ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa giornata dei mercati

Il caro petrolio frena le Borse in attesa della Fed. Milano chiude a -1,1%

Brent a un passo dai 95 dollari/barile sulla scorta dei tagli Opec+ che raffredda la possibilità di frenare l'inflazione degli energetici. Euro a minimi da marzo

di Enrico Miele e Stefania Blasioli

(REUTERS)

6' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I dubbi sulla crescita mondiale, Cina in testa, la corsa del greggio e le tensioni per le future mosse della Fed sui tassi mandano in “rosso” le Borse europee, che chiudono la prima seduta della settimana con passivi in molti casi superiori all’1%. L’attenzione degli investitori è tutta sul futuro della stretta monetaria, con la Fed che mercoledì annuncerà le sue decisioni – ma il mercato scommette su una pausa – seguita a stretto giro nei giorni successivi da Bank of England e BoJ. A peggiorare il clima lo sciopero dei sindacati dell'auto negli Usa (un accordo salariale con i costruttori, al momento, appare lontano) e lo sprint del petrolio, con il Brent ormai a un passo dai 95 dollari al barile e il Wti ampiamente sopra i 90 dollari. Un segnale, quello della corsa del greggio sulla scorta dei tagli dell’Opec+, che aumenta i dubbi sulla possibilità di raffreddare l’inflazione dei beni energetici. In questo clima d’incertezza, non fa eccezione Piazza Affari, dove il FTSE MIBtermina le contrattazioni perdendo l’1,1% (ma lo stacco cedola di Enied Stmicroelectronics pesa per uno 0,13%).

Tra le principali piazze finanziarie europee c’è chi ha fatto peggio rispetto a Milano. È il caso di Parigi (CAC 40) con il sonoro tonfo del gruppo Societe Gen, il cui primo business plan, firmato dal nuovo ceo Slawomir Krupa, ha deluso le attese degli investitori. Perdono quota anche le Borse di Francoforte (DAX 40), Londra (FT-SE 100) e Madrid (IBEX 35). Le vendite degli investitori si sono concentrate in particolare sul settore farmaceutico, con il sottoindice Eurostoxx 600 del comparto a -1,8%, seguito da viaggi (-1,7%) e banche (-1,7%). A Zurigo crolla Lonza (-14,7%) dopo l'annuncio dell’uscita dal gruppo, a fine settembre, del Ceo Pierre-Alain Ruffieux, in carica da meno di tre anni e della sua sostituzione ad interim con il presidente del cda Albert Baehny. Anche Nordic Semiconductor (-10%) cade alla Borsa di Oslo dopo avere rivisto al ribasso la guidance per il terzo trimestre dell’anno, mentre Elior (-13,8%) è arretrata pesantemente a Parigi, dopo che gli analisti di Ubs hanno ridotto le stime sul margine operativo e l’obiettivo di prezzo del gruppo di ristorazione collettiva. A Londra strappa Pendragon (+28,3%) dopo avere annunciato la cessione della sua attività automobilistica e di leasing alla nordamericana Lithia Motors per 250 milioni di sterline che saranno quasi in toto riversati agli azionisti come dividendo.

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Al di fuori dei listini europei, infine, dopo un avvio in calo di oltre il 25%, il colosso immobiliare cinese Evergrande ha chiuso a -1,6% a Hong Kong. A determinare il ribasso è stata la notizia dell'arresto, da parte della polizia di Shenzhen, di alcuni dipendenti della divisione finanziaria Evergrande Wealth Management, arrivata nel corso del fine settimana.

Wall Street chiude debole occhi su Fed e sciopero auto

Poco mossa Wall Street, all'inizio della settimana delle Banche centrali. Alla chiusura della seduta, il Dow Jones sale dello 0,02% a 34.624,27 punti, il Nasdaq avanza dello 0,01% a 13.710,24 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,07% a 4.453,53 punti.

Mercoledì, la Federal Reserve annuncerà la sua decisione sui tassi d'interesse e presenterà le previsioni dei banchieri. È indubbio, ormai (97%), che la Banca centrale statunitense manterrà i tassi al 5,25%-5,5%, il livello più alto degli ultimi 22 anni. Secondo gli esperti, sono poi diminuite al 31% le possibilità che la Federal Reserve aumenti i tassi d'interesse a novembre. Il rialzo del prezzo del petrolio, +11% nelle ultime tre settimane, potrebbe però complicare la lotta delle Banche centrali contro l'inflazione. Giovedì, attese le decisioni della Bank of England, seguite da quelle della Banca del Giappone il giorno dopo. Decisioni sui tassi in arrivo anche da Norvegia, Svezia e Svizzera.

