Borsa, settimana negativa per l'Europa dopo la scure di Fitch sugli Usa. Milano -3,1%
Rapporto sul lavoro Usa "salva" l'ultima seduta. A Piazza Affari primato di Iveco Group spinta dai conti. Male telecomunicazioni (-4,8%) tech (-4,2%) e utility (-4,2%)
di Stefania Blasioli e Flavia Carletti
Le ultime da Radiocor
Borsa: Europa prudente in attesa delle banche centrali, Milano chiude a +0,07%
*** BTp: spread chiude poco mosso a 179 punti, rendimento al 4,05%
Cop28: Ue, conclusioni Emirati 'chiaramente insufficienti'
5' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Settimana negativa per le Borse europee che pagano la cautela degli investitori dopo la corsa che ha caratterizzato i listini nei primi sette mesi dell'anno e dopo l'inattesa scure di Fitch sul debito Usa. L'indice Stoxx Europe 600 ha perso il 2,4% rispetto a venerdì scorso e l'Eurostoxx il 2,7%. Si sono mossi su questa traccia tutti i principali indici continentali, con l'Ibex35 di Madrid maglia nera (-3,3%), seguito a stretta distanza da Milano (-3,1% il Ftse Mib) e Francoforte (-3,1% il Dax40). Il Cac40 di Parigi nell'ottava ha perso il 2,2%, l'Aex di Amsterdam il 2,7% e il Ftse100 di Londra il 2,7%. A livello settoriale, in Europa la settimana è stata particolarmente negativa per le Tlc (-4,8%) il comparto tech (-4,2%, con Infineon a Francoforte crollata del 13% nell'ottava) e le utility (-4,2%). A Milano regina della settimana è stata Iveco Group (+13,1%) spinta dai conti trimestrali migliori delle attese e dal rialzo della guidance. In evidenza anche Leonardo (+8,7%), mentre gli altri titoli si sono mossi con estrema cautela tanto che la terza migliore performance settimanale è stata quella di Eni che ha registrato un limitato +0,5%. Segno opposto per Nexi (-9,6%) e Bper (-9,5%).
È stata una seduta a due facce quella di venerdì 4 agosto per le piazze europee che, partite caute, sono riuscite ad agguantare una chiusura positiva dopo la pubblicazione del rapporto sul mercato del lavoro Usa. È rimasta più indietro Piazza Affari, dove il FTSE MIB termina sotto la parità, quando sono saliti a Francoforte il DAX 40 e a Parigi il CAC 40, sostenuto dal rialzo di Credit Agricole dopo i risultati trimestrali. I conti delle società continuano a essere uno dei catalizzatori dell’attenzione degli investitori, nella notte dagli Usa sono arrivate le trimestrali di Amazon (che ha sorpreso in positivo) e Apple (che ha evidenziato il terzo calo trimestrale dei ricavi consecutivo), quando oggi appunto è stato pubblicato l’atteso rapporto sul mercato del lavoro Usa. Nel mese di luglio sono stati creati meno posti di lavoro del previsto e i dati di giugno sono stati ritoccato al ribasso. Queste appaiono cartucce in mano alle “colombe” della Federal Reserve anche se i salari sono cresciuti e il prezzo del petrolio in rialzo desta qualche preoccupazione in ottica inflazione. Tuttavia, come fa notare Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, per valutare l’andamento dei salari la Fed predilige il Wage Growth Tracker della Fed di Atlanta e questo da mesi mostra un marcato calo. In questo quadro il biglietto verde ha perso terreno verso l’euro che si è riportato sopra la soglia di 1,10 dollari. In Europa, è salito a Londra il FT-SE 100 , a Madrid l'IBEX 35 e ad Amsterdam l'AEX.
Wall Street chiude negativa. Il Dow Jones perde lo 0,42% a 35.067,20 punti, il Nasdaq cede lo 0,36% a 13.909,24 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,52% a 4.478,25 punti.
A Milano strappa Banca Mps spinta dai conti, giù Interpump
Per quanto riguarda i titoli, sul Ftse Mib seduta di acquisti per Banca Mps, dopo i risultati trimestrali superiori alle attese. Reazione opposta ai conti per Interpump Group, che ha pubblicato numeri in linea con le aspettative delle case di investimento. Ancora una seduta in rosso per Stmicroelectronics, che ha risentito dei conti in calo di Apple, suo principale cliente. Seduta debole per i farmaceutici con Diasorin e Recordati in calo, in una giornata di vendite per la maggior parte del comparto europeo. Segno opposto, invece, per Leonardo che si è mosso in testa al Ftse Mib. Contrastati i bancari, alle spalle di Mps ha chiuso Unicredit, con Intesa Sanpaolo e Mediobanca sulla parità, quando Banco Bpm e Bper hanno avuto un andamento sottotono. Poco mosso nel complesso il settore del risparmio gestito: Finecobank, Azimut, Banca Mediolanum, Banca Generali e Poste Italiane. Segno più per i petroliferi con Tenaris che ha tentato il rimbalzo seguita a distanza da Eni e Saipem che ha rallentato il passo rispetto all’avvio, quando aveva trovato maggiore slancio nella notizia di due nuovi contratti in Romania e Germania del valore complessivo di 1,8 miliardi.
Ha perso il FTSE IT All Share e tra i titoli fuori dal segmento principale è stata una seduta di forti vendite per Intercos e Wiit. In luce dopo la trimestrale invece Banca Ifis. Sul mercato Egm oggi due nuovi debutti: Execus, Pmi che si occupa di strategie di vendita attraverso le piattaforme social, ha registrato un balzo, quando ha perso invece Porto Aviation Group che produce velivoli monomotore ed eliche. A Parigi la trimestrale ha spinto Credit Agricole, seguita da Societe Generale che allunga i guadagni messi a segno dopo i conti del secondo semestre dell'anno. A Francoforte riflettori su Puma, nel giorno in cui è stata presentata una collezione nata in collaborazione con la Scuderia Ferrari.
Negli Usa +187mila posti lavoro a luglio, sotto le stime
Rapporto sull'occupazione di luglio inferiore alle stime, negli Stati Uniti. Il mese scorso sono stati creati 187mila posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 200mila posti. Il dato di giugno è stato rivisto da 209mila a 185mila, il dato più basso dal 2020, in linea con quello di luglio. La disoccupazione è scesa dal 3,6% (dato confermato) al 3,5%, contro attese per una conferma del 3,6%. I salari orari medi sono aumentati di 14 centesimi, lo 0,42%, a 33,74 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,36.
Industria tedesca sopra attese, rallentano Francia e Spagna
Gli ordini dell'industria della Germania, intanto, a sorpresa registrano un rialzo del 7% su mese a giugno. Si tratta di un risultato ben superiore alle attese, che vedevano un calo, nonché del tasso di crescita più marcato da giugno 2020. Il dato di giugno è stato leggermente rivisto al ribasso, +6,2% da + 6,4 per cento. Questo mentre rallenta la produzione industriale in Francia: l’indice di riferimento calcolato dall’istituto nazionale di statistica Insee si contrae dello 0,9% su mese dopo essere cresciuto dell’1,1% a maggio (dato rivisto al ribasso rispetto alla precedente comunicazione di un +1,2%). Male anche la produzione industriale spagnola che cala del 3% annuo a giugno.
In Italia +0,5% a giugno per la produzione industriale
«A giugno 2023 si stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,5% rispetto a maggio». Lo rende noto l'Istat spiegando che «l'indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali per i beni strumentali (+1,5%), i beni intermedi (+0,4%) e l'energia (+0,3%); viceversa, si osserva una flessione marginale per i beni di consumo (-0,1%)». Inoltre, «al netto degli effetti di calendario, a giugno l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dello 0,8% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a giugno 2022). Crescono solamente i beni strumentali (+7,6%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-2,3%), i beni intermedi (-4,4%) e in modo piu' marcato l'energia (-9,4%)». Nella media del secondo trimestre il livello della produzione diminuisce dell'1,2% rispetto ai tre mesi precedenti.
Spread in calo a 165 punti, rendimento decennale 4,22%
Chiusura in lieve calo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il titolo tedesco di pari
durata è indicato a 165 punti base, in calo di 1 punto base rispetto al closing di ieri. In flessione anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato un'ultima posizione al 4,22% dal 4,24% del riferimento precedente.
Euro vale 1,1039 dollari, sale ancora il petrolio
Sul mercato valutario l’euro passa di mano a 1,1039 dollari (1,0946 in avvio e 1,0953 ieri in chiusura) e a 156,479 yen (156,1 e 155,76), con il cambio dollaro/yen a 141,769 (142,65 e 142,19). Il prezzo del petrolio è in rialzo quando l’Opec+ non ha annunciato interventi sulla produzione dopo i tagli già previsti da parte di Arabia Saudita e Russia: il contratto consegna Ottobre sul Brent sale dello 0,9% a 85,91 dollari al barile e quello scadenza Settembre sul Wti dello 0,98% a 82,35 dollari al barile. Infine, il prezzo del gas ad Amsterdam scende del 3,2% a 29,5 euro al megawattora.
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