanno scommesso sulla creazione di un terzo polo, con Mps nel ruolo da pivot. D’altra parte il numero uno di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, si è tirato indietro a più riprese e oggi anche Piero Montani, ceo di Pop Er (-1,9%), ha detto che l’istituto non ha interesse ad una aggregazione. Come se non bastasse Carlo Cimbri, ceo di Unipol (-0,6%), primo azionista di Bper, ha definito «fantasie» le voci che assegnano alla compagnia bolognese un ruolo attivo nel caldeggiarne la fusione con Mps. In più ha dichiarato che se l'amministratore delegato di Bper non è interessato alla fusione «io ancora meno», lasciando poche speranze a una possibile operazione straordinaria. Oggi, comunque, hanno ingranato la retromarcia anche le altre banche: Banco Bpm ha lasciato sul parterre l'1,5%,Intesa Sanpaololo 0,6% e Unicredit l'1,65%. Sono andate giù anche le Mediobanca, salvo salvarsi con un colpo di reni sul finale (+0,2%).
Al palo Tim, in evidenza Erg e St
Le vendite hanno inoltre colpito le azioni oil, con Eni giù dell'1%, Saipem dell'1,98% e Tenaris dello 0,39%. E’ stata una giornata volatile per Telecom Italia: le azioni sono partite al rialzo e poi hanno più volte cambiato direzione, chiudendo sulla parità, nell'ultimo giorno utile per presentare offerte migliorative della rete sia da parte di Kkr, che del duo Cdp-Macquarie. Negli ambienti finanziari, però, si è diffusa la convinzione che i rialzi siano poco cospicui. Sono invece andate bene le le Erg (+1,8%) e Stmicroelectronics (+1,18%), quest'ultime spinte dalla notizia che la Commissione Ue ha dato il via libera per supportare la ricerca e sviluppo nel settore della microelettronica. Nel dettaglio il progetto è stato concepito e notificato congiuntamente da quattordici Stati membri: Austria, Cechia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna, che forniranno fino a 8,1 miliardi di euro di finanziamenti pubblici. Ciò dovrebbe a sua volta mobilitare altri 13,7 miliardi di investimenti privati. St parteciperà con progetti in tutte le aree previste.
Prezzi del gas in aumento del 23%, euro a 1,07 dollari
Sul mercato valutario il cambio tra euro e dollaro si attesta a 1,0750 (1,0780 ieri). Inoltre l’euro/yen vale 149,73 e il dollaro/yen 139,31. Il petrolio perde lievemente terreno: il wti, contratto di luglio, si attesta a 71,22 dollari al barile (-0,1%). E’ in forte rialzo il valore del gas: sale del 23,58% a 33,3 euro al megawattora.
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