la giornata

Borse Ue in rosso con Brexit e timori dazi, a Piazza Affari flop Diasorin

I listini continentali sono via via peggiorati dopo un avvio sulla parità, penalizzati anche dalla Borsa americana. Le trattative tra Washington e Pechino ripartiranno a giorni e l'esito è tutt'altro che scontato, mentre appare sempre più improbabile un accordo per l'uscita del Regno Unito dalla Ue. A Londra male il titolo Lse dopo il ritiro dell'offerta della Borsa di Hong Kong. Petrolio in calo, spread chiude in leggero rialzo a 154 punti

di P. Paronetto e S. Arcudi

6' di lettura

Seduta negativa per le Borse europee, che pure hanno chiuso sopra i minimi di giornata, penalizzate dal caos Brexit, dalle incertezze sul futuro dei negoziati Usa-Cina sul commercio e da alcuni dati macro deludenti. In particolare, le indiscrezioni sul colloquio telefonico tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier britannico Boris Johnson, in cui Merkel avrebbe definito «praticamente impossibile» un accordo sull'uscita del Regno Unito dalla Ue in base alla proposta presentata da Londra, hanno alimentato la cautela del mercato, già prudente fin dall'avvio in attesa della ripresa delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina, in calendario giovedì.
Il FTSE MIB ha così chiuso in calo dell'1,14%, non aiutato dal rialzo dello spread a 154 punti, dai 152 della vigilia. Parigi ha perso l'1,18%, Francoforte l'1,05%, Madrid l'1% e Londra lo 0,4%. I listini europei non sono aiutati da alcuni dati macro deludenti: in Francia il deficit commerciale è aumentato di 5 miliardi di euro, in Italia il commercio al dettaglio è sceso più del previsto ad agosto sia in valore sia in volume e i dati Istat su evasione fiscale e contributiva hanno messo in luce «aspetti critici» per competitività e crescita. In Germania la produzione industriale è salita a sorpresa ad agosto, ma cala da inizio anno.

L’attesa per i colloqui sui dazi invita alla prudenza
A catturare l’attenzione degli investitori in queste giornate è in primo luogo l’imminente ripresa dei negoziati fra Usa e Cina sui temi commerciali, prevista a partire da giovedì. È infatti il succedersi delle indiscrezioni a muovere i listini, che restano in una posizione di prudente attesa. Ieri il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow ha dichiarato che gli Stati Uniti non hanno in programma di togliere dal listino le società cinesi e ha usato toni distensivi in vista delle trattative con Pechino.

Loading...

Wall Street debole dopo dato prezzi alla produzione deludente
Nel frattempo, si guarda anche all'andamento di Wall Street, che risente da un lato della cautela sui negoziati Usa-Cina e dall'altro è indebolita dal dato sui prezzi alla produzione di settembre, sotto le stime. Il mese scorso sono calati dello 0,3%, mentre gli analisti attendevano rialzo dello 0,1% rispetto ad agosto. Rispetto a un anno prima, i prezzi sono aumentati dell'1,4%, rallentando dal +1,8% di agosto. L'inflazione rallenta ulteriormente.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
Loading...

LEGGI ANCHE / Hong Kong ritira l’offerta sul London Stock Exchange

Ubi limita i danni grazie a Mediobanca, Tim sotto i riflettori
Guardando alle blue chip milanesi, Ubi Banca resiste alle vendite e si mantiene poco sotto la parità. Le quotazioni dell'istituto, già sostenute nell'ultimo periodo dalla speculazioni relativa a possibili operazioni straordinarie (a partire da un'ipotetica aggregazione con Banco Bpm),
beneficiano del giudizio degli analisti di Mediobanca, che hanno alzato la valutazione sul titolo ad "outperform". «Scegliamo Ubi» come titolo preferito nel comparto domestico, scrivono gli esperti in un report sul settore bancario, «in virtù della solidità degli utili dovuta» tra le altre cose
a «ricavi meno volatili, a una minore sensibilità ai tassi di interesse» e allo «spazio esistente per migliorare i costi».
Sotto i riflettori anche Telecom Italia, per il possibile coinvolgimento nello spezzatino di Oi in Brasile attraverso la controllata Tim Brazil. Nelle ultime settimane, ricordano gli analisti di Equita, Tim «ha confermato il possibile interesse per gli asset mobili di Oi (non per tutta Oi, che presenta complessità rilevanti anche per tematiche fiscali e regolatorie) ponendo però alcuni limiti al coinvolgimento, ossia che un'eventuale acquisizione non aumenti il debito di gruppo e che sia autofinanziata da Tim Brazil». Tim sarebbe inoltre disposta a diluire la propria quota attuale del 67%
in Tim Brazil per supportare l'operazione. «Considerando l'attuale capitalizzazione di mercato di Tim Brazil (circa 29 miliardi di real), Tim Brazil potrebbe sostenere un'operazione fino a quasi 10 miliardi di real senza diluire Tim sotto il 50% - scrive Equita - Un'operazione selettiva
sugli asset mobili sarebbe quindi alla portata del gruppo».