Negli Stati Uniti, l'attenzione resta poi sullo sciopero dei lavoratori delle case automobilistiche: il sindacato Uaw ha dato il via a scioperi negli impianti di General Motors, Ford e Stellantis ed è la prima volta che tutte e tre le case automobilistiche statunitensi affrontano degli scioperi in contemporanea. Il presidente Joe Biden ha invitato i costruttori di auto a migliorare le offerte, sottolineando che a profitti record dovrebbero corrispondere "contratti record". Il titoli di General Motors sono in perdita, così come quelli di Ford e Stellantis; venerdì, al termine della prima giornata di sciopero, Gm aveva guadagnato oltre lo 0,8%, Stellantis oltre il 2,1%, mentre il titolo di Ford aveva chiuso poco mosso (-0,04%). In perdita anche il titolo di Arm, che giovedì aveva debuttato con un rialzo del 24,7%, seguito da un calo, venerdì, del 4,5%.

Giù la fiducia dei costruttori (Nahb) a settembre, sotto stime

La fiducia dei costruttori statunitensi di case è diminuita a settembre per il secondo mese consecutivo, dopo sette rialzi di fila, preceduti a loro volta da dodici mesi di cali per le difficoltà nel reperire i materiali e per l'aumento del costo dei mutui. L'indice di riferimento della National Home Builders Association (Nahb) è sceso da 50 a 45 punti, con le attese a 49, proprio a causa dell'aumento dei tassi d'interesse per i mutui. Nel novembre 2022, il dato era sceso a 31 punti, i minimi dal 2012, escludendo due mesi primaverili del 2020. Nel novembre del 2020, era stato toccato il record a 90 punti. Un dato sopra i 50 punti indica che le condizioni sono considerate buone dalla maggior parte dei costruttori; al contrario, le condizioni sono considerate difficili.

A Milano bene le banche, stacco cedola St ed Eni

L’indice milanese è “zavorrato” dalle utility come A2a e il lusso di Moncler su cui incide la ripresa a singhiozzo dell’economia di Pechino. Tra i pochi titoli a salvarsi i bancari al centro del risiko: Banca Mps, Banca Pop Er e Banco Bpm. Vendite su Mediobanca nel giorno del comitato nomine e lo scontro con il socio forte Delfin in vista del rinnovo della governance. Premiate dagli acquisti anche Davide Campari, Recordati e Saipem che tiene grazie al rialzo del greggio (giù invece Tenaris. Deboli i big bancari Unicredit e soprattutto Intesa Sanpaolo. Tra le utility chiudono la giornata in territorio negativo Italgas,Banca Mediolanum nel settore del risparmio gestito (-2%) e la multiutility Hera. Giù Nexi dopo le indiscrezioni de il Sole 24 Ore secondo le quali l’azienda avrebbe dato mandato a Goldman e BofA per la cessione del business “buy now pay later” Ratepay e sarebbero in corso colloqui con alcune controparti. Quanto alle difficoltà di Moncler, tra i titoli peggiori a Piazza Affari, gli investitori temono - come per altri big della moda - un rallentamento delle vendite, considerando il contesto macro poco brillante in Europa e Stati Uniti e in più l’andamento dell’economia cinese inferiore alle aspettative. Debole anche Finecobank che deciso di ingranare la retromarcia nella conquista della Gran Bretagna, ma la chiusura delle attività nel Regno Unito sarà graduale (e senza impatti materiali, si stima, sui numeri della banca).

Andamento dello spread Btp / Bund
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Spread in rialzo a 180 punti, rendimento balza al 4,51%

Chiusura in leggero rialzo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il titolo tedesco di pari durata ha terminato gli scambi in crescita di 2 punti a 180 punti base dai 178 punti della chiusura di venerdì. Rialzo più sensibile per il rendimento del BTp decennale benchmark che ha chiuso al 4,51% dal 4,45% dell'ultimo riferimento.

Per il Btp Valore "premio fedeltà" dello 0,5%

Il premio extra finale di fedeltà relativo alla seconda emissione del btp valore sarà pari allo 0,5% del capitale investito dai piccoli risparmiatori che lo acquisteranno durante i giorni di collocamento, da lunedì 2 a venerdì 6 ottobre, e lo conserveranno fino alla scadenza dei 5 anni. Lo comunica il ministero dell'Economia in una nota. II btp valore, secondo il Mef, ''si caratterizza in questa emissione per la novità delle cedole nominali pagate trimestralmente''. I risparmiatori individuali e affini (retail), a cui si rivolge esclusivamente questa famiglia di titoli di Stato, riceveranno infatti una cedola ogni tre mesi, calcolata sulla base di un tasso prefissato per i primi 3 anni, che aumenta per i successivi 2 anni di vita del titolo (il cosiddetto meccanismo step-up).

Euro resta a minimi da marzo, giù i prezzi del gas

Sul mercato valutario, l’euro resta sui minimi da marzo contro il dollaro a 1,0685 (da 1,067 venerdì in chiusura) e vale inoltre 157,82 yen (157,78), mentre il biglietto verde si attesta a 147,65 contro la divisa nipponica. Marcato ribasso per il gas TTF (oltre il 5%) in scia alla ripresa della produzione nel terminal australiano di Chevron e nella piattaforma norvegese Troll dopo l’esteso periodo di chiusura dovuto ai lavori di manutenzione.

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