Alle Borse non basta il recupero del settore tech, Piazza Affari (-0,54%) giù con le banche. Wall Street chiude contrastata
Seconda seduta consecutiva in “rosso” per i mercati europei, che continuano a risentire dei timori sulla crisi bancaria negli Usa dopo la fuga dei depositi registrata da First Republic. Euro sale a 1,105 dollari, sui massimi da oltre un anno. Petrolio in frenata, spread giù a 187 punti
di Enrico Miele ed Eleonora Micheli
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4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le vendite tornano a colpire le Borse europee che, nella seduta del 26 aprile, hanno continuato a risentire dei rinnovati timori sulla crisi bancaria negli Usa dopo la fuga dei depositi registrata da First Republic Bank nel primo trimestre, anche se il Nasdaq a Wall Street sta rimbalzando grazie ai conti delle big tech. Effetto che però non si è fatto sentire sui mercati del Vecchio Continente. Le difficoltà degli istituti di credito e il timore di nuove decise strette da parte di Fed e Bce - che la prossima settimana annunceranno le loro mosse sui tassi - hanno infatti incoraggiato nuove prese di beneficio, considerando i consistenti guadagni che i listini europei continuano a vantare da inizio anno. Piazza Affari, con un colpo di reni sul finale, ha ridotto i danni allo 0,54% mentre lo spread ha terminato la seduta a 187 punti (da 189 della vigilia) e il rendimento dei Btp a dieci anni al 4,25% (dal 4,26%). Hanno perso quota tutti i principali indici, dal CAC 40 a Parigi al DAX 30 di Francoforte, passando per l'AEX ad Amsterdam, l'IBEX 35 a Madrid e il londinese FT-SE 100.
Wall Street chiude contrastata. Il Dow Jones perde lo 0,68% a 33.301,67 punti, il Nasdaq sale dello 0,47% a 11.854,35 punti mentre lo S&P 500 cede lo 0,39% a 4.055,95 punti.
Nasdaq in rialzo dopo i conti delle big tech
Rimbalza invece l'indice Nasdaq a Wall Street con Microsoft che, dopo una trimestrale positiva, trascina gli altri titoli tech. Perde leggermente terreno invece il titolo di Alphabet, nonostante conti sopra le attese. Positivo anche l'andamento di molte banche regionali, dopo che PacWest Bancorp ha comunicato che i depositi si sono stabilizzati alla fine di marzo e che c'è stato un «buon rimbalzo» ad aprile, allentando le preoccupazioni sulla salute del settore dopo la crisi scatenata lo scorso mese dalle chiusure di Silicon Valley Bank e Signature Bank. Dopo aver perso nella seduta precedente quasi il 50%, perde invece circa il 15% il titolo di First Republic Bank, che ha registrato un crollo dei depositi del 40% a 104,5 miliardi di dollari nel primo trimestre. Alla vigilia, poi, Bloomberg ha diffuso la notizia che la banca starebbe valutando la possibilità di vendere fino a 100 miliardi di dollari in asset, come parte di un piano di ristrutturazione. Dopo la chiusura dei mercati, attesa la trimestrale di Meta.
A Milano pioggia di vendite sui bancari, ko Bper e Bpm
A Piazza Affari sono finiti sotto pressione per tutta la seduta i titoli bancari, nonostante le trimestrali migliori delle attese annunciate da Standard Chartered e della svedese Seb: a Milano hanno così perso terreno Banco Bpm e Banca Pop Er, pesanti anche Unicredit, Banca Mps e Intesa Sanpaolo. Le vendite sono state comunque generalizzate su tutti i settori, mentre si sono salvati i titoli legati a utility ed energia: all'altro estremo del FTSE MIB tengono Hera, Eni e Tenaris. Positiva anche Amplifon. Giornata volatile, ma positiva sul finale, per Telecom Italia che aspetta il cda del 4 maggio. E intanto il ceo Pietro Labriola è volato a Parigi per un confronto con i rappresentanti della media company francese Vivendi, dove però non avrebbe incontrato i vertici, ovvero l'a.d. Arnaud de Puyfontaine e il presidente Yannick Bollorè, ma altri esponenti del gruppo come il direttore commerciale.
Usa: sopra stime gli ordini dei beni, cala deficit commerciale
Il deficit commerciale degli Stati Uniti, secondo la lettura preliminare, è diminuito a marzo dell'8,1% rispetto al mese precedente. Stando a quanto annunciato dal dipartimento del Commercio, il deficit della bilancia commerciale è sceso a 84,6 miliardi di dollari, contro attese per un calo a 90 miliardi. La stima preliminare tiene conto solo dei beni. Sempre a marzo, gli ordini di beni durevoli hanno registrato un rialzo del 3,2% a 276,4 miliardi di dollari; le attese erano per un rialzo dello 0,5%. Escludendo gli ordini del settore trasporti, il dato è cresciuto dello 0,3%. Escludendo la difesa, rialzo del 3,5%. Una misura chiave per gli investimenti aziendali, i nuovi ordini per beni capitali non nel settore della difesa, escludendo il settore aereo, ha registrato un rialzo del 10,4%.
La svedese Riksbank alza i tassi. Attesa per Fed e Bce
La banca centrale della Svezia, Riksbank, ha alzato i tassi di interesse dello 0,5% portandoli al 3,5 per cento. Una decisione legata alle incertezze che ancora permangono sull'evoluzione dell'inflazione che resta ancora troppo alta. Le previsioni, aggiunge, indicano la probabilità di ulteriori interventi al rialzo sui tassi nell'ordine di 0,25 punti percentuali a giugno o settembre. Resta alta dunque l'attenzione sulle mosse delle banche centrali: la conferma che la Bce non ritiene ancora arrivato il momento per interrompere il rialzo dei tassi consiglia ulteriore prudenza agli investitori. Settimana prossima si riuniscono sia la Fed Usa sia la Bce e anche la Fed dovrebbe alzare ancora i tassi: il mercato si aspetta un’altra stretta da 25 punti base, con un grado di probabilità abbastanza elevato.
Spread con Bund nel finale cala a 187 punti base
Seduta in altalena per lo spread tra BTp e Bund. Dopo un avvio difficile per i titoli italiani, il recupero dei corsi sul secondario telematico Mts ha favorito un nuovo restringimento della "forbice" dei rendimenti. Nel finale il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco si attesta a 187 punti base (dai 189 del closing della vigilia). Il rendimento del BTp decennale benchmark è rimasto per tutta la seduta indicato al 4,25% dal 4,26% del finale del 25 aprile. I Bonos spagnoli rendono il 3,43%, i decennali portoghesi il 3,3 per cento.
BoT, assegnati 6 mld da riaperture titoli annuali e semestrali
Nell'asta odierna il Tesoro ha emesso 3,5 miliardi di Buoni a 6 mesi scadenza 29/09/2023 emessi in terza tranche spuntando un rendimento pari al 3,329%. Buona la domanda che si è attestata a 5,296 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,51. Collocata anche la terza tranche del BoT annuali scadenza 14/02/2024 per 2,5 miliardi di euro. La domanda si è attestata a 4,225 miliardi mentre il rendimento è stato del 3,43%. Il regolamento dell'asta cade sul prossimo 28 aprile.
Euro sale a 1,105 dollari, il gas naturale perde ancora quota
Sul mercato valutario, infine, l'euro vale 1,1053 dollari (dalla chiusura della vigilia a 1,0977) e 147,61 yen (da 146,90), mentre il rapporto dollaro/yen è a 133,60 (133,93). Il gas naturale resta sotto i 40 euro al megawattora: vale 38,3 euro (-3,7%) nel contratto maggio sul Ttf di Amsterdam. Dopo un tentativo di recupero è fermo verso la fine della seduta il prezzo del petrolio: il Wti giugno scambia a 77 dollari al barile, il Brent a 80,5 dollari (-0,3 per cento).
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