Giù Diasorin col profit warning di Qiagen, debole anche Fineco
Sul Ftse Mib la maglia nera è Diasorin, che risente del profit warning lanciato dalla concorrente Qiagen. Il gruppo della diagnostica ha infatti
annunciato che nel terzo trimestre le vendite a tassi costanti saliranno solo del 3% a fronte della crescita tra il 4% e il 5% prevista in precedenza. Qiagen, che imputa il rallentamento a sviluppi piu' deboli del previsto delle proprie attività in Cina, ha deciso di sospendere lo sviluppo degli apparecchi di nuova generazione per il sequenziamento del dna, scegliendo invece di collaborare con il leader di mercato Illumina. Sviluppi che hanno anche portato alle dimissioni a sorpresa dell'a.d. Peer Schatz.
Finecobank
, da parte sua, ieri ha annunciato la decisione di esercitare l'opzione per l'acquisto del proprio marchio da UniCredit per 22,5 milioni. «Stimiamo che l'operazione determini un impatto di 80 punti base sul Cet1, atteso ora al 17% a fine 2019 dal 17,8% precedente», commentano gli analisti di Equita, precisando tuttavia che le stime «non incorporano gli impatti positivi derivanti dal potenziale passaggio ai modelli standard,
attesi tra i 100 e i 150 punti base, e dal patent box».

A Piazza Affari utility deboli, energetici in calo
Sempre tra i titoli a maggiore capitalizzazione, rialzo frazionale per la Juventus (+0,23%), mentre Hera si è fermata poco sotto la parità (-0,05%), in una giornata in cui le utility non hanno brillato. Male in particolare Italgas (-1,82%), dopo che Deutsche Bank ha confermato la valutazione "sell" e ha limato l'obiettivo di prezzo, portandolo a 5,6 euro da 5,8 euro per azione (il titolo vale attualmente 5,838 euro). In calo Stmicroelectronics (-2,77%), che ha risentito del tema dazi e ha ignorato il rialzo della rivale Samsung, che ha pubblicato conti migliori delle previsioni nel trimestre terminato a settembre, e giù anche Leonardo - Finmeccanica (-2,09%), penalizzata dal cattivo andamento del comparto industriale in Europa e ancora sotto pressione a causa del fatto che JPMorgan ha ridotto ieri l'obiettivo di prezzo sul titolo da 12 a 11,5 euro per azione (il titolo oggi vale 10,08 euro). Tra i titoli del comparto energetico, appunto rallentati dal calo del petrolio, Eni ha ceduto lo 0,86%, Prysmian l'1,19%, mentre è andata peggio a Saipem (-1,77%), che sconta il fatto che gli analisti di Ubs hanno tagliato l'obiettivo di prezzo da 4,65 a 4,25 euro per azione, confermando il rating «neutral».

Andamento dello spread Btp / Bund
Loading...

Nel Vecchio Continente a picco Lse, corre Cellnex
In Europa i listini sono riusciti a limitare i cali, ma non a trovare la via dei rialzi, frenati dal cattivo andamento dei principali settori. Negativa soprattutto la performance delle banche (-1,13% l'Euro Stoxx 600 di comparto), delle vendite al dettaglio (-1,71%), della chimica (-1,39%) e delle costruzioni (-1,72%). Tra i titoli, brusco calo di Lse (-5,8% alla Borsa di Londra) dopo il ritiro dell'offerta di acquisto presentata il mese scorso dal listino di Hong Kong. Le quotazioni della società che gestisce la Piazza londinese (e controlla Borsa Italiana) erano arrivate a cedere anche più del 6%, scivolando così sotto la soglia delle 70 sterline. L'11 settembre scorso Hong Kong Exchanges and Clearing (Hkex) aveva messo sul piatto quasi 32 miliardi di sterline (circa 36 miliardi di euro), salvo ora fare marcia indietro. Nel comparto comunicazioni, brillante Cellnex Telecom (+2,64% a Madrid): il mercato ha gradito l'acquisizione della divisione di telecomunicazioni di British Arquiva per due miliardi di sterline (2,2 miliardi di euro) e in contemporanea ha reso noto un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, mirato anche a finanziare le prossime opportunità di crescita che il gruppo ha nel mirino.

Euro in assestamento sul dollaro, debole lo yen
Sul mercato dei cambi, euro in lieve flessione a 1,0983 dollari (1,0993 ieri in chiusura). Debole lo yen, indicato a 117,91 per un euro (117,44) e 107,35 per un dollaro (107,24). In rialzo il prezzo del petrolio: il future novembre sul Wti sale dello 0,66% a 53,10 dollari al barile, mentre la consegna dicembre sul Brent si attesta a 58,71 dollari (+0,62%).

Spread in leggero rialzo, chiude a 154 punti
Sull'obbligazionario,dopo un avvio invariato, lo spread tra BTp e Bund si è attestato in leggero rialzo. Il differenziale di rendimento tra il nuovo BTp decennale benchmark (Isin IT0005383309) e il pari scadenza tedesco ha terminato la giornata a 154 punti base, in aumento rispetto al closing di ieri a 152 punti base. In leggero calo, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta in chiusura allo 0,94% dallo 0,95% della vigilia.

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti